Importazioni in crescita

Negli ultimi anni la Francia ha visto aumentare l’acquisto di arredi dall’estero, soprattutto da Cina e Polonia. Resta comunque la prima destinazione per il mobile italiano

La Francia è il quinto produttore di mobili in Europa, dopo Italia, Germania, Polonia e Regno Unito. Lo riporta una ricerca dell’Institut national de la statistique et des études économiques (INSEE) pubblicata nell’ottobre 2019. Lo studio sul mercato francese degli arredi rivela la crescente prevalenza delle importazioni sulle esportazioni, con un deficit della bilancia commerciale che ha raggiunto i 5 miliardi di euro. È il risultato di quanto è successo dal 2008 al 2018, decennio in cui le vendite all’estero sono diminuite del 12%, a fronte di un aumento del 20% degli arredi importati.

Pari a 5 miliardi di euro è anche il valore della produzione francese. Il 63% dei mobili viene destinato alle abitazioni, mentre la restante quota interessa gli ambienti professionali. Il 25% degli abitanti rinnova l’arredo con regolarità. In generale, i francesi sono attenti alla composizione dei loro interni, come dimostra la crescita tra il 3% e il 5%. delle decorazioni e dei complementi d’arredo.

Secondo lo studio di INSEE, nel 2018 la Francia ha prodotto il 6% dei mobili UE. E ha importato arredi per un valore di 7,2 miliardi di euro. Più della metà provengono dai primi quattro paesi fornitori: Cina, Italia, Germania e Polonia. Sensibile la crescita degli acquisti di mobili da Cina e Polonia, più che raddoppiati negli ultimi 10 anni. La Francia si conferma la prima destinazione per i mobili italiani e tedeschi.

Mostra qualche difficoltà la produzione interna di sedute, scesa in Europa alla settima posizione, a una certa distanza da Polonia, Italia e Germania, che insieme realizzano oltre il 50% della produzione.

Anche secondo i dati della Fédération française du Négoce de l’Ameublement et de l’Équipement de la Maison (FNAEM), il 2018 è stato un anno complesso per il settore, che ha visto calare la vendita al dettaglio del 2,7%, dopo un ciclo di crescita durato tre anni.