Matteo Pellegrino: pensare con le mani

Estremi e polarizzanti, gli oggetti realizzati dal designer sono il risultato della sua fascinazione per la plastica

Matteo Pellegrino

I suoi oggetti sono fortemente condizionati dal processo produttivo. Matteo Pellegrino lavora spingendo al limite alcune caratteristiche dei materiali e delle tecniche di realizzazione, che diventano parte stessa della creazione dell’oggetto. I suoi pezzi più recenti li abbiamo visti nella mostra “Invasati”, organizzata dalla galleria Luisa Delle Piane: dieci pezzi unici ispirati alle forme classiche delle anfore greche e romane, oggetti irripetibili che esulano dalla produzione industriale e offrono al designer un’opportunità per testare materiali e tecniche. Evoluzione di un progetto lanciato nel 2017 per la Camp Design Gallery di Beatrice Bianco e Valentina Lucio, le anfore contemporanee di Matteo Pellegrino sono realizzate in schiuma e resina poliuretanica senza uso di stampi.

Matteo Pellegrino, @Anfore, Galleria Luisa Delle Piane, 2023
Matteo Pellegrino, @Anfore, Galleria Luisa Delle Piane, 2023

Pellegrino nasce a Lecce nel 1982. Si trasferisce a Milano nel 2001 per laurearsi al Politecnico di Milano in design del prodotto. Durante gli studi collabora con lo studio Fish Design di Gaetano Pesce per lo sviluppo di pezzi di design, sviluppando un interesse specifico per la sperimentazione di tecniche con materiali sintetici. Nel 2012, fonda il proprio studio a Milano, portando avanti progetti suoi e supportando inoltre aziende come Gufram, Cassina, Promemoria e Mila Schön nella funzione di project manager e product developer.

«Ho sempre avuto una grande fascinazione per le tecniche produttive e un’attitudine molto tecnica al progetto», racconta, «questo mi ha portato a cercare in giro per l’Italia manifatture in grado di dare forma alle mie idee, perché per la plastica non ci sono maestri; io ho imparato sperimentando e la mia esperienza è maturata sul campo».

Matteo Pellegrino, Souvenir, Galleria Luisa Delle Piane
Matteo Pellegrino, Souvenir, Galleria Luisa Delle Piane, 2023

Per Pellegrino, la plastica esprime bene quello che, dal suo punto di vista, deve essere il design: un connubio tra tecnica e poetica. Questo approccio, che ben si identifica nella definizione “pensare con le mani”, è visibile nella prima collaborazione con Luisa Delle Piane, per cui nel 2022, in occasione di MIART, ha esposto Souvenir, una collezione di vasi fatti in schiuma e pietra. Una sperimentazione fuori dagli schemi, dove il designer ha mischiato una pietra leccese, declinata in una varietà meno nota che si chiama Carpato, piuttosto aspra e presente soprattutto nel basso Salento, con un materiale nuovo e leggero come la schiuma. Qui come in altri suoi lavori, il risultato è stato una serie di elementi estremi e polarizzanti, che tende a creare una rottura con il panorama del design fatto di rigore, minimalismo e controllo.

Matteo Pellegrino, @Anfore, Galleria Luisa Delle Piane, 2023

«L’aspetto consumato, vilipeso, mortificato…insomma la ‘bruttezza’ soggettiva che accompagna ogni oggetto deriva dalla mia volontà di rappresentare un ‘vissuto’ con i suoi picchi di gioia e bellezza, così come anche le ferite e i disagi che appartengono e caratterizzano l’unicità tanto delle persone quanto degli oggetti», racconta Matteo Pellegrino. «In questo modo possiamo, a mio avviso, identificarci con l’oggetto stesso rivedendo nella polimatericità e nelle sovrapposizioni, le stratificazioni e le sedimentazioni delle esperienze che rendono uniche le nostre vite così come ogni oggetto della serie».

Matteo Pellegrino, Camp Design Gallery, 2017
Matteo Pellegrino, Camp Design Gallery, 2017

Ogni progetto è per Matteo Pellegrino un esperimento, un’occasione per continuare a scoprire nuovi materiali e possibilità di ibridazioni.