Il rapporto che lega l’uomo e l’ambiente è fonte di interessanti studi e ricerche. Nel corso degli anni tali legami sono stati compromessi o addirittura distrutti. Il design ricostituente si occupa di ripristinare o migliorare queste situazioni. Proprio Broken Nature: Design Takes on Human Survival è il tema della XXII Triennale di Milano.

Esposizioni, eventi e premi si alterneranno e allieteranno i visitatori dall’1 marzo all’1 settembre. Paola Antonelli, curatrice dell’esposizione e Senior Curator del Dipartimento di Architettura e Design oltre che direttrice del reparto Ricerca e Sviluppo al MoMA, spiega: “Il concetto di design ricostituente, che è al centro della XXII Triennale di Milano e della mostra tematica in particolare, risuona con forza e sensibilità nelle Partecipazioni Internazionali. Ci permette di continuare a credere nel potere del design di aiutare i cittadini a comprendere la complessità, valutare i rischi, adattare i comportamenti e chiedere cambiamenti.”

La mostra tematica include alcuni lavori commissionati appositamente per l’occasione e una serie di prestiti, tra cui spicca Ore Streams, un’indagine del duo di designer Formafantasma che mira a capire come il design possa essere impiegato per correggere i difetti nell’attuale sistema del flusso dei rifiuti.


C’è una novità. Per la prima volta, la Triennale di Milano assegnerà i Bee Awards. Una giuria internazionale si riunirà a Milano il 27 febbraio per selezionare tre Partecipazioni Internazionali che verranno scelte sulla base dell’accuratezza della loro interpretazione del tema e della qualità e rilevanza delle idee proposte. I tre premi – Golden Bee, Black Bee e Wax Bee – saranno realizzati da tre artisti italiani: Chiara Vigo, Oli Bonzanigo e Bona Calvi. I vincitori dei premi verranno annunciati durante l’inaugurazione della XXII Triennale di Milano, il 28 febbraio 2019.
Un altro appuntamento da non perdere è La Nazione delle Piante, un’esposizione immersiva basata che fa riferimento alle teorie elaborata da Stefano Mancuso, affermato neuorbiologo vegetale. L’assunto da cui parte Mancuso è che i vegetali abitano la Terra da ben prima degli uomini e si sono adattati a qualsiasi condizione. Quindi, bisogna imparare dalle piante per evitare un futuro catastrofico per l’umanità.