Gli anni Settanta vedono un grande fermento culturale ed economico a Bologna: viene fondato il DAMS, inaugurata la Galleria d’Arte Moderna, realizzato il distretto direzionale di Kenzo Tange, mentre la fiera dell’edilizia assume sempre maggiore rilevanza internazionale. Proprio in occasione di quest’ultima, dall’8 al 14 ottobre 1972 in Piazza Santo Stefano da un’idea della Fondazione Iris Ceramica viene organizzata “Pollution, per una nuova estetica dell’inquinamento”, un’azione artistica rivoluzionaria voluta per riflettere sull’inquinamento come denuncia politica, sociale e ambientale. Sotto la direzione artistica di Gianni Sassi, 26 artisti, fra i quali Mario Ceroli, Ugo La Pietra, Armando Marrocco, Claudio Parmiggiani, Gianni Ruffi e il gruppo UFO, danno la propria interpretazione, concettuale e materica, di coscienza ecologica e dei possibili “modi di gestire una natura mutante” attraverso opere esposte su una piazza urbana pavimentata ad hoc con 10.000 piastrelle di ceramica, a riproduzione di una gigantesca zolla di terra.

Dopo 46 anni, Romano Minozzi, l’allora e odierno Presidente di Iris Ceramica Group, ha deciso di rilanciare durante Cersaie 2018 la stessa, attualissima sfida insieme a Mario Cucinella Architects e alla School of Sustainability con un progetto per nuova installazione urbana temporanea. “Pollution 1972 fu un evento radicale che rendeva il visitatore consapevole del paradosso ecologico; Pollution 2018 mette al centro l’azione concreta di cui lo spettatore può farsi portatore. Se nel 1972 la terra stampata su una piastrella di ceramica era il simbolo della denuncia, nel 2018 è la natura fisica che in modo dirompente emerge da un suolo artificiale per riprendere i suoi spazi, e conferire qualità alla vita sociale negli spazi urbani”.
Sono 40 le giovani querce che emergere da una lama riflettente dalla geometria triangolare ben definita: un ‘bosco’ che occupa la parte centrale della piazza, quella meno vissuta e confortevole, e che nel lato più ampio termina con una gradinata posta di fronte alla suggestiva quinta della facciata del complesso monumentale delle 7 chiese. Se la piazza è vista come dispositivo sociale e luogo d’incontro tra persone, la sua ‘nuova’ superficie specchiata e punteggiata da alberi diventa dispositivo che amplifica la percezione fisica dello spazio proiettandolo in una dimensione onirica, con l’intento di provocare nello spettatore una riflessione sui benefici di una maggiore integrazione con il verde e di capovolgere il rapporto urbano/natura. Il visitatore entra nel bosco attraverso un taglio centrale, una fessura che è anche il percorso narrativo che guida da Pollution 1972 a Pollution 2018 grazie alla strada tracciata da Active Clean Air & Antibacterial Ceramic™, la tecnologia di Iris Ceramica Group che contribuisce all’assorbimento delle particelle inquinanti, simbolo dell’impegno sociale e ambientale portato avanti dall’azienda dal ‘72 a oggi.

