Dicembre: FluidDandy

Tono notturno e colori densi, citazioni colte e modernismo d’autore. Il nostro mood per il mese in arrivo racconta un gusto fatto di eleganza e di attenzione ai dettagli: un fiore posato su un tavolo, un decoro nascosto nella carta da parati. Con appena un tocco di decadenza. Il dandy contemporaneo, sul fronte del design, è così

Moodboard FluidDandy
Moodboard FluidDandy

Per essere FluidDandy – il nostro mood di dicembre – bisogna impegnarsi e trovare quella “certa squisita originalità” di cui parlava Lord Byron. Il punto di partenza è un romanticismo delicato, garbatamente eccentrico (almeno un atomo di stravaganza è indispensabile); un gusto che nasce da un’indagine estetica personale molto più vicina a un approfondimento culturale che all’espressione di una moda.

Basta un dettaglio per entrare di diritto in questa nuova confraternita, dove il peso della storia e l’uso dei colori rappresentano appieno lo sfuggente tempo interiore, mentre la parola “fluid” segna il passo verso la contemporaneità.

Skull Damask Superwide by Timorous Beasties
Skull Damask Superwide by Timorous Beasties
Canal Grande by Ceramiche Refin
Canal Grande by Ceramiche Refin

Per raccontare questa figura di esteta aggiornata al nuovo secolo, abbiamo scelto di abbinare una tappezzeria nera effetto damasco puntellata di teschi (un tocco di memento mori non guasta mai) a una carta da parati naturalistica, una citazione se si vuole di un’altra confraternita di pensatori, un po’ più famosa della nostra: quella dei Preraffaelliti.

Disincanto/WP 75 by WallPepper®/Group
Disincanto/WP 75 by WallPepper®/Group

È proprio per allinearci allo stile di questa travagliata corrente artistica che abbiamo scelto il verde come colore dominante, rubandolo all’abito di Persefone di Dante Gabriel Rossetti, dove il pittore ritrae Elizabeth Siddal, sua musa e moglie, avvolta in morbide volute a contrasto con la rossa chioma. Per stemperare il tutto abbiamo optato poi per un effetto glitter discreto che si ottiene combinando le lucide piastrelle in grès porcellanato con il paravento laccato firmato Eileen Grey.

L’arte, NFT compresi, è fondamentale per chi si accinge a entrare in questo mood. E allora tanti quadri a parete e – a chi possiede una soffitta – il consiglio è quello di seguire le orme di Dorian Gray: non si sa mai, magari nascondere un ritratto che invecchia al posto tuo funziona meglio di tanti altri trattamenti anti age.

San Siro by Azucena, Design Luigi Caccia Dominioni
1919 by Poltrona Frau, Design Renzo Frau
Geo by Saba, Design Paolo Grassello
Mos by Gebrüder Thonet Vienna, Design GamFratesi
Ducale by Besana Carpet Lab, Design Cristina Celestino
Double by Brokis, Design LCM Marin Design Studio
San Siro by Azucena, Design Luigi Caccia Dominioni
1919 by Poltrona Frau, Design Renzo Frau
Geo by Saba, Design Paolo Grassello
Mos by Gebrüder Thonet Vienna, Design GamFratesi
Ducale by Besana Carpet Lab, Design Cristina Celestino
Double by Brokis, Design LCM Marin Design Studio
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I materiali più amati restano i velluti, il cuoio e il legno e l’atmosfera è un mix di classicismo nobile e contemporaneità: un divano firmato da Luigi Caccia Dominioni, una poltrona storica degna di Lord Brummel, un tavolino che grazie alla paglia di Vienna ci riporta a certi caffè fin de siècle.

Brick bu Classicon, Design Eileen Gray
Stand by Tato, Design Ignazio Gardella
Metropolis by Galerie Philia, Design Jan Garncarek
Vase by Eva Solo
Self-portrait with a hood by Claire Tabouret - courtesy Galerie Perrotin
Cruciverbiste by Sophie Calle - Courtesy Galerie Perrotin
The pensive air by Jenes Fänge - Courtesy Galerie Perrotin
Brick bu Classicon, Design Eileen Gray
Stand by Tato, Design Ignazio Gardella
Metropolis by Galerie Philia, Design Jan Garncarek
Vase by Eva Solo
Self-portrait with a hood by Claire Tabouret - courtesy Galerie Perrotin
Cruciverbiste by Sophie Calle - Courtesy Galerie Perrotin
The pensive air by Jenes Fänge - Courtesy Galerie Perrotin
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Qui tutto gioca con la memoria. In fondo basta una madeleine intinta in una tisana di tiglio perché il ricordo, cristallizzato da qualche parte e apparentemente inaccessibile, si sveli nella sua potenza. Come quell’orchidea che abbiamo voluto appoggiare sul tavolino, simbolo dell’amore tormentato tra Charles Swann e Odette de Crécy in Alla ricerca del tempo perduto, il capolavoro di Marcel Proust. Il fiore che lo stesso Proust portava sempre appuntato sul bavero della giacca e che a cento anni dalla sua scomparsa (18 novembre 1922) dimostra continua a raccontare una storia di eleganza e raffinatezza. Da vero dandy.