Potrebbe sembrare un titolo di un film e, considerando quante pellicole a stelle e strisce sono state ambientate nella celebre città che si trova nel deserto del Mojave – nello stato americano del Nevada – sarebbe anche decisamente divertente. Anche se la prima idea che viene in mente a tutti quando si parla di Las Vegas sono i casinò e la sua vita notturna, con locali e ristoranti aperti all-day-long e perfetti per passare una vacanza all’insegna del divertimento sfrenato, ma la “Città del Peccato” offre molte altre interessanti attrazioni, anche per tutti gli appassionati di design.
Una città che ha fatto scuola
Nel 1972 Las Vegas si è trovata al centro del dibattito internazionale sull’architettura e sul design: è di quell’anno, infatti, la pubblicazione di “Learning from Las Vegas”, saggio curato da Robert Venturi, Denise Scott Brown e Steven Izenour. Un volume che è diventato nel tempo una pietra miliare dell’architettura postmoderna, tradotto in diciotto lingue, manifesto di una nuova generazione di architetti che cercava un modo inedito di concepire gli spazi urbani, creando svago, divertimento e stupore.
Las Vegas infatti rappresentava allora quel concentrato di disordine che ogni città cercava di evitare e dal quale ci si voleva allontanare. Era (e in qualche misura lo è tuttora) caotica, ricca di casinò e hotel, motel e drive-in, distributori e wedding chapels, insegne luminose gigantesche. Una non-città, nata senza un vero e proprio disegno e assediata dal vuoto del deserto. Combinazione di epoche e stili, senza confini precisi. Un’opera libera.
La pubblicazione fece scalpore nel mondo dell’architettura, dividendolo in due fazioni: chi lo trovava eccessivo (come gli esponenti del modernismo) e chi, invece, lo esibiva come icona del cambiamento necessario. Leggere questo testo è un ottimo punto di partenza per trarre spunti di riflessione e girare in maniera virtuale questa Mecca americana.
Il CityCenter, l’arte e i casinò
Il CityCenter (marchio che dal 2015 è stato sostituito dal termine “Aria”), spazio a uso misto che copre una superficie di 1.560.000 metri quadrati, è uno dei luoghi più iconici della città americana e uno dei complessi architettonici più innovativi e famosi degli States.
Inaugurato nel 2010, è composto da sei complessi tutti affacciati sulla più famosa Strip del mondo, la Las Vegas Boulevard South, la strada più famosa della città, fiancheggiata da casinò, hotel di lusso, negozi, ristoranti (da quelli tradizionali a quelli più esclusivi) e strutture per spettacoli musicali, umoristici e circensi. Tra le attrazioni più importanti del CityCenter c’è sicuramente la sua collezione d’arte, una sorta di galleria d’arte a cielo aperto dove ammirare opere di artisti di fama mondiale.
Naturalmente non si può parlare di Las Vegas senza nominare la vera attrazione della città: i casinò. Non si tratta di semplici edifici dove giocare d’azzardo (o magari sposarsi in gran segreto) ma di opere architettoniche dove la ricerca si sposa al desiderio di stupire. Si parte dal Bellagio, uno dei più famosi e frequentati, ispirato a un luogo che noi italiani conosciamo molto bene: il lago di Como. La struttura ricalca quella del Grand Hotel Villa Serbelloni, uno splendido edificio sul bacino comasco. Iconico è anche l’Aria Resort & Casino, progettato dallo studio Pelli Clarke Pelli Architects: un edificio di 61 piani con 4.000 camere. La struttura è composta da due edifici curvilinei, realizzati in acciaio e vetro.
Per chi ama l’arte e il design il Crystals at CityCenter è una destinazione da vedere: 46.000 mq di spazi per la ristorazione innovativi e spettacolari e negozi delle più prestigiose marche al mondo. La struttura esterna è sfaccettata e presenta un prospetto diverso da ogni punto in cui la si osserva. Una scultura dinamica progettata da Daniel Libeskind e con architettura d’interni curata da Rockwell Group.