Gallery recidence, Toronto
Gallery recidence, Toronto
DATA SHEET

Interior design: Burdifilek
Project manager: Tom Yip
Project team: Michael Del Priore, John Seo, Sean Li, Tom Yip, Anna Nomerovsky, Anna Jurkiewicz, Yoonah Lee
Architecture & Contractor: Brennan Custom Homes
Stones: EDM Canada
Millwork: Armadi di Erik
Technical lighting consultant: Marcel Dion Lighting Design
Lighting: Burdifilek with Matthew McCormick Studio
Glass doors: Jeff Goodman Studio
Art consultant: Jane Corkin della Corkin Gallery
Photo credits: Doublespace, v2com

L’imponente dimora di oltre 2300 metri quadrati, situata in un quartiere residenziale di Toronto, è stata una delle sfide più gratificanti per il pluripremiato Burdifilek, studio di interior design canadese fondato da Diego Burdi e Paul Filek. Ad abitarla, una famiglia che ha fatto della filantropia la propria essenza, con l’esigenza di ospitare regolarmente eventi, concerti e cene a sostegno di vari enti di beneficenza. Una spiccata sensibilità che Burdifilek ha restituito nei nuovi spazi con un’espressione contemporanea audace, permettendo a pubblico e privato di convivere nella sobrietà e nel calore.

Ogni stanza esprime l’attenzione per i dettagli, la composizione e la bellezza. E il risultato è una potente dichiarazione estetica altamente funzionale. I diversi ambienti sono connessi dalla fluidità cromatica dei legni naturali, dalle nuance crema della pietra calcarea francese e dalle tonalità lattiginose diffuse, molte delle quali provenienti dal mondo della moda.

Un’atmosfera estremamente morbida abbraccia la vita personale e sociale dei committenti. Effetto dato anche dall’uso di tessuti pregiati utilizzati sulle pareti, come il cashmere e la seta, o per i pavimenti, adornati in alcuni punti da tappeti. Quello posto nell’ingresso principale ricopre gran parte del rivestimento in legno ed è stato progettato da Burdi con un graduale passaggio di colori dall’argento al carbone intenso sui bordi.

La presenza di opere d’arte connota fortemente la casa, scelte da Burdi tra gallerie e showroom di Londra, Parigi e New York. Come quelle di Donald Judd e Vincent Dubourg del XX secolo, o quella posizionata direttamente all’interno del camino di foggia scultorea e senza mensole: una serie di forme frastagliate in bronzo simili ad una piccola catena montuosa rimangono inondate dalle fiamme, quando acceso, o nitide e irte, da spento.

Non stupisce che il richiamo agli elementi statuari si ritrovi persino negli elementi architettonici, considerata l’elevata dimensione della residenza. Ad esempio, l’accesso alla grande sala è costituito da un portale di oltre 4 metri. E la scala in pietra scolpita a mano, che si snoda a spirale tra tre piani, accoglie tra le sue curve sinuose una lampada a sospensione in vetro molato che pende dal soffitto per 9 metri. Realizzata con il lighting designer canadese Matthew McCormick, il mastodontico corpo illuminante è composto da pezzi di vetro convesso incastonati con la stessa tecnica delle pietre preziose sui gioielli.

Due ambienti attigui, il Solarium e la sala da pranzo, sono studiati per creare maggiore intimità, separati tra loro unicamente da una serie di porte in vetro fuso realizzate su misura da Jeff Goodman Studio. Il primo è una scatola di vetro che accoglie arredi in edizione limitata e quattro alberi in vaso in relazione visiva con il muro esterno ricoperto da rampicanti. 

La seconda è provvista di pareti fonoassorbenti, quattro armadietti personalizzati di ispirazione cinese e un sistema di illuminazione integrato a soffitto che funge da punto focale.

Non ci sono momenti di défaillance nell’eccellente scelta di materiali e finiture. Neppure in cucina, dove campeggia un piano di lavoro in quarzite traslucida, o nelle camere da letto, dove compaiono rivestimenti in pino baltico spazzolato e il color blu francese per pareti, sedie e lenzuola.