SaloneSatellite Award: i vincitori

Il collettivo giapponese Honoka ha vinto la 12° edizione del SaloneSatellite Award, rispondendo a una domanda semplice quanto molto complessa: “design, where are you going?”

Honoka, Tatami Refab

All’interno di un Salone del Mobile.Milano profondamente rinnovato, anche il SaloneSatellite si è presentato quest’anno in una veste completamente nuova. La mostra fondata da Marva Griffin nel 1998 per rendere possibile l’incontro tra i giovani designer under 35 e le imprese si è inserita quest’anno nei padiglioni di Euroluce, avvicinandosi alla Fiera in una sorta di continuità ideale tra ricerca e produzione. Il tema proposto quest’anno dalla curatrice è ruotato intorno a una domanda semplice quanto molto complessa: “design, where are you going?”

Attorno a questo tema è ruotato l’incontro con Gaetano Pesce che ha esortato i giovani designer ad «ascoltarsi e a cercare di esprimere la propria interiorità, indipendentemente dai giornali e dalle mode.» Pesce ha esortato la platea di giovani designer a osservare la realtà, perché, ha ricordato il Maestro italiano, «la realtà è il nostro tempo e se si vuole fare qualche cosa di attuale, bisogna cercare di capire cosa dice il nostro tempo, i suoi nuovi valori, quelli che scadono, quelli che arrivano.»

Sempre a questa domanda hanno risposto le Scuole e le Università di Design attraverso la presentazione dei lavori degli studenti graduates-to-be e la mostra diffusa “SATE…LIGHT. 1998-2022 SaloneSatellite Young Designers”, una selezione di lampade entrate in produzione negli anni recenti proprio grazie alla collaborazione con aziende che hanno scommesso sulle giovani promesse.

Il collettivo giapponese Honoka

Non si è sottratto alla fatidica domanda nemmeno il SaloneSatellite Award, giunto alla sua 12° edizione. La giuria internazionale composta da Paola Antonelli del MoMA di New York, il critico Beppe Finessi, il Presidente del SaloneSatellite Gianluca GessiFrancesca GugliottaFrancesco Librizzi, il Presidente della Kartell Claudio LutiSteven MaAnna Moldenhauer direttrice di Stylepark, Roberta Silva CEO Flos, e Marilena Sobacchi del Salone del Mobile, ha scelto i tre progetti vincitori del 2023 e assegnato tre Menzioni Speciali.

L’edizione di quest’anno ha premiato il collettivo giapponese Honoka per il suo “Tatami Refab”, un progetto che recupera un materiale della tradizione per utilizzarlo nel processo della stampa 3D. I designer giapponesi hanno recuperato il materiale usato nella realizzazione del tatami, tradizionale letto giapponese, che sta oggi lentamente andando in disuso, reintroducendolo negli spazi domestici creando prodotti poetici ed eleganti, stampati in 3D.

Studio Ryte_Dennis Cheung, Triplex Stool
Studio RYTE

Lo Studio Ryte di Hong Kong ha ricevuto, invece, il secondo primo per lo sgabello “Triplex Stool, una seduta modulare realizzata in fibra di lino che può essere scomposta in tre segmenti impilabili per facilitarne il trasporto e lo stoccaggio. Quando lo sgabello non è più necessario, le fibre di lino e l’acido polilattico (PLA) che le unisce si biodegradano completamente.

Ahokpe Chatelin con Belgium is Design, Kudoazo @Lucas Denuwelaere

Il terzo premio è andato invece ad Ahokpe + Chatalin, uno studio di ricerca e produzione tessile con sede a Bruxelles fondato da Estelle Chatelin e Georges Ahokpe. Presenti al SaloneSatellite con Belgium is Design, sono stati premiati per l’amaca Kudoazò, che impiega tessuti riciclati filati in Benin. Si tratta di un letto sospeso ideato e tessuto in Benin con una stoffa ricavata dai filati disfatti dei maglioni che finiscono sui mercati africani, e la forma dipende dal materiale che è a disposizione.

Joaquin Ivan Sansone, Junki
Joaquin Ivan Sansone

Le tre Menzioni Speciali sono andate a Joaquin Ivan Sansone, per il suo sgabello di giunco “Junki”; a Weonrhee, per il tavolino “Primitive Structure e Fragmentario, per il suo progetto “Avocado Seed Brick”. Alle tre Menzioni Speciali, quest’anno, è stato assegnato anche il Róng Design Award, che offre una residenza di un mese alla Rong Design Library nel distretto Yuhang di Hangzhou in Cina, promotrice dell’iniziativa.

Fragmentario Maria Elena Pombo, Avocado Seed Brick
Fragmentario

Tutti i prototipi candidati sono stati esposti in una mostra dedicata, con un allestimento curato dall’architetto Ricardo Bello Dias: una sorta di quinta formata dagli stand delle scuole all’interno della quale si snodavano le postazioni dei giovani progettisti. Pannelli a piccole trame metalliche riflettano una luce morbida e naturale che voleva quasi creare contrasto tra il recupero di un progettare a misura d’uomo, e la frenesia del mondo circostante.