Spawn, il primo cucchiaio progettato da una mente non umana

Cosa succede quando l'intelligenza artificiale e un designer lavorano insieme alla creazione di nuovi prodotti?

Spawn by oio
Spawn by oio

La progettazione di oggetti di uso quotidiano nati dalla collaborazione tra macchine e persone è alla base del lavoro del pluripremiato brand creativo oio. Con base a Londra e formato dall’ex tecnico di Google e designer Matteo Loglio, il designer Simone Rebaudengo e giosampietro, marchio di gioielli e “hypercraft designer”, oio ha coniato il metodo progettuale Artisanal Intelligence, fondato sul ricorrere all’intelligenza artificiale dall’ideazione alla produzione di un oggetto.

È così che è nata Spawn (dall’inglese “creare, produrre”), una collezione di tre cucchiai in argento che rappresenta uno dei primi nuclei di oggetti di uso o quotidiano progettati in collaborazione con un’intelligenza artificiale. Prodotti in un’edizione limitata di 100 pezzi, i cucchiai Spawn diventano così pezzi da collezione, acquistabili nel negozio online di oio.

«Nel 1952 l’architetto e designer Ernesto Nathan Rogers scriveva che esaminando attentamente un oggetto semplice come un cucchiaio, si poteva capire il tipo di città e di società che lo produceva», spiegano da oio; «Ispirati dalle sue parole, abbiamo lavorato insieme a macchine algoritmiche per creare un cucchiaio per i nostri tempi: la collezione Spawn. È un cucchiaio ma non è un cucchiaio. Generato dalle macchine e creato dagli umani».

Caratterizzati da forme particolari, quasi fluide, che strizzano l’occhio al surrealismo, i cucchiai sono il frutto dell’incontro tra tecnologia all’avanguardia e savoir faire artigianale: contrariamente a quanto si potrebbe immaginare infatti, la loro produzione, durata un anno, è avvenuta presso una prestigiosa fabbrica di argenteria veneta, Greggio Argenterie, utilizzando metallo che soddisfa i requisiti del “Grand Hotel Standard”, una delle più alte specifiche di qualità dell’argento. 

Per creare Spawn, oio ha raccolto un archivio di diverse migliaia di immagini di accessori per la tavola appartenenti ai secoli passati, in quello che viene chiamato un dataset. Dopo aver inviato il dataset a un algoritmo generativo, esso ha iniziato a imparare dalle immagini, fino a quando non è stato in grado di generare da solo nuovi design di posate.

Tra queste, oio ha selezionato i design più interessanti e sorprendenti — che suggeriscono forme e funzionalità inaspettate — traducendole poi in una serie di disegni finiti, destinati ala produzione industriale.