Tutti sanno che Vico Magistretti fu tra i protagonisti della mostra “Italy: the New Domestic Landscape”, organizzata al MoMA di New York nel 1972 e celebrativa il design italiano, con sette prodotti posizionati nella sezione Objects. Quello che fino a poco fa nessuno sapeva è che aveva proposto anche un concept sul tema dell’abitare futuro, trattato in un’altra sezione dell’esposizione, Environments, con gli allestimenti di dodici architetti e designer italiani. Quel progetto non fu mai selezionato dal museo newyorkese ed è rimasto solo su carta, ora ritrovato nell’archivio della Fondazione Magistretti e divenuto oggetto della mostra “La conquista dello spazio”.


’esposizione viene oggi inaugurata alla Fondazione, in via Bellini a Milano, e resterà aperta fino al 29 febbraio 2024. Curata da Matilde Cassani, Gabriele Neri e Luca Poncellini del Comitato Scientifico della Fondazione Vico Magistretti, espone attraverso disegni e appunti la riflessione dell’architetto sull’ottimizzazione degli spazi nelle nostre case e sulla ricerca di una buona qualità di vita, anche in ambienti ridotti. In altri termini, quindi, “la conquista dello spazio”.
Così Magistretti descrive sinteticamente il suo progetto:“Dall’analisi dell’uso del volume in casa si può rilevare che, a fronte di un uso molto soffocante della superficie calpestabile, si fa un uso molto scarso o del tutto inesistente del volume a disposizione nella parte superiore della stanza. In particolare possiamo dire che buona parte dei mobili che ci servono (soprattutto quelli ingombranti) potrebbero essere posizionati altrove rispetto al pavimento. Intendo tutti i mobili di contenimento come armadi, librerie e così via. Vorrei sperimentare la possibilità di “parcheggiarli” nella parte superiore del volume creando un soffitto portante dove appendere questi mobili”.


Il tema dell’abitare, della trasformabili e della flessibilità, prosegue nella mostra attraverso ulteriori progetti: dagli alloggi attrezzati realizzati con l’azienda di prefabbricati MBM fino all’abitare temporaneo del Residence Siloe nel nord di Milano; dalla poltroncina pieghevole Piccy del 1946 fino al progetto di un ombrello, che del resto era l’oggetto preferito di Magistretti, perfetta sintesi di funzionalità e semplicità.