DATA SHEET

Owner & Hotel operator: NH Hotel Group
Architecture & Interior design: Christian LefËvre, Claire Fatosme, Teresa Sapey
Furnishings: B&B Italia, Gufram, MDF Italia, Moroso, Pedrali, Zanotta
Lighting: Casamania&Horm, Flos, Luceplan, Vibia
Bathrooms: Hi-Macs
Photo credits: David Giancatarina, NHHG

Marsiglia è un vivace melting pot etnico e sociale che nella simbiosi tra porto, Mediterraneo e connessioni ha foggiato la sua tempra culturale. Regina dell’immaginario noir, carica di aria salata, battuta da sole e Mistral, trasuda le suggestioni di uno spirito turbolento che trova pace nella conciliazione dei suoi opposti. Città rivolta al mare ma anche al futuro, con una metamorfosi urbana che ha rivoluzionato (e riscattato) le prospettive con avveniristici interventi architettonici grazie alla nomina a Capitale della Cultura 2013 e a un articolato progetto di riqualificazione pensato dalla metà degli anni ’90 per dare più ordine e nuovo lustro ai quartieri più trascurati e all’area portuale.

Sul lungomare della panoramica Corniche spicca il nhow Marseille, operante già sotto l’egida NH Hotel Group dal 2017 ma recentemente sottoposto a un progetto di ristrutturazione ‘partecipato’ che ha coinvolto gli architetti marsigliesi Claire Fatosme e Christian Lefèvre, l’architetto italiano residente a Madrid, Teresa Sapey e alcuni visual artist locali. L’esito è una struttura turistica sperimentale ed esperenziale che fa creativamente leva proprio sui contrasti della città francese per restituire, attraverso il linguaggio dell’architettura contemporanea, ordine e spirito libertario, luci e ombre, terra e mare.

Portano la firma dei due architetti marsigliesi le 150 camere, le 9 suite, la suite nhow Penthouse di 130 metri quadrati distribuiti su due livelli e i corridoi, decorati con immagini che riproducono i graffiti delle strade della città reinterpretati dal graphic designer marsigliese Guy Bargin, con elementi grafici del progettista Adrien Bargin e animazioni visive dell’artista locale Tristan Bonnemain.

Claire Fatosme e Christian Levèfre si sono inoltre occupati della ristrutturazione della hall, del belvedere in vetro del secondo piano e dello Sky Bar, situato al terzo piano vicino all’ingresso dell’hotel e concepito per diventare un punto di riferimento per il mondo della mixology. La citazione mediterranea viene qui svelata attraverso quattromila sardine di acciaio che, schierate a mezz’aria in banchi scintillanti, come vortici argentati descrivono lo scenografico lampadario realizzato per Sciabetti dall’artista inglese Frances Bromley.

A Teresa Sapey è stata invece affidata la progettazione delle zone comuni del pianterreno: il Cactus Bar che evoca un giardino esotico della costa mediterranea, il ristorante, la terrazza, la spa, gli spazi destinati a meeting ed eventi e l’iconico Tunnel Bar, anello di congiunzione tra l’acqua dolce della sorgente Roucas Blanc – interna all’edificio – e quella salata del mare, da percorrere tra le oscillazioni dei suoi blu più o meno profondi e il calore dinamico degli arredi gialli, arancioni e rosa.