Sono giovani creativi, talenti emergenti internazionali che si confrontano in termini di innovazione e qualità progettuale. Sono i Pure Talents, protagonisti accanto ai big brands nella cornice di Imm Cologne dove presentano i risultati più accattivanti della loro ricerca.
20 i nomi che trovano spazio nella speciale mostra dedicata, attentamente selezionati dalla giuria di esperti che quest’anno annovera: la designer Rianne Makkink (Studio Makkink & Bey, Rotterdam), la curatrice capo del Design Museum di Helsinki, Suvi Saloniemi, Wilfried Lembert, amministratore della società Minimum Einrichten; compaiono inoltre Johannes Hünig, redattore della rivista IDEAT e i designer Sebastian Herkner e Cristian Zuzunaga.
Elementi d’arredo, home decoration, illuminazione, tessuti: tanti i campi di sperimentazione e altrettanti i temi su cui i designer si sono messi a confronto.
L’attenzione all’infanzia emerge da più proposte creative: da A day at zoo di Julian Marticke (colorati mattoncini in legno magnetici che permettono differenti configurazioni di animali e creature fantastiche, destinati tanto al gioco quanto alla decorazione) alla collezione Cléo di Julian Ribler, un’innovativa serie di arredi scolastici dalla forma dinamica, che agevola l’ergonomia di seduta e la flessibilità d’uso; in questo segmento si inserisce anche l’innovativa proposta di Mor Dagan che con il sistema modulare di sedute Piggo offre una fantasiosa alternativa agli spazi clinici d’attesa destinati ai più piccoli.
Il legno è certamente materiale primo su cui sperimentare: ecco allora Mahu di Kevin Gerstmeier che si è lasciato guidare dalle forme anni ’60 per realizzare una seduta in legno massiccio la cui cifra progettuale risiede nelle gambe posteriori derivanti direttamente dallo schienale; o la credenza Ikat di INDO, che proprio dai tessuti ikat e dalla loro lavorazione trae ispirazione.
Alla tradizione artigianale si accostano prototipi più innovativi che sfidano tecnologia e attualità, a favore di un completo benessere della persona; in primis Onda, ideata da Jocavander Horst, un tessuto decorativo che purifica l’aria allo stesso tempo grazie all’utilizzo della nanotecnologia; ma anche Pop di Rongjie Yang che offre un’alternativa allo stress di oggigiorno, uno spazio per la mente dove riposare e prendere una pausa (merito del materiale fonoassorbente con cui questa ‘bolla’ è realizzata). Ma anche le proposte di Michael Varga si muovono su questo filone: con i tre progetti The_Conscious_Unconsciousness riflette sull’utilizzo consapevole degli oggetti quotidiani, tra cui l’appendiabito che getta a terra gli abiti che da troppo tempo restano appesi e inutilizzati.
Per la prima volta la rassegna dedicata ai giovani designer si apre al mondo cucina, in concomitanza con la biennale LivingKitchen. Nasce così LivingKitchen Selection e uno speciale premio ad essa correlato.
Sei i talenti emergenti scelti per il debutto di questa kermesse: Peter Sorg, Tanita Klein, Lena Ohmstede & Larissa Siemon, Johan Vilardrich, Maxime Augay, Jingbei Zheng, tra cucine compatte, outdoor, originali posate, cappe da cucina portatili e tanto altro.
Il concorso si è concluso con l’assegnazione dei primi tre posti da parte dei giudici. La prima piazza se l’è aggiudicata Baschnja di Ilja Huber, in seconda Bench Gang di Christian Cowper, seguito da A Day at Zoo di Julian Marticke.
La cappa da cucina portatile di Maxime Augay trionfa nella sezione LivingKitchen, mentre è stata fatta una menzione speciale a Rebrush di Jingbei Zheng, The Conscious Incoscienza di Michael Varga e SPL 3650 di Peter Sorg