Il pensiero libero di Pierre Paulin

Una mostra allo Château La Coste, in Francia, per scoprire il talento artistico e progettuale di uno dei designer più moderni del secolo scorso

Pierre Paulin Program, Château La Coste, Le Puy-Sainte-Réparade, France - Photo © Stéphane Aboudaram | We Are Content(s)
Pierre Paulin Program, Château La Coste, Le Puy-Sainte-Réparade, France - Photo © Stéphane Aboudaram | We Are Content(s)

Assolutamente innovative e senza tempo. Totalmente visionarie e poetiche. Le produzioni di Pierre Paulin (1927–2009), designer francese tra i più influenti del suo tempo, incarnano appieno e senza ombra di dubbio queste qualità.

Ma più di tutte è la libertà del processo creativo e mentale svincolato da condizionamenti a connotare fortemente la sua cifra stilistica. A tal punto da portarlo a progettare, tra il 1969 e il 1972, un programma residenziale modulare pensato come alternativa ai mobili tradizionali, permettendo a ciascuno di essere l’artefice del proprio interno attraverso la combinazione di elementi diversi secondo l’umore e le esigenze.

Pierre Paulin - Photo © Paulin, Paulin, Paulin & Château La Coste
Pierre Paulin – Photo © Paulin, Paulin, Paulin & Château La Coste

La mostra Pierre Paulin Program: Des idées courbes, Des formes libres allo Chateau La Coste, in Provenza (fino al 03/09) rende omaggio appunto a Program, l’appropriato nome del concetto abitativo precursore di una nuova art de vivre.

All’interno del bellissimo vigneto situato in una delle regioni vinicole più antiche della Francia, dove  convivono vino, arte e architettura, le creazioni di Paulin trovano posto nello spazio dell’Auditorium Oscar Niemeyer, intitolato al pionieristico architetto brasiliano (1907–2012) di cui costituisce l‘ultimo progetto, disegnato nel 2010 quando era già ultracentenario.

Un dialogo a distanza, quello tra Paulin e Niemeyer, entrambi fedeli ai principi del Modernismo e estimatori del potenziale espressivo delle curve. Il padiglione, che segue morbidamente le colline del paesaggio bucolico provenzale con una struttura organica e fluida, mette in risalto semplicità, funzionalità e uso di nuovi materiali e tecnologie, tipici di Pierre Paulin.

In particolare, prendono vita i cinque modelli che insieme al sesto modello centrale compongono Program, oggi custoditi nelle collezioni del Centre Pompidou e di Louis Vuitton. Pezzi emblematici disposti in possibili configurazioni stimolano immaginazione e interazione da parte dell’utente esaltandone il potenziale.

Un habitat definito in diverse sezioni dai sistemi di scaffalature modulari, come Module U (1972) e Module B (1970) e da elementi d’arredo che sviluppano l’idea di un pavimento articolato. C’è Tapis Siège (1968), ispirato al soggiorno di Paulin a Osaka, che ricorda un origami e consente di disporre a piacimento i quattro angoli in posizione reclinata fungendo allo stesso tempo da contenitore per libri e riviste. E anche Ensemble Dune (1970), il grande sofa-isola le cui sedute modulari possono essere combinate in infinite configurazioni e disposizioni.

Una zona soggiorno mostra l’iconico divano Big C e la poltrona Club C (entrambi del 1971) abbinate alle linee morbide e sinuose di Moon Table (1969) e di Miami Table (1968), che, formato da cinque pezzi, integra sia elementi di seduta che di appoggio.

Programma è ora prodotto da Paulin, Paulin, Paulin, azienda familiare che distribuisce, promuove e conserva le opere del designer, tra cui le sue creazioni più ambiziose realizzate come prototipi o in edizione limitata. L’intento è quello di offrire un panorama arricchito del lavoro di Pierre Paulin e rendere visibile l’incredibile modernità di un creatore in perenne ricerca.

Photo © Stéphane Aboudaram | We Are Content(s), Château La Coste & Paulin, Paulin, Paulin