Massimo Bottura e Piero Lissoni: il valore del recupero

La lotta contro lo spreco accomuna il progettista Piero Lissoni, lo chef Massimo Bottura e l’azienda Salvatori in un progetto virtuoso che fa dell’avanzo – di cibo e materiale – un plus assoluto

«Qualcosa di recuperato è sempre qualcosa di guadagnato», dice con convinzione Massimo Bottura. Un pensiero diventato azione quello dello chef tre stelle Michelin e di sua moglie Lara Gilmore che, nel 2015, recuperano gli alimenti avanzati dei padiglioni di Expo Milano per la preparazione di un menù di tre portate e, da qui, danno il via all’associazione no-profit Food for Soul che utilizza alimenti provenienti dai ristoranti prima che vengano gettati per dare un pasto a persone in difficoltà, riuscendo ad organizzare refettori a Milano, Bologna, Modena, Napoli, Parigi, Rio de Janeiro e Londra e, presto, nelle nuove sedi in Nord e Sud America.

Ora, si associano a questo principio etico anche Piero Lissoni insieme a Salvatori – innamoratisi del progetto di Bottura – attraverso la creazione di una serie di tavoli da donare su cui consumare questi eccezionali pasti, realizzati, secondo il medesimo impegno di sostenibilità e responsabilità sociale, con lastre di recupero provenienti da cave dismesse in tutto il mondo. Con anche il 3% del ricavato delle vendite di ciascun pezzo – unico per natura – devoluto all’associazione. Per i tavoli rettangolari e tondi Design for Soul, è il nome della collezione, si utilizzano pietre naturali e marmi altrimenti destinati alla discarica o abbandonati in qualche campo.

Design for Soul by Salvatori - Design Piero Lissoni
Design for Soul by Salvatori - Design Piero Lissoni
Design for Soul by Salvatori - Design Piero Lissoni
Design for Soul by Salvatori - Design Piero Lissoni
Design for Soul by Salvatori - Design Piero Lissoni
Design for Soul by Salvatori - Design Piero Lissoni
Design for Soul by Salvatori - Design Piero Lissoni
Design for Soul by Salvatori - Design Piero Lissoni
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E in molti casi la pietra è quella utilizzata per progetti storici, come quella color terracotta della cattedrale Notre-Dame di Parigi, il marmo verde scelto da Mies van der Rohe per il Padiglione di Barcellona e il Seagram di Manhattan, oppure la pietra nera utilizzata per la Basilica di San Pietro in Vaticano.

Le lastre, una volta tagliate, pulite e lucidate prima di essere posizionate sulle gambe modulari e versatili, vengono incollate utilizzando l’arte giapponese del Kintsugi, normalmente usata per la riparazione delle ceramiche rotte, anche per i tavoli con una giunzione in oro per celebrare, anziché nascondere, la bellezza e la storia unica di ogni materiale.

Per la verità, un’estensione del progetto Lost Stones lanciato da Piero Lissoni nel corso del salone del mobile dello scorso anno sempre con Salvatori. «Penso che sia davvero arrivato il momento in cui le aziende comprendano che siamo in grado di influenzare positivamente le vite delle altre persone – commenta il designer -. Design for Soul è un esempio di come ciò sia possibile». Non solo un sostegno alle comunità, dunque, ma una promozione allargata di un consumo più equo e responsabile delle risorse della natura che vanno esaurendosi. Un monito che il mondo non può più permettersi di disattendere.