Lungo la leggendaria Cotton Tree Drive di Hong Kong, nota zona calda per la registrazione di matrimoni, questa volta a sposarsi sono finezza di pensiero ed eccellenza che, fusi nell’esclusivo The Murray della catena Niccolo Hotel, diventano esperienza a dir poco totalizzante.
L’appeal seduttivo è la significativa linea direttiva data dai progettisti di Foster + Partners alla sublime operazione conservativa dell’edificio, che rappresenta un monumento storico della città e ospita l’hotel dallo scorso gennaio. Un’infilata di arcate maestose fa da base alla struttura reticolare regolare estesa su 25 piani di altezza che gli architetti sono riusciti a restituire alla città.

Quello che già rappresentava un esempio pionieristico di sostenibilità ed efficienza energetica nel 1969, quando il modernista Ron Phillips lo progettò, è stato oggi magistralmente riadattato alle necessità contemporanee, con un intervento che ha messo la parola integrità al centro.
“Abbiamo voluto creare un dialogo tra vecchio e nuovo”, raccontano gli architetti, “il nostro intento è stato riscoprire il fascino di andare in hotel, ritrovare quel senso di unicità a partire dall’accesso esterno, valorizzando gli elementi di forte carattere”.

Una salvaguardia dell’esistente finalizzata anche alla relazione con lo scenario circostante, il distretto economico ma anche l’oasi verde data dal parco e dal giardino botanico. L’identità è forte anche all’interno, dove i materiali si esprimono con onestà e sono assemblati per ridefinire il lusso attraverso un nuovo senso di esclusività ed eleganza.
Il marmo bianco e nero dei pavimenti si abbina alle finiture bronzo dell’acciaio inossidabile, il vetro soffiato a mano fa da contrasto ai tessuti provenienti dall’Italia e dall’Asia. Tutto è naturalmente empatico con la struttura originale, e ogni singolo elemento è scelto con cura per integrarsi in una visione olistica degli ambienti.

Un chiodo fisso di Foster + Partners, che passa attraverso il setaccio della maestria artigianale ciascuna fase costruttiva, dal ‘guscio’ architettonico al più piccolo dettaglio della rubinetteria del bagno. Un’altra cifra progettuale che connota il lusso di The Murray è la generosità degli spazi, estesa a tutte le aree.



I ristoranti, i bar, il particolarissimo Aviary proprio sul tetto, luogo di dinamiche sociali del distretto, per una cena, un drink o per godere della vista mozzafiato, concepito per diventare un continuum con il verde circostante essendo più basso degli skyscraper che lo circondano.


Sono oversize anche le camere degli ospiti, 336 in totale, il cui layout trae vantaggio dalla geometria dell’edificio, con le ampie vetrate che arretrano lasciando entrare abbondante luce ed evitando il surriscaldamento da irradiazione diretta, a protezione anche delle preziose superfici ricoperte da pietre rare, pelle e tessuti sofisticati, utilizzati per creare una sorta di ‘santuario’ chic nel cuore di Hong Kong.