È un “affare di famiglia” la Zuccon International Project. Martina e Bernardo Zuccon sono cresciuti parallelamente allo studio fondato dai genitori, l’architetto Gianni Zuccon insieme alla moglie e collega Paola Galeazzi, nel 1972, studio nato con una visione multidisciplinare (dall’architettura al design industriale) entrato favorevolmente nell’orbita della nautica solo pochi anni dopo, grazie alla collaborazione con Cantieri Posillipo e successivamente con il cantiere Baglietto.

Ne hanno assaporato sfide e successi, hanno fatto propria quella profonda passione per il mare e la nautica che ha portato lo studio ZIP (come amichevolmente è stato ribattezzato) a diventare interlocutore privilegiato dei maggiori cantieri (come il Cantiere Navale Ferretti e CRN di Ancona). Qualche anno e decine di modelli dopo, ne hanno quindi preso il testimone ampliandone gli orizzonti e le prospettive. Sotto la guida della seconda generazione si inaugura la fiorente partnership con Sanlorenzo Yacht, che ha portato a risultati inediti come SL96A, SD 96, SX76 e per il marchio Bluegame BG42, BG62, BG70 e il nuovo BGX60; ultimi traguardi di questo importante sodalizio, 44Alloy realizzato in alluminio e SX112 presentato in esclusiva al 60esimo Salone Nautico di Genova.

PY Heritage 45m,by Picchiotti Yachts

PY Heritage 45m by Picchiotti Yachts

Siete la seconda generazione alla guida dello Studio. Cosa rappresenta per voi il mondo della nautica?
È vero, furono i miei genitori a fondare Zuccon International Project nella fine degli anni ’70. Tra le mura della nostra casa si respirava il profumo del mare e delle barche ogni giorno, c’erano riviste di nautica ovunque e quando l’estate andavamo nella casa dei nonni al mare, trascorrevo ogni pomeriggio sui pontili del porto a studiare le barche, analizzandone ogni dettaglio, imparando fin da piccolo a distinguerne i cantieri, le tipologie e gli architetti che le avevano progettate. E quando spesso mi trovavo davanti a yacht disegnati dai miei genitori l’orgoglio era grande ed in me non poteva che crescere naturalmente il desiderio e la voglia un giorno di poter ripercorrere quelle orme così affascinanti. Dunque, per rispondere alla tua domanda, la nautica per me è casa.

Definireste il comparto nautico conservativo o aperto al cambiamento?
Il design nautico ancora e forse mai come oggi soffre rispetto ad altri settori il peso della tradizione; parliamo di un settore conservatore dove il concetto di innovazione ha assunto troppo spesso un significato privo di reale sostanza. Le barche di oggi, o almeno quelle che rispondono meglio al mercato sono molto simili alle barche di mezzo secolo fa, non a caso si sta diffondendo molto la moda del vintage recuperando o rievocando immagini di imbarcazioni storiche. Le sperimentazioni formali che dovrebbero guardare al futuro rimangono troppo spesso semplici idee su carta che non trovano riscontro in un mercato, quello attuale, quanto mai spaventato dalla crisi finanziaria ed ostile ad accettare il cambiamento.
Nostro dovere oggi come progettisti? Investire tanto nella ricerca per fornire nuovi scenari e stimoli, mantenendosi sempre legati alla tradizione, ma moralmente obbligati a rinnovare ed innovare per non fermare il motore del cambiamento; l’innovazione tecnologica oggigiorno ci permette di intraprendere percorsi prima impensabili, con un occhio ormai doverosamente attento alle necessità di un design che sia il più possibile ‘sostenibile’.

BGX70 by Bluegame

BGX70 by Bluegame

Si parla di green e sostenibilità ormai in tutti i settori: come trova applicazione nel mondo nautico?
L’industria nautica indaga da almeno 15 anni sui temi dell’ecosostenibilità, ma il problema è sempre stato quello di trovare tecnologie che permettessero di implementare le diverse soluzioni proposte. Sicuramente negli ultimi tempi si è fatto un enorme passo avanti in termini di propulsione: motori ibridi o elettrici sono oggi una realtà e i cantieri lavorano costantemente per offrire yacht con sistemi di propulsione sempre più eco-compatibili.
Il vero problema a mio avviso è che, sebbene i cantieri navali siano disposti a investire in questo settore, c’è ancora la necessità di educare gli armatori che sono fondamentalmente conservatori. Infatti, quando viene data la possibilità di scegliere, l’armatore preferisce quasi sempre un sistema di propulsione non sostenibile.

44Alloy by Sanlorenzo
44Alloy by Sanlorenzo
44Alloy by Sanlorenzo
44Alloy by Sanlorenzo
44Alloy by Sanlorenzo
44Alloy by Sanlorenzo
44Alloy by Sanlorenzo
44Alloy by Sanlorenzo
44Alloy by Sanlorenzo
44Alloy by Sanlorenzo
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Yacht e superyacht sono diventati progetti residenziali a tutto tondo. Come sono cambiati gli scenari abitativi al loro interno?
Si parla sempre di più di home design legato alla nautica, ma attenzione a non perdere di vista l’aspetto funzionale dell’oggetto, la sua navigabilità, il comfort in movimento, sono solo alcuni degli aspetti che rendono il lavoro di noi “designer del mare” diverso da quello dei nostri colleghi “di terra”. Si pensi anche solo all’arredo degli interni: la barca non è un’architettura statica e chiaramene i suoi interni si devono adattare a questi movimenti in modo da non compromettere la funzionalità di alcuni dei suoi ambienti.

Che si tratti di yacht o superyacht, mi piace interpretare ogni progetto come un contenitore di vita che sceglie di non cambiare nei suoi spazi e nelle sue funzioni, che semplicemente si trasformano per riadattarsi a dimensioni ed ergonomie differenti ma che conservano principi funzionali e distributivi senza costringere chi vivrà la barca ad accettare delle rinunce.

Come invece si è trasformata la relazione con l’esterno (penso a progetti innovativi come SX112 e SL96 Asymmetric di Sanlorenzo)?
SL96 Asymmetric è il secondo modello asimmetrico realizzato a marchio Sanlorenzo: l’asimmetria ha permesso di riscrivere i convenzionali equilibri di bordo offrendo non solo volumi finora destinati ad altre funzionalità, ma soprattutto creando nuovi scenari di vita, nuovi punti di vista in grado di intensificare e favorire quel viscerale legame visivo, fisico ed emozionale che esiste tra l’uomo e il mare. Flussi di bordo che cambiano e che offrono nuove opportunità di sfruttamento degli spazi nella quotidianità della vita. Una ricerca tipologica mirata a individuare una nuova potenziale modalità di vivere il mare che lo studio porta avanti negli anni ci concretizza ulteriormente con SX112.

SX112 by Sanlorenzo - Photo © Thomas Pagani

SX112 by Sanlorenzo

SX112 by Sanlorenzo - Photo © Thomas Pagani

SX112 by Sanlorenzo

A bordo del nuovo SX112 le barriere ‘cadono’ e la barca si apre al mare attraverso un’interpretazione semplice e diretta, dove tutto entra in relazione con il contesto marino. Questo progetto vuole unire a una tipologia abitativa trasversale e innovativa che altera i tradizionali equilibri distribuitivi quelli che oggi sono i ‘must have’ che il mercato richiede anche su imbarcazioni di dimensioni più contenute.

SX76 by Sanlorenzo - Photo © Federico Cedrone
SX76 by Sanlorenzo - Photo © Federico Cedrone
SX76 by Sanlorenzo - Photo © Federico Cedrone
SX76 by Sanlorenzo - Photo © Federico Cedrone
SX76 by Sanlorenzo - Photo © Federico Cedrone
SX76 by Sanlorenzo - Photo © Federico Cedrone
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Vi trovate spesso nel mezzo tra armatori e interior designer affermati: è tutta questione di equilibri?
Lavorare con designer affermati appartenenti a settori diversi da quello nautico è sicuramente unì esperienza che ci arricchisce reciprocamente. Approcci diversi, punti di vista completamente opposti, idee, opinioni non posso far altro che dare un valore aggiunto al progetto. Mentre condividere e rielaborare le richieste degli armatori è probabilmente la parte più interessante del nostro lavoro. Al di là degli apprezzamenti che possono derivare dalla visita a bordo di un giornalista o di un cliente, la cosa bella è sapere che la barca è stata acquistata da un armatore che ha scelto di navigare e vivere in base a dei parametri che io stesso ho definito, e che il cliente ha sposato.