Ideato e creato da La Fabrica, sotto la direzione di Álvaro Matías e con la collaborazione di un comitato consultivo di esperti, Madrid Design Festival presenta, alla sua quinta edizione, un programma volutamente trasversale. L’intento è quello di mostrare quanto il design sia capace di trasformare il nostro quotidiano, generare metodologie, cambiare mentalità, alterare in positivo il nostro ambiente.
Per questo, le proposte ambiziose, in mostra fino al 13 marzo, toccano di fatto tutte le discipline di una materia che va dall’architettura alla grafica, passando per la comunicazione e l’interior design. Una lente attraverso la quale osservare problemi sociali tra cui abitabilità e mobilità nelle città, l’invecchiamento attivo della popolazione, l’edilizia sostenibile, il benessere e il miglioramento della qualità della vita.
Il design diventa così la chiave di un possibile sviluppo economico. I progetti sono distribuiti su un tessuto cittadino che coinvolge istituzioni, marchi (come Bulthaup, Gandiablasco/GAN, Glamora, Hermann Miller, Lago, Lladró e Valcucine), aziende, musei, e che omaggia il talento creativo spagnolo e dà visibilità a quello internazionale con 41 mostre, 7 installazioni, 219 attività e la partecipazione di 637 professionisti.
Al Fernan Gomez. Centro Cultural de la Villa, sede principale del festival, si svolgono alcune tra le mostre più significative. Matador 25 años. Viaje al corazón de una revista mítica celebra l’anniversario di una delle pubblicazioni più iconiche della scena spagnola, ripercorrendone la storia attraverso le opere originali di autori che hanno abitato le sue pagine, come Patricia Urquiola, Miquel Barceló, Alberto-García-Alix, Marina Abramovic. Per l’occasione Swatch, sponsor del festival, ha creato un modello in edizione limitata disegnato da Luis Gordillo.
Sempre al Fernan Gomez, la mostra Inferencias, in collaborazione con la galleria di Barcellona il-lacions, è un invito a scoprire il design contemporaneo attraverso un processo interpretativo che mette in relazione creativi locali e referenti internazionali. Un dialogo tra parti che non si conoscono nato per condurre ad un arricchimento reciproco.
Per la prima volta, la luce ha uno spazio di riguardo nell’ambito del festival con il progetto Fiat Lux 3, una proposta immersiva che risveglia sensi e coscienza con l’obiettivo di far sentire lo spettatore parte di un’illusione. Realizzata da Simon e Antoni Arola, Fiat Lux 3 è un’architettura di luce in cui spazi inesistenti appaiono dal nulla, mutano, si mescolano e poi si spengono, creando un mix di sensazioni visive e sonore che avvicinano, a poco a poco, all’intangibile. È un viaggio sensoriale anche la proposta di Mazda, SACo e The Sibarist, che invita, attraverso il lavoro dell’interior designer Lorna de Santos, a esplorare l’alto valore dell’artigianato come espressione culturale e identitaria.
Il problema della scarsità d’acqua in relazione a cambiamenti climatici, inquinamento, uso improprio e sprechi è invece affrontato dalla mostra Dulce Agua, nella location CentroCentro, a cura di Ana Domínguez Siemens. Una serie di oggetti propone soluzioni legate al trasporto, filtrazione, conservazione ed un utilizzo più razionale di questo bene prezioso, riducendo anche al minimo l’uso della plastica.
Nella bellissima Plaza de Colón, il progetto di Ikea Next Gen: Seniors mira a ridisegnare la città del futuro per la società più longeva della storia. Un’installazione fisica e digitale, opera dello studio Espada & Santacruz, raccoglie informazioni e riflessioni in vista di sfide e soluzioni possibili. Infine, tra i premi istituiti dal festival, la seconda edizione del MINI Design Award riconosce l’attitudine creativa di tutti quei professionisti e nuovi talenti del design che indirizzano il loro lavoro verso il miglioramento della vita nelle città.