Alla Fondazione Achille Castiglioni, una mostra sul “con-tatto”

L’esposizione “Fa ballà i man, il Design dei Castiglioni guardato con mano” resterà aperta fino a febbraio 2024 negli spazi milanesi della Fondazione di Piazza Castello, che intanto cerca soluzioni allo sfratto

Fa ballà i man - Fondazione Achille Castiglioni, Milan - Photo © F.Ambrosi, M.Marzini
Fa ballà i man - Fondazione Achille Castiglioni, Milan - Photo © F.Ambrosi, M.Marzini

Una nuova mostra alla Fondazione Achille Castiglioni riflette su un aspetto inedito che lega la miriade di oggetti presenti nel museo: “il punto di vista dell’oggetto trasformato in punto di con-tatto” racconta il suo curatore, Marco Marzini.

Nasce così l’esposizione “Fa ballà i man, il Design dei Castiglioni guardato con mano” che strizza l’occhio e gioca nel titolo con il famoso detto lombardo “Fa ballà l’oeucc”, ovvero “Fai ballare l’occhio”, che in altri termini significa “stai attento, guarda bene”. Ma qui a “ballare” sono le mani che toccano, afferrano, premono, ruotano, gesti a cui i fratelli Castiglioni hanno dato sempre attenzione e cura nelle loro opere.

«“Gli oggetti devono fare compagnia”, diceva Achille, una chiara sintesi di umanizzazione dell’inanimato che si deve quindi dotare di un’estensione “familiare” alla mano umana – prosegue Marco Marzini – Così sugli oggetti nascono maniglie, pomoli, incavi, pomellini, manicotti rotanti, elementi che favoriscono la presa. Sono oggetti che tendono la mano all’utilizzatore, sono lì per essere usati, consumati, vivere nella nostra vita. Mi sono così inventato un alfabeto gesticolare, un abaco di gesti che si ritrovano in ben 42 progetti esposti in cui la mano è complice del progetto: in alcuni casi diventa proprio l’elemento innovativo e sorprendente».

La mostra riflette quindi sugli oggetti da un punto di vista differente, secondo la lentezza del gesto della mano che indaga l’oggetto in modo non estetico ma funzionale, per il quale è stato creato. L’esposizione, che resterà aperta fino al 13 febbraio 2024, è allestita all’interno degli spazi della Fondazione, in Piazza Castello 27, a Milano, che ospitavano lo studio di Achille Castiglioni e Pier Giacomo, qui aperto nel 1962. Ma proprio alla Fondazione è arrivata una lettera di sfratto dalla proprietà che chiede di lasciare liberi questi storici locali. 

Dalla morte di Achille Castiglioni, nel 2002, i figli Carlo e Giovanna hanno aperto questi locali al pubblico, trasformandolo in un luogo museale dove riscoprire una parte fondamentale della storia del design italiano. E i numeri confermano la validità dell’iniziativa che in 20 anni ha raccolto oltre 80.000 visitatori. 

“Stiamo dialogando con le istituzioni e sottoponendo alla loro attenzione questo tema per trovare una soluzione – dichiarano Carlo e Giovanna Castiglioni – Molti dei visitatori e gli amici della Fondazione Achille Castiglioni ci hanno garantito appoggio, sostegno e aiuto, forse è arrivato il momento di fare un grande lavoro collettivo, come l’avrebbe definito Achille, facendo uno sforzo comune di molte persone dalle diverse specifiche competenze per dare nuova vita alla Fondazione Achille Castiglioni o nel luogo storico oppure in una nuova struttura tutta da progettare”. La Fondazione ha anche lanciato una petizione online, gli interessati possono firmare qui.

Photo © F.Ambrosi, M.Marzini