Grazie alla partnership con FederlegnoArredo Eventi, allo iADC (International Art Design Center) hanno trovato un’esclusiva vetrina espositiva oltre 50 showroom di brand italiani, in una cornice dove design, arte e cultura si amalgamano per offrire un’esperienza completa della progettualità.
Ampliamenti, nuove collaborazioni, l’inaugurazione (il 23 Novembre) del nuovo iADC Museum sono parte del processo di sviluppo del Centro che mira a diventare punto di riferimento del design nella sul della Cina. Abbiamo parlato, di presente, passato e futuro, con l’Art Director del Centro, Robin Fang.
Quali sono le opportunità che iADC offre alle aziende italiane e internazionali?
I top player dell’arredo hanno già numerosi punti vendita in Cina; insieme a FederlegnoArredo Eventi abbiamo invece pensato di fare ricerca e rivolgerci ad altri marchi noti per qualità e design, ma che sul territorio avessero bisogno un supporto per trovare un canale distributivo. Durante il Salone del Mobile di Shanghai e il prossimo di Milano, ad aprile, abbiamo in programma di cercare nuove aziende, di secondo e terzo livello, per aumentare gli spazi espositivi e intercettare soprattutto brand più specializzati, seppur più piccoli, così da allargare la proposta a specifiche categorie di prodotto, alla decorazione e agli accessori. Questa è sicuramente una nuova richiesta che arriva dal mercato cinese. Nell’ultimo mese abbiamo firmato alcuni contratti importanti con associazioni di designer e architetti cinesi che presso iADC possono trovare un referente importante dove trovare soluzioni complete per l’interior.
Prosgue quindi la cooperazione con FederlegnoArredo Eventi: come è nato il progetto?
Abbiamo avuto la fortuna di conoscere la federazione e FederlegnoArredo Eventi, e di incontrare il Roberto Cuneo in occasione del Salone di Milano due anni fa. Da allora abbiamo iniziato a studiare insieme il progetto: non è stato facile, c’è stato molto lavoro da entrambi i fronti. Finalmente un anno fa abbiamo firmato l’accordo di partnership e dato vita a una grande spazio (30mila mq nei primi due piani del Centro) dove i marchi del Made in Italy hanno la possibilità di avere la massima visibilità fuori dai confini italiani.
Quale target di visitatori frequenta il Centro?
In primis, designer, architetti e soprattutto interior designer: ci stiamo focalizzando su specifici studi che per la maggior parte utilizzano arredi italiani, per progetti high level. In secondo luogo, la classe media cinese: negli ultimi 30/40 anni lo sviluppo economico della Cina ha portato alla creazione di una classe media che non si accontenta di comprare una casa, ma vuole creare uno stile abitativo e il Made in Italy possiede ancora la qualità migliore, che significa anche passione e cura del dettaglio, da loro ricercata. Terza categoria, il mondo real estate. La Cina infatti sta attraversando una grande trasformazione attraverso il fenomeno dell’urbanizzazione: nuovi immigrati si stanno muovendo dalla campagna alla città e la prima necessità è trovare una casa; lo Stato ha perfino varato una nuova normativa per spingere le grandi società di real estate a vendere appartamenti e abitazioni già arredate. Questo fatto per noi rappresenta una grande opportunità per entrare in contatto con i contractor.
Quale tipologia di spazi espositivi sono presenti?
Gli showroom, distribuiti su 11 piani, vanno dai 100 ai 500mq a seconda dei marchi e delle dimensioni delle collezioni presentate. Armani/Casa ad esempio ha uno spazio di 550mq, il negozio più grande del brand in Asia. “La Galleria” dedicata ai brand italiani (una cinquantina in totale) occupa il primo e il secondo piano, ma pensiamo di estenderla anche al terzo, dove ora sono collocati brand americani e nordeuropei.
Oltre che al design, il mall è rivolto all’arte e alla cultura. Come promuovete questi aspetti?
Ogni mese organizziamo un evento importante sul tema del design e mettiamo a disposizione uno spazio per le associazioni di design che a livello nazionale vengono qui per i loro incontri.
A questo si aggiunge la grande novità di quest’anno, ossia l’apertura del Museo iADC a pochi passi dal nostro Mall e che verrà inaugurato ufficialmente il 23 novembre. La prima mostra ospitata è dedicata ai 70 anni di Kartell; vista l’importanza del brand nella storia del design italiano e internazionale, ci sembrava l’esposizione ideale per inaugurare il Museo e celebrare il primo anno di apertura dello iADC.
Perché puntare su Shenzhen?
Perché è stata la prima città a rientrare nella Zona Economica Speciale in Cina che ne ha agevolato lo sviluppo economico, 30 anni fa; ed oggi è la diventata la terza metropoli della Cina dopo Pechino e Shanghai. Ha poi una posizione geografica vantaggiosa, sul mare, e che risente positivamente del vicino influsso di Hong Kong. È una città giovane, con un’età media di 37 anni, corrispondente all’80% della popolazione: si pensi che 30 anni fa contava 30mila abitanti, oggi invece 17 milioni.
Un altro aspetto considerevole è che Shenzhen è stata nominata nel 2008 Città Creativa UNESCO per il Design: qui infatti operano oltre 500 mila designer e creativi, c’è una grande produzione locale di mobili. In questo contesto si inserisce l’apertura tre anni della nuova sede dell’Istituto Marangoni qui a Shenzhen, a cui ho collaborato.
Negli ultimi 30 anni la città ha quindi accumulato grande esperienza nel design, ma anche nella moda e nell’high technology, tanto da essere considerata la nuova Silicon Valley.