Da una parte c’è la giovane Galerie Goossens in rue Cambon 20, a Parigi. Giovane si fa per dire, perché inaugurata sì nel 2020 per esporre le creazioni dell’omonima maison nel campo delle arti decorative, ma erede di quel Robert Goossens (1927 – 2016) incoraggiato nel ’53 da Coco Chanel a creare i suoi primi oggetti, dopo essersi guadagnato l’appellativo di Monsieur Bijou.
Dall’altra c’è Harumi Klossowska de Rola, figlia di Balthus, tra i pittori francesi più famosi del Novecento, e dell’artista Setsuko Ideta. Cresciuta a pane e bellezza a Villa Medici, la magnifica sede dell’Accademia di Francia a Roma – il padre per qualche tempo ne fu direttore – e ora creatrice di gioielli.
Dal loro incontro non poteva che nascere una fiaba sublime fatta di oggetti unici dotati di una poetica straordinaria, in cui flora e fauna si dipanano armoniosamente in una fantasia soffusa e sofisticata. Elementi forgiati con delicatezza dalle mani di Harumi, i cui attrezzi del mestiere sono prima di tutto pace e calma, dato che nascono nella sua casa tra le montagne svizzere, dove lavora circondata dalla natura che nutre la sua ispirazione.
Per questo gli oggetti che crea in metallo dorato e cristalli di rocca rivendicano una sorta di animismo, retaggio anche dalla cultura giapponese. Il vischio, pianta simbolica di gioia e buon augurio, cresce lungo uno specchio o definisce le lampade che sembrano dei bouquet. L’animale simbolo di Goossens, il leone, diventa un fermacarte o custodisce il contenuto prezioso di uno scrigno.
Sculture funzionali in cui ogni dettaglio è definito con cura, nel rispetto degli stessi materiali appartenenti alla tradizione Goossens, utilizzati per la piccola gioielleria e ora traslati su oggetti d’arte per l’interior. Fedeli alle creazioni preziose e sognanti che hanno definito l’universo di questa Maison piena di storia. Per presentare la collezione nei giorni di Maison&Objet, Goossens è stata invitata da The Invisible Collection in un luogo di grande suggestione: il laboratorio/museo di Féau Boiseries. E l’impressione era davvero di essere in una fiaba.