Ilulissat Icefjord Center, Ilulissat, Greenland - Photo © Adam Mork
Ilulissat Icefjord Center, Ilulissat, Greenland - Photo © Adam Mork
DATA SHEET

Client: Realdania, Avannaata Kommunia and the government of Greenland (Naalakkersuisut)
Architect: Dorte Mandrup
Landscape design: Kristine Jensen. 
Landscape & Architecture
Engineer: Søren Jensen Rådgivende Ingeniørfirma
Exhibition design: JAC Studios
Lighting design: Fortheloveoflight
Photo credits: Adam Mørk

Un’architettura perfettamente integrata nella natura, ma soprattutto a servizio di essa. Si fregia di questa duplice valenza il nuovo Ilulissat Icefjord Centre, centro visitatori che si affaccia sul fiordo di Kangia, sulla costa occidentale della Groenlandia, a 250 km a nord del Circolo Polare Artico. Con la sua atipica conformazione si inserisce nel panorama aspro e incontaminato, ricalcandone i lievi pendii e la sterminata orizzontalità. Una presenza discreta, quasi silenziosa nell’esteso contesto, se non per la forte risonanza che accompagna questo edificio: non un semplice punto di incontro e di riparo, ma anche un luogo dove fare esperienza degli effetti del cambiamento climatico.

L’Icefjord Centre si erge infatti nei pressi della cittadina di Ilulissat, sulla foce del fiordo di Kangia (patrimonio UNESCO dal 2004) che viene costellato dagli imponenti iceberg di Sermeq Kujalleq – ghiacciaio tra i più veloci e attivi al mondo – nella loro traversata verso la baia di Disko. Con il suo accesso privilegiato a tale spettacolo della natura selvaggia e autentica, il centro diviene un ponte fra la città e il paesaggio. È questa l’idea che ha guidato Dorte Mandrup, studio di Copenhagen che firma il progetto, ben noto per la creazione di architetture in siti che sono patrimonio mondiale.

La struttura, descritta dalla fondatrice come “il volo di un gufo delle nevi attraverso il paesaggio”, si caratterizza per la sua aerodinamicità e la leggerezza con cui sorvola il terreno, sembrando levitare sopra di esso. Un concept che ha uno scopo primariamente funzionale, per non intralciare la natura e il suo corso. La struttura (che misura poco meno di 1500 metri quadrati) è infatti costituita da 50 telai portanti in acciaio che, ruotando gradatamente, creano una forma a boomerang in pianta e una crescente pendenza ai lati, tale da impedire l’accumulo di neve e consentire al vento di spazzarla via dalla facciata; inoltre, in primavera, quando la neve si scioglie, l’acqua derivante dal disgelo può facilmente scorrere lungo il suo percorso al di sotto dell’edificio, grazie al suo volume leggermente rialzato, verso l’adiacente Sermermiut Lake.

L’apparente torsione che ne deriva dispone il tetto come ideale proseguimento dei tracciati escursionistici dei dintorni, liberamente accessibile e dal quale osservare il fiordo ancor prima di avventurarsi al suo interno; alla estremità si creano invece due punti di accesso al centro, a est e a ovest, entrambi coperti e con funzione di riparo, al contempo di aggregazione.

Nel cuore dell’edificio risiede il centro visitatori vero e proprio, aperto tutto l’anno: un’area per le mostre si affianca a una sala cinematografica, un caffè e uno shop, oltre a strutture per la ricerca e la formazione. Destinatari ideali non sono infatti solo i turisti, ma anche i locali, politici, società e ricercatori che qui possono apprendere la storia del ghiaccio (anche attraverso una mostra permanente ideata da JAC Studios), e associata ad essa la storia dell’evoluzione, direttamente a contatto con la più antica roccia al mondo, quella groenlandese.

Non da meno, in questo luogo sono percepibili nell’immediato le conseguenze dei cambiamenti climatici nel paesaggio artico. Rimarcare la presenza “fugace” di questo edificio (e in generale dell’umanità) rispetto alla solidità millenaria della natura circostante è stata una delle finalità di Dorte Mandrup, perseguita attraverso un design che garantisce un impatto ambientale ridotto, unitamente a un accorto uso dei materiali, altrettanto sostenibili, come il legno di quercia, in primis, e l’acciaio, e un utilizzo minimo del cemento.

“L’Icefjord Centre offre un rifugio nel contesto di un paesaggio straordinario e intende diventare un naturale punto di incontro da cui sperimentare l’infinita scala non-umana della natura selvaggia dell’Artico, la transizione tra buio e luce, il sole di mezzanotte e l’aurora boreale che danza nel cielo”, afferma Dorte Mandrup.