Nel creare hotel in dialogo costante con la loro location storica e iconica, Sara Duffy realizza interior design di alto livello connotati da una narrazione immersiva e singolare. La sua visione classica – il suo background affonda le radici nella storia dell’arte e nella televisione – si traduce in architetture esclusive e contemporanee come il TWA Hotel al JFK Airport, il NoMad di Las Vegas e New York (in collaborazione con Jacques Garcia), il Conrad New York Midtown e il Renaissance New York Chelsea, solo per citarne alcuni. Ma tutti, nel nome della progettualità su misura. 

Conrad New York Midtown

Conrad New York Midtown

Puoi raccontarci come è nata la tua passione per l’interior design?
Mia madre è una interior designer specializzata nel settore residenziale di alto livello. Essendo cresciuta circondata dal design, inizialmente pensai di intraprendere una differente direzione e così decisi di studiare storia dell’arte al college. Dopo la scuola, ottenni un lavoro a MTV, dove fungevo da tramite con la divisione consumer product e il team di art direction. Il mio momento di illuminazione fu quando decidemmo di aprire uno store di MTV e dovetti cercare lo studio di architettura e lavorare con il design team. Mi appassioni del processo di progettazione dello spazio e di apertura. Così tornai a scuola per studiare design al FIT Fashion Institute of Technology, cambiando in questo modo il mio percorso professionale. 

Puoi definire la tua visione progettuale nel mondo dell’ospitalità? 
Ogni progetto è differente: dipende dal cliente, dalla location, dalla storia dell’edificio. Nonostante queste differenze, tutto il nostro lavoro possiede una coinvolgente narrazione sviluppata attorno ad esso. Quando diamo inizio a un progetto, ci immergiamo nella proprietà e nel contesto circostante, spesso trascorrendo più giorni ad esplorare l’area, e ne emergiamo con un concept brillante e a più livelli: è questo racconto che poi guida il progetto e che combina i singolari aspetti nel risultato. 

Conrad New York Midtown

Conrad New York Midtown

Saint Kate - The Arts Hotel, Milwaukee, USA

Saint Kate – The Arts Hotel, Milwaukee, USA

Come descriveresti il tuo stile?
Direi contemporaneo con un tocco estroso. Certo, quale newyorkese da tutta una vita mi vesto completamente di nero per a maggior parte dei giorni. Ma apprezzo un pizzico di colore qui o là – ho perfino un corrimano rosa nel mio appartamento!

Sei a capo della nuova divisione interiors di Stonehill Taylor. Come è iniziata la partnership con questo importante studio?
In realtà sono stata introdotta nello studio Stonehill Taylor dal precedente Principal, Mike Suomi, che ha dato inizio alla divisone Interiors dello studio. Lo conoscevo dalla mia precedente esperienza con Rockwell Group. Mike ed io ci incontrammo per via delle nostre famiglie e, al tempo, stava cercando un nuovo designer che gestisse questo enorme lavoro. Una cosa tira l’altra ed è finita che sono entrata in Stonehill Taylor come capo progetto del NoMad Hotel! E come si dice, il resto è storia…  

Saint Kate - The Arts Hotel, Milwaukee, USA

Saint Kate – The Arts Hotel, Milwaukee, USA

Chi sono i principali clienti?
Supervisiono soprattutto progetti di ospitalità e ristoranti, sebbene nel mio background abbia progettato ogni cosa, dagli hotel ai ristoranti, al centri retail fino ai complessi per l’entertainment. Più in dettaglio, ho avuto il piacere di lavorare con rinomati sviluppatori del campo hospitality come Sydell Group, Marriott International, Turnberry Associates, Hyatt Hotels & Resorts, e Hilton Hotels & Resorts.

Come è organizzato il dipartimento di cui sei a capo?
Il nostro Interiors Department è diviso in studi, ognuno dei quali è gestito da uno dei nostri incredibili Interiors Associates. All’interno di ogni studio ci sono tre designer – dai junior ai senior – che lavorano al progetto dal concept iniziale fino al completamento della costruzione. È importante per noi che tutti i nostri progettisti abbiano esperienza di un’ampia varietà di capacità, comprese il pensiero Blue-Sky, il design FF&E customizzato, AutoCad e Revit, e la gestione dei consulenti.  

The Stayton Room, New York

The Stayton Room, New York

A cosa stai lavorando attualmente?
Sebbene stiamo lavorando in tutto il Paese, due progetti degni di nota sono in via di sviluppo proprio nella città natale di Stonehill Taylor, New York: il rinnovamento del Marriott Marquis nella trafficata Times Square e la riprogettazione dello storico Algonquin Hotel, a midtown Manhattan. Anche se non posso rivelare ancora nessun dettaglio specifico, posso dire di essere emozionata dell’opportunità di dare nuova forma a queste destinazioni iconiche di New York City. 

Disegni anche elementi d’arredo su misura? 
Tutto il nostro FF&E è progettato completamente su misura e pertanto unico in ogni progetto.

Hai sviluppato importanti location per Hyatt Hotels & Resorts, Hilton Hotels & Resorts… Quale sono gli elementi distintivi che definiscono la tua firma in questi progetti?
La cosa interessante di Stonehill Taylor è che non abbiamo una specifica “firma progettuale”. Per noi è importante che ogni progetto abbia una narrazione distintiva con un arredamento bespoke così che possa veramente emergere da sé. Ad ogni modo, ci impegniamo a rendere ogni nostro progetto senza tempo, accogliente per gli ospiti e connotato da dettagli progettuali tali da consentire di volta in volta nuove esperienze.

The Eliza Jane Hotel, New Orleans, USA

The Eliza Jane Hotel, New Orleans, USA

The Eliza Jane Hotel, New Orleans, USA

The Eliza Jane Hotel, New Orleans, USA

La sfida maggiore che hai dovuto affrontare?
La sfida più significativa in termini progettuali che ho affrontato in tempi recenti è stata quando ho lavorato al TWA Hotel. Se da una parte certamente è stato emozionante partecipare a questo progetto così iconico, d’altra parte c’era molta pressione per rispettare l’eredità di Eero Saarinen e il suo incredibile genio progettuale. È stata quasi un’impresa, ma ne è valsa la pena!

Nei tuoi progetti c’è sempre un’attenzione particolare alla cultura locale e alla storia. Come riesci a creare un dialogo tra la contemporaneità del design, l’innovazione e la pertinenza storica?
Non considero la storia di un sito come elemento di conflitto con la sua espressione futura – infatti è questo dialogo la chiave. Credo che mia madre abbia instillato questa sensibilità in me progettando la mia casa d’infanzia, dove fece scelte audaci che allo stesso tempo rispettavano le radici originarie dello spazio.

TWA Hotel, New York

TWA Hotel, New York

TWA Hotel, New York

TWA Hotel, New York

Nel mio lavoro, similmente mi piace avere un certo rispetto per il passato mentre accompagniamo un progetto verso il futuro. Ad esempio, quando ho lavorato sulle guest room del TWA Hotel, non volevo che gli ospiti si sentissero come in un museo, pertanto gli interior dovevano alludere al passato ma rappresentare interamente la contemporaneità.

Qual è la richiesta più originale che ti ha posto un cliente?
Di gran lunga la più originale è stata quella di Tyler Morse per il TWA Hotel. Ci fu assegnato il compito di progettare una cocktail lounge – ora ribattezzata “Connie” – all’interno di un Lockheed Constellation (ndt aereo di linea degli anni ’50-’60) originale.

In questo difficile momento storico, come vedi il futuro dell’ospitalità? Hai riflettuto su possibili soluzioni alternative per gestire questa delicata situazione?
Penso che il mondo della progettualità risponderà alle necessità del distanziamento sociale creando opportunità per gli ospiti al fine di favorire un senso di connessione – che può tradursi in un elemento di design come una parete decorativa di note scritte a mano che incoraggino gli ospiti a comunicare tra loro da lontano. Penso poi che salute e wellness saranno il pensiero prioritario insieme all’illuminazione e alla circolazione dell’aria; e i viaggiatori cercheranno sempre più rifugi nella natura, dove possono entrare in contatto con l’outdoor. Ma, più importante ancora, immagino che l’ospitalità farà un travolgente ritorno – il viaggio si ripristinerà, tornerà a ispirare le persone e resterà un caposaldo della nostra cultura.

Il tuo sogno progettuale è….?
In realtà ho sempre desiderato lavorare sul progetto di uno spazio spirituale, che si tratti di una chiesa, una sinagoga o un centro di meditazione. Ciò che amo di questi posti è che la sensazione che danno, come se fossi uscita da un mondo per entrarne in un altro. Danno l’opportunità di creare spazi eterei che sono differenti da qualunque altra destinazione. Sono luoghi di introspezione, personali e tranquilli, che permettono di guardare all’interno di sé.

Portrait photo © Blaine Davis
Projects photo © David Mitchel (Conrad New York Midtown, Saint Kate The Arts Hotel, The Stayton Room NY), Eric Laignel (TWA Hotel)