Il futuro inizia oggi

Conversazione con Enrico Hoffmann, CEO di Bosch Elettrodomestici SpA, sulla casa, su come sta cambiando il modo di viverla. E su come gli elettrodomestici stanno seguendo (o aiutando) questo processo

Enrico Hoffmann
Enrico Hoffmann

Enrico Hoffmann, classe 1974, laurea in economia e commercio, ha iniziato la sua carriera lavorativa all’interno del Gruppo BSH (che raccoglie tra gli altri i marchi Bosch, Siemens, Gaggenau e Neff), dove ha maturato ruoli di crescente responsabilità a livello internazionale, iniziando il suo percorso professione nell’’inizio nell’headquarter di Monaco in Germania e in seguito per 11 anni in Italia. Dopo aver ricoperto ruoli direttivi in Sudafrica e in Svizzera, dal maggio 2021 è CEO di BSH Elettrodomestici SpA. Lo incontriamo per una discussione ad ampio raggio sulla casa, su come sta cambiando il modo di viverla, su come gli elettrodomestici stanno seguendo (o aiutando) questo processo.

Negli ultimi anni stiamo assistendo a un’evoluzione molto veloce degli stili di vita. Come vede questi cambiamenti, in quale direzione stiamo andando?
Prima del 2020 si erano già avviati alcuni trend che la pandemia ha inevitabilmente accelerato, portando con sé anche alcuni cambiamenti del tutto nuovi. Da tempo infatti i consumatori dedicano una maggior attenzione al cucinare in casa e ciò è evidente anche nelle progettazioni degli spazi domestici: la cucina oggi è open space e a vista, forma un tutt’uno con l’area living per dare vita a una zona giorno che è anche il luogo stesso della convivialità. Le pietanze non sono più preparate in un locale nascosto, o comunque separato dagli altri, ma in una zona di vera propria attività sociale: oggi c’è più attenzione a come si mangia, alla preparazione stessa del cibo e quindi alla ricerca di ingredienti sani e di qualità. La pandemia e i lockdown forzati hanno fortemente spinto queste tendenze già in atto, facendo ritornare la casa il cuore della nostra vita, trasformandosi nel luogo deputato anche ad attività che prima si svolgevano all’esterno: le nostre dimore si sono trasformate in palestre, negozi (grazie allo shopping online), scuole e persino uffici. Ciò ha comportato anche che si cucinasse di più e che quindi si utilizzassero gli elettrodomestici con maggiore frequenza, permettendo al consumatore di apprezzarne ancora di più determinate caratteristiche e funzioni, soprattutto da un punto di vista di praticità e comfort.

Tutte queste nuove esigenze da noi riscontrate si sono tradotte anche in numeri: il 2021 ha segnato un record storico per il nostro settore dove le vendite hanno registrato una crescita straordinaria di circa il 19%. Inoltre anche quest’anno la domanda continua a essere molto alta legata ad una richiesta di prodotti di maggior valore. Si stanno poi facendo strada alcune nuove abitudini. Se l’Italia è storicamente un Paese che ha sempre preferito affidarsi ai piani cottura a gas, rappresentando l’80-90% del mercato, negli ultimi anni la scelta dei clienti ricade spesso su piani cottura elettrici e soprattutto a induzione. Un altro cambiamento a supporto di questi nuovi trend è anche caratterizzato da particolari innovazioni dal punto di vista progettuale e tecnologico, come ad esempio il piano con la cappa integrata, che si traduce in una considerevole fetta di mercato con numeri sempre più in crescita.

Riesce a vedere dove stiamo andando?
Il consumatore medio è molto più preparato rispetto al passato, non cerca solo un prodotto che abbia delle caratteristiche standard ma sempre più spesso fa una scelta in linea con i suoi valori, in primis la sostenibilità. Può sembrare un’osservazione scontata ma si appoggia su radici molto profonde, perché da oltre vent’anni si è iniziato a riflettere sul risparmio energetico e sulle conseguenze ambientali dei consumi: non si tratta quindi di una novità e i miglioramenti che abbiamo apportato in questo ambito sono enormi. Tuttavia ci stiamo accorgendo che il consumatore non li ha mai percepiti in maniera così forte e importante come adesso. Oltre all’attenzione verso sostenibilità e consumi, entra poi in gioco un altro concetto, ovvero l’economia circolare. Il cliente oggi vuole sapere cosa succede all’elettrodomestico a fine uso. È dunque evidente che sono moltissimi gli aspetti del cambiamento in corso e che ci fanno interrogare su quali saranno i temi del futuro. Un altro importante fattore è quello della digitalizzazione, della connettività e impiego dell’intelligenza artificiale sono ora un must nella progettazione dell’elettrodomestico e lo scopo alla base di queste innovazioni è di semplificare il più possibile la vita del consumatore. Rispetto ad altri ambienti della casa, la domotica applicata agli elettrodomestici è ancora agli inizi ma è un tema decisamente in costante sviluppo. È indubbio che sarà un trend forte in cucina e nella casa in generale negli anni a venire.

Questo si tradurrà in prodotti di concezione radicalmente nuova?
Le funzioni di base degli elettrodomestici oggi sono ancora molto simili a quelli di cinquant’anni fa: la lavatrice lava ancora con l’acqua, l’idea tecnologica/meccanica alla base è ancora più o meno la stessa; idem per il frigorifero o per il forno. Ci sono poi funzioni sempre più smart e tecnologiche: basti pensare all’induzione, alla cappa integrata ai piani cottura, alle lavatrici con funzione auto-dosaggio e perfino ai forni con programmi automatici di cottura guidati da sensori. Tuttavia a mio avviso si tratta di idee non realmente di rottura. Piuttosto, ci saranno prodotti nuovi in ambiti come quello dell’igiene, che nella percezione del consumatore è cresciuto tantissimo: una novità appena lanciata è Fresh up, un accessorio che tramite la tecnologia al plasma elimina completamente gli odori dai vestiti. La vera rivoluzione è rendere accessibili innovazioni importanti come la connettività sull’intera gamma e non solo sulla fascia premium, come già implementato per le nostre lavastoviglie.

A proposito di evoluzioni: da produttori di elettrodomestici avete mai pensato di diventare produttori di cucine, in modo da integrare tutto quello che fate?
È un’esperienza che abbiamo già fatto. Quando è nata, BSH aveva anche un settore cucine, attivo soprattutto in Germania. Personalmente non vedo questo ambito nel futuro dell’azienda semplicemente perché la ricerca e sviluppo si sta concentrando, investendo ingenti risorse, sui concetti tecnologici di cui abbiamo parlato. Chi vorrà mantenere il successo e l’appeal nel nostro mercato, dovrà piuttosto specializzarsi e concentrarsi sempre più sull’evoluzione delle tendenze, osservando sempre più da vicino il consumatore finale.

Da uomo d’industria, qual è il suo “sogno nel cassetto”?
Vorrei che emergesse di più l’impegno che mettiamo nel migliorare la qualità della vita delle persone, uno sforzo che a volte non viene percepito come auspichiamo. In parte però questo sta già succedendo. La soddisfazione non viene tanto dai numeri, che sono una conseguenza, ma dall’apprezzamento dei nostri marchi e prodotti da parte dei consumatori.