50 anni nel design

Favaretto & Partners festeggia i 50 anni di attività. Alla guida, la nuova generazione che, con una nuova visione creativa e manageriale, sta conducendo lo studio verso il futuro del design

Paolo e Francesco Favaretto
Paolo e Francesco Favaretto

Ciò che più mi stupisce nel chiacchierare con Francesco Favaretto è quell’energia, quell’emozionalità che mostra nel raccontare dei suoi progetti, di cui ricorda ogni dettaglio e ogni particolare, materiale, sfumatura creativa – vale per i più recenti e per i più storici, per le singole creazioni e le ampie composizioni. E sono davvero tanti! Lo studio di cui porta il nome, Favaretto & Partners, realizza oltre 60 collezioni all’anno, un altro fattore che non lascia di certo indifferenti. Tutto prende forma dall’headquarters di Padova, dove lo studio è stato fondato esattamente 50 fa da suo padre Paolo, quando ancora era studente allo IULM di Venezia. Architetto per formazione, “diceva di essere progettista industriale, e le persone all’epoca credevano disegnasse fabbriche – racconta Francesco sorridendo –  Oggi si dice essere designer, ma è un titolo anche piuttosto abusato purtroppo”.

Lo studio Favaretto & Partners a Padova
Lo studio Favaretto & Partners a Padova

Dal padre, Francesco ha imparato la professione e sopratutto un metodo di lavoro che ha permesso allo studio di crescere e svilupparsi non solo nel tempo, ma anche nello spazio, instaurando collaborazioni nei più importanti mercati internazionali.
“Guardando mio padre, mi sono inizialmente iscritto alla facoltà di architettura, ma solo dopo cinque giorni ho capito che non faceva per me. Mi sono quindi laureato in disegno industriale e mio padre dal 2009 mi ha preso sotto la sua ala. È stato poi nel 2015 che abbiamo fondato la società Favaretto & Partners di cui ormai ho preso in mano le redini, mentre mio padre si divide, giustamente, fra la pesca e un altro lavoro, come nonno. Ma quello che so lo devo a lui, da lui ho imparato il mestiere, che non è solo idea ma soprattutto prototipazione”.

L’aspetto “pratico” dello studio è di certo quello su cui Francesco si sofferma maggiormente: la capacità di ricreare ogni prodotto internamente, prima di presentarlo al cliente, la conoscenza dei materiali, delle lavorazioni e dei meccanismi, fino al contatto e confronto diretto con gli artigiani del territorio, è ciò che lo distingue da molti altri. “Saper creare quello che mettiamo sulla carta è ciò che fa la differenza e ha definito quella credibilità che dura da 50 anni. Al giorno d’oggi non si può più sbagliare, non c’è né il tempo né la possibilità, le aziende richiedono nell’immediato competenza e performance”.

Tondina, Infiniti
Tondina, Infiniti

I lavoro del designer è, infatti, cambiato nel corso di queste cinque decadi e allo studio ne sono consapevoli. Da qui si è attuata un’apertura non solo nei nuovi mercati, ma anche nelle tipologie produttive. “Il mio ingresso ha certamente managerializzato la nostra realtà e abbiamo anche iniziato a guardare a mercati esteri, come quello asiatico, mai affrontati prima, sebbene mio padre già negli anni ’80 avesse instaurato relazioni con aziende americane e canadesi con cui collaboriamo tutt’ora. Anche il prodotto è cambiato nel tempo: siamo nati con una sedia e ci siamo specializzati nelle sedute, ma se inizialmente il 90% delle nostre creazioni era destinato al mondo ufficio, nell’ultima decade, anche per via del comparto contract e horeca che si è specializzato, abbiamo ampliato la destinazione d’uso dei nostri prodotti”.

Agorà, Emmegi
Agorà, Emmegi

Si chiama Agorà la prima sedia disegnata da Paolo Favaretto per Emmegi e 50 anni dopo è ancora in produzione. A questa ne sono seguite centinaia, ma nella storia restano , Assisa per Steelcase (distribuita da Press in Italia), arrivando ai giorni nostri con Tondina di Infiniti, la lampade Juve di Vistosi e i tavolini Ambrogio (omaggio a Paolo Favaretto) e Amanda per Slide.
Le novità 2023 testimoniano questo proliferare vivace di idee che si concretizzano nelle collezioni che vedremo alla Milano Design Week in collaborazione con Infiniti, True Design, Masiero, Gaber e Slide, e successivamente a NeoCon di Chicago insieme a Bernhardt e Versteel.

Ambrogio e Amanda, Slide
Ambrogio e Amanda, Slide

Ma osservando la parete dell’ufficio, accanto alla scrivania di Francesco, interamente costellata di disegni, appunti, immagini di progetti in divenire sappiamo già che le creazioni saranno molte, molte di più. Ognuna sviluppata con la medesima cura maniacale, e il medesimo entusiasmo.