DATA SHEET

Hotel operator: The Leading Hotels of the World
Architectural and interior design: Patrick Jouin e Sanjit Manku
Lighting design: Voyons voir
General contractor: CMS
Furnishings: Cassina (custom made), Ethimo (outdoor)
Chandeliers: Lasvit, Véronèse (custom made)
Lightings: Brossier Saderne (custom made)
Craftsmen: Pietro Seminelli, Cédric Peltier, Marie Hélène Soyer (Emaux Métaux), Pierre Frey
Photo credits: Alan Keohane

Conosciuto anche come la Grande Dame, La Mamounia è l’hotel da favola che si perde in un mondo segreto fatto di cortili adornati da colonne e fregi moreschi, ulivi secolari, roseti, aranci e un altro migliaio di specie di piante che ne fanno il fiore all’occhiello, in tutti i sensi. La struttura si sviluppa proprio intorno agli otto ettari di giardino che furono il regalo di nozze del re al figlio, il principe Al Mamoun, nel XVIII secolo. Nel 1923 l’oasi fu trasformata ne La Mamounia, un albergo che fondeva architetture arabe e andaluse a influenze Art Deco.

La Mamounia, Marrakech - Photo © Alan Keohane

L’ultima grande ristrutturazione è stata affidata al duo di architetti e designer Patrick Jouin e Sanjit Manku, nelle cui azioni progettuali si legge un significativo contributo in termini di contemporaneità, sia per la copiosa e dirompente presenza di arredi di design sia per il maggiore dinamismo concesso agli ambienti dell’hotel. Senza per questo pregiudicare il vanto di fascino esistente e quella “rassicurante sensazione di tempo immobile” che ha reso il cinque stelle una vera leggenda nel corso degli ultimi 97 anni.

Il progetto ha introdotto nuovi spazi conviviali e altri prestigiosi servizi legati in particolare alla ristorazione. Ad esempio, accanto alla Galerie Mamounia, il Salon de thé guidato da Pierre Hermé è stato ideato intorno ai principi delle sale da tè marocchine orientando i divanetti, che figurano uno di fronte all’altro lungo le pareti, verso una fontana centrale.

La Mamounia, Marrakech - Photo © Alan Keohane

L’acqua sembra eruttare dal pavimento in marmo e riflette l’enorme lampadario di vetro, magnetico “objet extraordinaire” chiaramente visibile anche dalla hall per sedurre lo sguardo e invogliare all’avvicinamento.

La Mamounia, Marrakech - Photo © Alan Keohane
La Mamounia, Marrakech - Photo © Alan Keohane
La Mamounia, Marrakech - Photo © Alan Keohane
La Mamounia, Marrakech - Photo © Alan Keohane
La Mamounia, Marrakech - Photo © Alan Keohane
La Mamounia, Marrakech - Photo © Alan Keohane
La Mamounia, Marrakech - Photo © Alan Keohane
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L’esperienza prosegue nel cortile adiacente caratterizzato dall’eloquenza architettonica che non sfugge al furore dei decori: il riad marocchino in tutto il suo splendore. Un luogo tranquillo e perfetto nella sua geometria in cui sono stati aggiunti alcuni posti a sedere e lanterne per invitare gli ospiti ad assaggiare una delle creazioni di Pierre Hermé.

Nelle vicinanze, l’ex ristorante Le Français diventa L’Italien, sempre gestito da Jean-Georges Vongerichten ma ampliato per assumere la forma di un giardino d’inverno con grandi vetrate che si aprono generosamente sulla vegetazione. La cucina lascia tutta la sua operatività a vista, posizionata al centro dello spazio sotto un’enorme installazione in vetro. Un fregio verdeggiante che corre per più di 20 metri lungo la parete di fondo sembra specchiare il giardino attribuendo al locale un’atmosfera sognate e vagamente illusoria.

La Mamounia, Marrakech - Photo © Alan Keohane
La Mamounia, Marrakech - Photo © Alan Keohane
La Mamounia, Marrakech - Photo © Alan Keohane
La Mamounia, Marrakech - Photo © Alan Keohane
La Mamounia, Marrakech - Photo © Alan Keohane
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Completamente riprogettato, l’esistente Churchill Bar si presenta come “un santuario in rovere affumicato” ultra-intimo e funge anche da ingresso per una nuova disposizione: il cinema.

Gli incontri di stile corrono paralleli con le varietà gastronomiche all’Asiatique di Jean-Georges Vongerichten, subentrato al posto dell’ex ristorante italiano. Qui l’arredamento tradizionale marocchino si fonde con lo spirito del menu connotandosi di influenze cinesi, giapponesi e thailandesi.

Vero must della struttura sono certamente le due piscine. Quella esterna, immersa nel giardino, e quella interna inserita in un’architettura moresca con volte, colonne e mosaici policromi.

La Mamounia, Marrakech - Photo © Alan Keohane