GHF Capital headquarters, Dubai - Photo © Marco Boria
GHF Capital headquarters, Dubai - Photo © Marco Boria

L’ufficio è in costante trasformazione e Fantoni ne segue passo a passo i cambiamenti. Spazi aperti, di interazione e di condivisione, si affiancano a postazioni executive, sempre meno individuali e più “meeting”; spazi dove il benessere è la priorità accanto al carattere performativo di ogni soluzione che deve stimolare al contempo operatività e creatività. È su questa scia progettuale che si inserisce l’azienda di Udine, specializzata in arredi ufficio e ambienti personalizzati che rispondono in maniera integrata alle esigenze di ergonomia, acustica, climatizzazione e illuminazione. Fantoni promuove dunque questa rinnovata filosofia “office” e la traduce in progetti che ne sono concretizzazione ideale.

Fra i più recenti e significativi, si pone l’Headquarters di GFH Capital, il ramo di investment banking di GFH Financial Group Bahrain, a Dubai. Dopo gli uffici di Londra, il gruppo ha inaugurato il nuovo ufficio direzionale nel centro finanziario della città mediorientale, sviluppato su quattro piani all’interno di un edificio di proprietà.

GHF Capital headquarters, Dubai
GHF Capital headquarters, Dubai

Fantoni ha collaborato con l’architetto Davide Chiaverini, fondatore dello studio D-Interiors, nella creazione di un ambiente che rappresentasse al meglio la Corporate Image aziendale, nella scelta dei dettagli, dei materiali e degli arredi, con una forte attenzione agli abbinamenti materici, alla qualità delle finiture e agli aspetti acustici ambientali.

«La richiesta del cliente era di avere un ambiente dinamico e informale senza perdere l’identità dell’istituzione finanziaria – racconta l’architetto Chiaverini – È per questo che abbiamo subito scelto gli arredi Fantoni, azienda che ha configurato le postazioni di lavoro customizzandole e conciliando le non poche necessità del cliente e le mie scelte stilistiche riuscendo a mantenere un look pulito».

Lo spazio office che ne è risultato è infatti pervaso da un’atmosfera di spiccata eleganza, leggerezza formale, ma anche contemporaneità. Le grandi vetrate che attorniano il perimetro e che internamente separano le stanze favoriscono l’illuminazione naturale, che enfatizza i toni soft degli arredi e delle finiture. E proprio la naturalità dei materiali funge da fil rouge nel progetto.

Ma non sono solo le pareti vetrate a definire l’architettura dello spazio. Ruolo essenziale nel conferire privacy e funzionalità è affidato alle soluzioni Fantoni. Prima fra tutti la collezione Framework e i suoi contenitori a doppio uso, separatori per delimitare le aree e decorativi con l’inserimento di piante.  La versatilità del sistema si esprime in un’ampia varietà di scrivanie, mobili per il contenimento e accessori, tutti realizzati al 98% con materiali riciclabili.

Non da meno la libreria Outline, che crea un ambiente professionale senza perdere la percezione della qualità estetica tipica degli interni domestici. La versione a parete è composta da una sottile cornice, un telaio esterno che determina il confine di uno spazio espositivo e di contenimento al tempo stesso. Doghe a tutta larghezza costituiscono la superfice dello schienale del sistema, graficamente caratterizzato da fughe sottili e parallele che ospitano mensole in acciaio dallo spessore minimo e volumi pieni di pensili, contenitori e ribalte in legno.

L’interior design, dinamico e articolato, si completa con il programma Woods per le postazioni individuali, le cui scrivanie sono connotate dal distintivo disegno inclinato della gamba; e i tavoli Meet Up per le sale riunioni, evoluzioni dello spazio executive, pronti a modulare il loro ruolo a seconda delle esigenze di socializzazione e incontro, ispirandosi al comfort del mondo residenziale, ove all’essenzialità delle linee si contrappone la scelta di decorativi dalla grande personalità come il marmo, Calacatta o Noir.

Infine, la ricerca di benessere e qualità ambientale si completa con la progettazione a parete e soffitto dei sistemi fonoassorbenti 4akustik che ben si integra nelle scelte progettuali dell’architetto Chiaverini.

Photo © Marco Boria