L’idea è quella di tornare indietro nel tempo, non solo dal punto di vista architettonico, eliminando surplus, contaminazioni, strati di pavimenti aggiunti e rimettendo a nudo le antiche murature in tufo con le volte, ma anche ricercando autenticità ed essenzialità. Fernando e Marisa Ponte, aiutati dall’architetto materano Daniela Amoroso, hanno restaurato queste primitive strutture nella zona Rioni Sassi a Matera, una delle città più antiche del mondo (la terza dopo Aleppo e Gerico).
Ispirazione dell’intero progetto è lo spirito Wabi, ridefinito da Axel Vervoordt (collezionista e interior designer) con l’architetto giapponese Tatsuro Miki. Questo pensiero si basa sulla ricerca della semplicità, dell’umiltà e del rispetto per l’azione del tempo sulle cose, rifiutando il superfluo e dando valore all’imperfetto.
Come tutti gli alberghi diffusi, anche Corte San Pietro si sviluppa in orizzontale con camere, reception, sala per la colazione dislocate su lievi dislivelli. Le stanze si affacciano su una corte, dove sono state riportate alla luce le originali pavimentazioni in pietra calcarea chiamate ‘chiancarelle’. Da via B. Buozzi si accede nella reception ricavata in una delle case private e poi attraversando la corte si arriva alle camere (ciascuna posizionata a un civico differente dalla Suite Loft al numero 20 alla Grand Suite al 16 ecc).
Dapprima si entra in una zona salotto e relax, poi andando più in profondità, negli ambienti più privati scavati nella roccia, si trovano le camere e attraversando archi di tufo, le stanze da bagno con nicchie e cavità, dove sono state posizionate ampie vasche e docce in pietra. L’arredo, ridotto al minimo indispensabile, sfrutta mobili antichi o oggetti recuperati, per esempio le cassapanche in castagno diventano porte, mensole o tavoli, le strutture di vecchie sedie in legno si trasformano in porta salviette e le sedute o i comodini sono ricavati da tronchi. Tutti gli ambienti si caratterizzano per una palette monocromatica con tonalità castane dal beige della pietra al marrone del legno e del ferro cortèn.
Importante per l’effetto ricercato l’illuminazione che prevede una luce intensa attraverso le porte di ingresso lavorate a mano e poi solo piccole finestre (bocche di lupo) per le camere, dove i fasci di luce direzionati si alternano a zone di ombra. Le otto cisterne posizionate sotto l’albergo (testimonianza dell’antico sistema di approvvigionamento delle acque) presto saranno visitabili e si trasformeranno nella Span (Salus Per Animam), un percorso di benessere interiore per vivere lo spirito ancestrale di Matera.