La poltrona Noodle nasce alla fine degli anni ’60 durante una lezione ai suoi allievi all’Istituto d’Arte di Faenza. Per spiegare l’importanza dei gesti liberi nella generazione delle idee, Betti prende uno dei suoi segni ‘pulsanti’ e gli dona tridimensionalità trasformandolo in una poltrona.
Amante delle tagliatelle fatte a mano, rivede nella sua creazione la stessa forma e così la chiama Noodle. Realizzato in poliuretano sagomato, metallo e legno multistrato, che nella riedizione 2022 di Paradisoterrestre è rivestito in lana pettinata Kvadrat/Raf Simons, l’imbottito curvato dalla forma ‘ondulata’ rimanda anche alle esperienze artistiche di Betti sul tema della pulsazione.
“La vita nell’universo si esprime attraverso pulsazioni: dal microcosmo al macrocosmo (dalla cellula alle masse galattiche), seguendo ritmi differenti, ora veloci, ora lentissimi e non percepibili dall’uomo. La luce e il suono si trasmettono per onde: la marea va e viene, il battito cardiaco e la respirazione sono pulsazioni ritmiche. Tutto ciò che è vivo pulsa e le differenze fra le forme di vita sono differenze di pulsazioni. Se io pulsassi al ritmo di quell’albero, sarei quell’albero.”
Pulsazione è uno dei tre concetti fondamentali che sono dichiarazione poetica dell’artista e guida alla mostra Trasversale • Pulsazione • Ritmo, retrospettiva curata dalla Galleria Paradisoterrestre, con il patrocinio del Comune di Faenza, e dedicata ad Augusto Betti (1919-2013). La mostra, visitabile fino al 30 giugno, presenta in anteprima la riedizione di Noodle accanto a numerose altre opere degli anni Sessanta e Settanta.
Le prime sperimentazioni della serie “cassette” (1959-1961), fatte a partire da scatole di legno quadrate, larghe circa un metro e profonde una dozzina di centimetri, chiuse da materiale trasparente, nelle quali l’artista si diverte a inserire elementi che creano giochi di luce e di movimento mutevoli a seconda del punto di vista.
Le sculture in resina e vetroresina Pulsazioni (1964), Scatola dei sentimenti (1964), Struttura equilibrante (1964), Obelisco (1965), Ballerina (1965), Vibrazioni (1967), Orgonoscopio (1967), Camera con lenti (1969), che nell’allestimento si alternano ai pezzi unici di design realizzati allora in collaborazione con l’azienda Habitat Sintoni di Faenza, la sedia e il tavolo Austere (1967), la sedia Foemina (1967), poltrona e divano Prisma (1971) e la sedia Ciclope (1972). L’occasione per conoscere e apprezzare un intenso, sfaccettato lavoro di ricerca e di progettazione che per ritrosia, modestia e carattere dell’autore è rimasto per lo più sconosciuto.
Come racconta Gherardo Tonelli, proprietario di Paradisoterrestre, “nel mio lavoro di costante ricerca di pezzi storici del design, mi sono imbattuto in alcuni incredibili oggetti realizzati da Augusto Betti. Studiando la sua biografia, ho scoperto che questa eccezionale produzione è stata solo una piccola parentesi nella sua vita creativa. La grandezza dell’autore è chiaramente intuibile già dai suoi pezzi di design, che definirei come delle perle rare.
Grazie alla figlia Cristiana, ho potuto approfondire la conoscenza dell’intera produzione di Augusto Betti, anche e soprattutto come artista. Questa che per me è stata – ma credo che per molti altri sarà – una vera e propria scoperta, non fa altro che confermare la visionaria intuizione gaviniana di arte e design come imprescindibile binomio.”
Galleria Paradisoterrestre
Via De’ Musei 4, Bologna
Fino al 30.06.2022
Si ringraziano: Cristiana Betti e Sergio Callegari; Arch. Silvia Maggi e Bianca Sangiorgi.