Wes Anderson a Milano

In occasione dell’anteprima italiana di Asteroid City, la Fondazione Prada rende nuovamente omaggio al regista statunitense con una mostra che ricalca le atmosfere rarefatte del film

Asteroid City Exhibition by Fondazione Prada & Wes Anderson, Milan - Photo © Delfino Sisto Legnani - DSL Studio, courtesy Fondazione Prada
Asteroid City Exhibition by Fondazione Prada & Wes Anderson, Milan - Photo © Delfino Sisto Legnani - DSL Studio, courtesy Fondazione Prada

Per commemorare l’undicesimo film di Wes Anderson, Asteroid City, in uscita nelle sale italiane a fine mese, ha aperto a Milano, negli spazi della Fondazione Prada, una mostra in cui i visitatori s’immergono nell’universo creativo del regista. La connessione che lega Wes Anderson e Fondazione Prada scrive con questa mostra un nuovo capitolo. La relazione tra la maison e il regista ha raggiunto forse il suo punto più alto con lo splendido Bar Luce, che, ispirandosi a due capolavori del Neorealismo italiano – Miracolo a Milano (1951) di Vittorio De Sica e Rocco e i suoi fratelli (1960) di Luchino Visconti – catapulta i visitatori nelle atmosfere di un tipico caffè della vecchia Milano.

Wes Anderson - Photo © Roger Do Min, courtesy Pop. 87 Production and Focus Feature
Wes Anderson – Photo © Roger Do Min, courtesy Pop. 87 Production and Focus Feature

L’estetica cinematografica unica del regista ritorna spesso nei suoi progetti. La sua passione per la simmetria e per la composizione fotografica delle immagini è onnipresente anche nel percorso espositivo, che è incentrato su Asteroid City. Appena rientrata da Londra, la mostra è sbarcata a Milano dove sarà visitabile fino al 7 gennaio 2024.

Wes Anderson – Asteroid City: Exhibition” è stata allestita nella galleria Nord della Fondazione, uno spazio glabro, di chiara derivazione industriale, volutamente tenuto spoglio per denunciare il suo essere pura scenografia. Su questo fondo, si staglia una selezione di oggetti di scena, modellini, costumi, scenografie originali e opere d’arte presenti nel film. 

Le installazioni immersive avvolgono i visitatori con le immagini e i suoni del film, trasportandoli in una città americana immaginaria nel deserto, intorno alla metà degli anni Cinquanta. L’utopia americana in cui tutto è possibile è onnipresente, e torna in modo emblematico nei distributori automatici, che sembrano in grado di realizzare qualsiasi sogno con effetto immediato: sigarette, snack, cocktail, caramelle fino addirittura al “real estate”.

Evocando con ironia paure collettive (la bomba atomica) e individuali (la solitudine), Asteroid City costituisce un ulteriore sviluppo dell’originale e raffinata poetica del regista americano. Lo spazio del film è una pura creazione cinematografica, Asteroid City non è mai esistita, non è una città reale, ma un luogo pieno di oggetti, colori, animali, piante, vestiti, musiche, canzoni, libri e giornali che popolano l’immaginario dello spettatore del film come del visitatore della mostra.

È il caso del volatile esposto in una delle teche, tipica fauna dell’ambiente desertico in cui il film è proiettato, una sorta di Beep Beep, capace di correre fino a 25Km/h., una delle tante presenze magistralmente descritte dall’autore statunitense che ci porta sempre in mondi fantastici.

Photo © Delfino Sisto Legnani – DSL Studio, courtesy Fondazione Prada