C’è passato e presente, persone e prodotti, c’è un omaggio alle origini quanto un’attenzione all’innovazione. I giusti ingredienti non mancano di certo per creare la più stuzzicante ricetta della prossima edizione della Stockholm Furniture & Light Fair.
Un appuntamento speciale quanto i suoi contenuti, poiché dal 4 all’8 Febbraio si celebra il 70esimo anniversario della kermesse.
Era il 1951 quando andò in scena l’edizione principe, ospitata al St Eriksmässan Exhibition Center e dedicata esclusivamente ai produttori e retailer svedesi. Attraversando sette decadi, la fiera si è ampliata per offerta (dall’arredo all’illuminazione, accanto agli oltre 400 eventi in città), espositori (più di 700, di cui l’80% scandinavo) e visitatori (provenienti da 100 Paesi), accolti fin dal ’71 al centro fieristico Stockholmsmässan.
Una mostra per celebrare l’anniversario
«L’anniversario è un’opportunità per riflettere sul passato», ha commentato Cecilia Nyberg, Project Area Manager della Stockholm Furniture & Light Fair. Una riflessione che trova profonda concretizzazione nel progetto espositivo firmato dallo scrittore Dan Gordan, chiamato a realizzare una mostra dedicata ai 70 anni della fiera attraverso i prodotti che ne hanno rappresentato l’evoluzione. In sette piccole stanze, una per decade, un setting composto da due o tre elementi d’arredo, una lampada e un tessuto ne identificano il periodo, accostati a magazine e articoli di giornale dell’epoca in questione.
«Ho combinato un equilibrato mix di classici noti, meno conosciuti e possibili futuri, tutti ancora in produzione – spiega Dan Gordan – Ad esempio, ho scelto per rappresentare gli anni ’50 la poltrona Arabesk di Folke Jansson, e il trolley Cargo di Gunilla Allard per gli anni ’90. Nell’ultima parte della mostra, dedicata agli ultimi anni dal 2010 ad oggi, ho scelto alcuni prodotti che spero diventino i classici del futuro, come la poltrona Emma di Färg & Blanche, ma anche dedicando un focus sull’attuale rinascita delle antiche tradizioni e manifatture».
Installazioni d’autore alla Stockholm Furniture Fair
Se il passato e l’eredità storica della fiera sono punto di partenza e ispirazione per l’edizione 2020, gli sviluppi conducono anche a riflessioni sui prossimi trend del comparto e alle innovazioni in termini progettuali. In questo percorso si colloca l’esposizione Re-defining the office, curata da Linda Camara, Director of Operations dello studio di architettura svedese Tengbom. “Place. Technology. Sustainability” saranno le tre aree su cui verterà il concept, che intende offrire una prospettiva sulle abitudini lavorative del futuro.
Altre installazioni – immancabili nel palinsesto espositivo – arricchiscono la proposta: a partire dal Design Bar, che di anno in anno esplora mixandole le estetiche contemporanee con la gastronomia, quest’anno affidato al designer Fredrik Paulsen (in foto, qui sopra a sinistra), che si è lasciato guidare dalle calde suggestioni della French Riviera, delle Isole Baleari e della colorata Las Vegas per creare un luogo di incontro variopinto e accogliente nel cuore della Victoria Hall.
E ancora, l’installazione concettuale protagonista della Entrance Hall a cura del Guest of Honour della fiera, titolo quest’anno assegnato al duo Doshi Levien.
Per finire, un ulteriore tocco creativo definisce la Greenhouse, spazio destinato ai designer emergenti e alle scuole di design, che vede il duo di Copenhagen Wang & Söderström progettarne la venue per questa edizione (in foto, qui sopra a destra).
E se tutto questo non sembra sufficiente per soddisfare i più voraci appassionati di design, la città intera si mette a disposizione con un palinsesto di eventi e opening da cui lasciarsi ammaliare: oltre 400 eventi scandiscono la Stockholm Design Week che dal 3 al 9 Febbraio affianca e completa la kermesse espositiva in termini di proposte.
Talk, esposizioni, aperture di showroom, workshop mettono in prima linea brand nazionali e internazionali: String, Hem, Bolon, Menu, Vitra sono solo alcuni dei protagonisti, a cui si affiancano istituzioni come il Nationalmuseum e l’Istituto italiano di Cultura a Stoccolma, per una proposta a tutto tondo.