DATA SHEET
Owner: Figura 11
Hotel operator: Radisson Collection
Architectural restoration: Sirecon
Interior design: Studio Marco Piva
Architecture & work supervisor: Venice Plan Ingegneria
Main Contractors: Arredo Design, BRB Engineering, Concreta, Prisma
Furnishings: Brunner, Calligaris, Ethimo, Miniforms, Natuzzi, Tribu, Wiesner Hager Mobel
Lighting: Artemide, Flos, Italamp, Marset, Rossini Illuminazione, Santa & Cole, Vibia
Bathrooms: Axor, Ceramica Globo, Crown International, Geberit, Hansgrohe, Margaroli, Vismara, Zucchetti.Kos
Kitchens: Candy, Electrolux, Elica
Flooring and surfaces: Cotto D’Este, Itlas, Pagani Marmi, Silestone, Unilin Italia
Textiles: Rada, Rubelli
Carpets: Besana Carpet, Lolohey, Radici Pietro
Curtains: Delius, Jab, Silent Gliss, Tendaggi Paradiso
Handles: Colombo Design, DND
Photo credits: Andrea Martiradonna
Fin dal Cinquecento, il Canale di Cannaregio era fra le principali porte d’ingresso alla città per chi arrivava dalla terraferma. Dei molti palazzi signorili che si specchiavano nelle sue acque, uno, in particolare, catturava l’attenzione: Palazzo Nani, dal nome dell’omonima, nobile famiglia veneziana che lo fece costruire abitandolo per secoli, prima che diventasse una caserma e poi una scuola. Dopo due anni di restauro, Palazzo Nani oggi è la nuova punta di diamante dell’ospitalità veneziana, firmata Radisson Collection: un tripudio di stucchi e pavimenti in seminato, legni antichi, affreschi, arredato con sobria e sofisticata eleganza dallo Studio Marco Piva (che per Radisson ha già progettato il milanese Palazzo Touring Club).
«Palazzo Nani era un’architettura bellissima, ma in stato di degrado: trasformarlo in hotel a 5 stelle è stata l’occasione per riportarlo a nuova vita», spiega l’architetto Marco Piva, che in stretta collaborazione con la direzione lavori, Venice Plan Ingegneria, e con la Soprintendenza alle Belle Arti, ha puntato su un progetto “box in the box”, facendo dialogare l’involucro monumentale con l’interior design, l’apparato decorativo con gli arredi made to measure, ispirati alla venezianità.
Nelle 52 camere (36 standard, 15 suite, una presidential suite) e nei 3 appartamenti, i legni e le essenze, con i loro particolari disegni, si pongono in continuità con i materiali originari della struttura dell’edificio. Finiture e colori evocano le cromie dell’acqua, i riflessi del vetro della vicina Murano, gli interni delle gondole.
Sono un richiamo alla laguna anche i marmi dalle venature forti – come il Palissandro Nuvolato e il Bardiglio Nuvolato – mentre le tinteggiature delle stanze omaggiano i fregi e gli affreschi dei soffitti, realizzati in gran parte nell’Ottocento da Bevilacqua, quando la famiglia Nani aveva già lasciato il palazzo per trasferirsi a Ca’ Rezzonico.
«Il dialogo con la storia era imprescindibile», continua l’architetto, che nel nuovo layout ha modificato il meno possibile la struttura interna, aggiungendo pochi tramezzi quando strettamente necessario, progettando armadi ed elementi d’arredo che contenessero le parti tecnologiche, per non interrompere la continuità visiva degli spazi. Laddove possibile è stato recuperato il pavimento in seminato, altrimenti la scelta è ricaduta su parquet dalla trama geometrica, in armonia con la linearità degli ambienti.
A dominare la scena sono soprattutto gli spazi comuni, su tre livelli. L’ingresso principale dell’hotel accoglie la consolle-reception e dà accesso ai ristoranti e al bar, dominato dal bancone curvilineo, color verde laguna. Al primo e al secondo piano, i saloni nobili ritrovano l’antica funzione di luogo d’intrattenimento, con sedute lounge realizzate in collaborazione con Natuzzi che ricordano la cromia degli affreschi mitologici a soffitto, dei marmorini e delle muse dipinte negli ovali sopra le porte.
«Sono ambienti magici, pieni di luce, dove l’ospite si sente come a casa», conclude l’architetto. Degna summa di un progetto che vuole offrire il meglio dell’ospitalità in laguna, in un contesto attrattivo e osmotico che armonizza arte, storia e design.