Tondini metallici, faggio curvato, telai severi, tubolari e meccanismi che trasformano il divano in letto, la struttura degli imbottiti si fa notare e lo fa con decisione, esplorando nuovi territori estetici, cercando di far convivere su un unico prodotto sensazioni diverse tra la rigidità della struttura e le imbottiture morbide.
La poltrona e bergère Janet di Umberto Asnago per Giorgetti ne è un chiaro esempio perché contrappone la solidità della scocca esterna, alla sofficità della seduta e dello schienale. Disponibile nella versione liscia o caratterizzata da un prezioso gioco di cuciture a esagoni allungati, la poltrona sembra fluttuare sopra il basamento che combina metallo e noce canaletto, con un profilo metallico che separa le gambe in legno.
La poltrona RITO ne è un esempio, Matteo Thun e Antonio Rodriguez, che collaborano da tempo per Désirée, creano questa seduta ‘timeless’ che coniuga la leggerezza e l’essenzialità della struttura in tondino metallico, alla morbidezza e generosità dell’imbottitura. Solida e protagonista dello spazio se osservata dal davanti, sottile e affusolata se vista lateralmente. Progettata per ogni ambiente, è caratterizzata dall’assenza di braccioli, che la rendono adatta anche a spazi meno ampi.
Anche il divano Ayton di Borzalino dello studio Debonademeo è capace di generare sensazioni contrastanti: le linee rigorose del supporto si contrappongono alle morbide curve degli imbottiti, le superfici lisce si abbinano a morbidi tessuti, la pelle più pregiata a ricercati filati. La severità del telaio, ispirato alle geometrie nordiche degli anni ‘50, si attenua nella comodità informale di seduta e schienale di gusto contemporaneo. Come un tappeto volante, la struttura si solleva da terra in un piano orizzontale a conchiglia che racchiude un cuore soffice e accogliente. Ayton si compone di varie tipologie di sedute e ripiani combinabili all’infinito.
Un brand che storicamente ha saputo trasformare la silhouette strutturale in un aspetto primario delle sue collezioni, da vedere e toccare, è Porada. L’artigianalità e abilità nel plasmare la noce canaletta in arredi di estrema eleganza è un tratto distintivo dell’azienda. E il divano Argo ne è degno testimone: David Dolcini ha disegnato un sistema di sedute modulare con base in massello di noce canaletta (terminante in puntali in ottone spazzolato) che sostiene un’ampia e morbida seduta imbottita. Ma il risultato finale è di estrema leggerezza.
La versione indoor dell’acclamata collezione Open Air di Meridiani (leggi l’articolo dedicato) ricalca le linee guida dettate dal designer Andrea Parisio per i modelli originali destinati al panorama en plein air, ossia volumi morbidi abbinati a linee minimali; linee che nelle sedute Cloud Open Air assumono connotati rigorosamente geometrici. Qui un accento è posto agli elementi strutturali che definiscono poltrona e lettino in massello di iroko, proposto con una nuova finitura destinata all’indoor.
E perfino Opera Contemporary sceglie di connotare il divano Cosmo (design Castello Lagravinese) di un elegante perimetro strutturale, che nel recente restyling prende forma dal legno massello. Un profilo a sezione triangolare che abbraccia l’intero divano, sostenendolo. La fascia strutturale diventa così non solo una semplice elemento funzionale, ma anche estetico nella sua raffinatezza, oltre che rappresentare concretamente la maestria del brand nella lavorazione del legno.
Luca De Bona e Dario De Meo ritornano al loro concetto di sinestesia con la collezione Swing di Adrenalina che mescola reminiscenze storiche a un design innovativo. Divani e poltrone hanno una struttura in tubolare metallico cui è agganciata la seduta in tessuto, capace di scaldare la freddezza dei metalli. Un design rigoroso e composto, che lascia poi lo spazio a sensazioni di libertà, comodità e benessere non appena ci si siede.
Nel caso di Wiener GTV Design, il duo GamFratesi ha avuto modo di esaltare la struttura di Targa Modular Sofa anche grazie all’accostamento dei materiali. Il sistema modulare e componibile ha una struttura in faggio curvato che sostiene l’ampio cuscino di seduta e lo schienale imbottito che termina con un bordo realizzato in paglia di Vienna, in cui si inserisce l’elemento ellissoidale, la targa, che da il nome al progetto.
Con Yaki i designer Gabriele e Oscar Buratti propongono per Lema un divano letto disponibile in tre dimensioni. Compito della struttara in questo caso è quello di ospitare il particolare meccanismo che consente, con una semplice operazione di apertura, senza togliere cuscinerie ingombranti, di ricavare un letto matrimoniale, con rete a doghe e materasso confortevole.