Un mercato che accelera

Il buon momento dei mercati internazionali, ai segnali di ripresa manifestati anche dall’economia italiana, al clima di maggiore fiducia che si respira tra imprese e famiglie e a un provvedimento mirato come il bonus mobili, si deve almeno in parte l’attesa inversione di tendenza dell’arredo Made in Italy. Tornata al segno più nel 2016, nei preconsuntivi 2017 l’arredamento italiano è andato anche oltre le aspettative, con una crescita dell’1,3%, secondo il Rapporto del Csil, tasso previsto anche per il 2018. L’Italia si conferma inoltre sul podio dei maggiori esportatori del mondo, contendendo il secondo posto alla Germania, con quote rispettive del 7 e 8%, entrambe molte lontane dal 35% della Cina, una percentuale destinata per altro ad alzarsi. Il Belpaese mantiene però saldamente il primato nell’export di mobili d’alta gamma, con una quota del 30%.

Sono aumentate le esportazioni italiane fuori dall’Unione Europea, avendo raggiunto il 44%, ma i principali Paesi di destinazione restano Francia (16%) e Germania (11%), seguite da Regno Unito (10%). Nel 2018, secondo le previsioni del Csil, l’export aumenterà di circa il 3%, ma non più del 2,5% nel biennio 2019-20 a causa del previsto rallentamento dell’economia globale.

In ripresa anche l’arredobagno, un comparto formato da quasi mille aziende e poco più di 20 mila addetti. Il fatturato del 2016, a cui risalgono i dati più recenti, è cresciuto dell’1,8%, raggiungendo i 2.656 miliardi di euro, secondo i dati di Assobagno. Un’indagine del Centro Studi di Federlegno ha rilevato una buona propensione a innovare da parte da parte dei produttori di mobili per il bagno: l’87% afferma di investire in ricerca e sviluppo circa il 2% del fatturato.

Più vistosa ancora, nell’analisi di Federlegno, è la crescita del settore cucine, +3,8%, per un fatturato di 2,2 miliardi di euro. L’export di cucine nel 2016 ha confermato un ottimo trend, +4,6%, superiore a quello generale dell’arredamento italiano (+1,8%), nonostante la tradizionale bassa propensione del settore a vendere oltre i confini. Soprattutto fuori dall’Europa, le cucine hanno sfruttato l’accelerazione del mercato contract, inserendosi nella fornitura di grandi progetti e favorendo così l’aumento dell’export verso gli Usa (+22%) e in altre economie a forte traino immobiliare, come Medio Oriente e Cina.