“Life, la mia opera d’arte, e la Fondation Beyeler dialogano fisicamente con il parco circostante, con il paesaggio urbano e con il pianeta e prendono vita da qualunque cosa o persona vi convenga”.
“Da quando ho iniziato la mia pratica d’artista agli inizi degli anni ‘90 sono sempre stato molto attento al problema della percezione, interessandomi anche al contesto cognitivo e culturale che la plasma. Life si anima grazie al vostro venirle attivamente incontro, grazie alla vostra percezione. Ho deliberatamente scelto di non fornire un testo didattico-esplicativo che accompagni l’opera d’arte in quanto esso potrebbe condizionare la vostra percezione di visitatori, influenzando anche l’interpretazione della mostra. Per me è importante che non si condivida una prospettiva univoca su Life. Certi miei pensieri sulla realizzazione dell’opera e sulla sua esistenza futura, come pure le mie fonti d’ispirazione sono espressi in questa sede. Ma al contempo sono aperto al contributo che i visitatori stessi daranno al mio lavoro e ne accolgo volentieri aspettative, ricordi, pensieri ed emozioni”.
“Life presenta un modello per un paesaggio futuro. È ospitale. Un paio di anni fa quando con Sam Keller, Direttore della Fondation Beyeler, si discuteva per la prima volta della mostra ho pensato perché non invitare tutti all’evento? Invitiamo il pianeta – piante e specie varie. Invece di aprire semplicemente una porta ho deciso di rimuovere tutti gli ostacoli strutturali che si frapponevano tra il dentro e il fuori dell’edificio e sono molto grato alla Fondation Beyeler e all’architetto Renzo Piano, che ha costruito il museo, per avermi consentito di far togliere con cura e attenzione la facciata di vetro dell’edificio”.
“Vi invito a esplorare la mostra di persona. Se non siete in grado di recarvi alla Fondation Beyeler, potete visitare il sito per vedere la mostra dal vivo, a qualsiasi ora del giorno e della notte, alternando prospettive umane e non.”
Olafur Eliasson
Aprile – Luglio 2021
Curatore: Sam Keller
La mostra è realizzata da Studio Olafur Eliasson e Fondation Beyeler in collaborazione con Vogt Landschaftsarchitekten.