iDogi premiano le eccellenze

Nella splendida cornice di Cà Sagredo sul Canal Grande di Venezia si è svolta la premiazione della terza edizione de iDogi Award che quest’anno ha visto in gara 51 progetti pervenuti da ben 14 nazioni.

Hospitality, Residential e Yachting le tre categorie, livello molto alto, contesti progettuali differenti tra di loro che hanno espresso soluzioni di interior con interessanti sfumature negli stili di interpretazione.

Per la sezione Hospitality ha vinto il Bagatelle di Montecarlo firmato dallo studio londinese Lambart & Browne rappresentato dai giovanissimi progettisti (27 anni lei, 25 lui) Estelle Khajenouri e Max Dignam. Il Bagatelle ha unito i pareri della giuria per l’armonico mix tra progettazione degli spazi, scelta dei materiali e una delicata selezione dei colori, per un mood finale fresco, ma al tempo stesso elegante e raffinato.

Tra i numerosi progetti in gara per il tema Residential il migliore è risultato quello dell’interior designer Stef Albert che ha interpretato con leggerezza e gusto un appartamento privato a Aix-en-Provence. Stef Albert, sudafricano di nascita, di base a New York ma universale di adozione, è un vero appassionato del bello, cultore dell’arte a 360 gradi, dalla pittura alla musica (diplomato in pianoforte, ha incantato tutti gli ospiti dell’evento durante le pause dei lavori della giuria e la visita alla sede de iDogi), ha progettato per celebrità e tra i suoi clienti ci sono personaggi inseriti nel Forbes 100.

La residenza di Aix-en-Provence ridisegnata da Stef Albert ha conquistato i favori unanimi della giuria per “l’interpretazione più originale di uno stile classico nella decorazione d’interni” rappresentando alla perfezione il brief scelto da iDogi come parametro di valutazione.

Bamo, il noto studio di interior di San Francisco fondato nel 1991 da Pamela Babey e rappresentato a Venezia dalla senior associate Lauren McGuier, ha vinto il premio per il miglior interior di uno yacht: il progetto si chiama Lady Candy Superyacht e rappresenta la sintesi del lusso classico, senza eccessi e con numerose tracce di Made in Italy a partire dai tessuti di Rubelli, i cashmere di Loro Piana e le pelli di Foglizzo.

Sono state consegnate tre Menzioni Speciali: agli indiani di And Design Co per la capacità di adattare il design in un contesto contemporaneo con il progetto Chapters, allo studio ecuadoriano Adriana Hoyos per l’energia emozionale del progetto Champagne House e allo studio di Mumbai Morphogenesis per l’armonia cromatica del progetto The Artisan House.

Le 4 honorable mentions (di cui due proposte da IFDM che faceva parte della giuria) sono state assegnate all’architetto messicano Luciano Gerbilsky e ai giovani (ma non al primo premio ricevuto) progettisti baresi di Studio MUA. Le menzioni di IFDM sono andate allo studio di Dubai Bishop Design per il Katana Robata & Sushi Bar e agli italiani di Studio 65 per The Woman Palace.

iDogi, azienda guidata da Domenico Caminiti e Silvia Formentin insieme a un affiatato team, incarna la quint’essenza del lusso nel campo dell’illuminazione oversize in stile veneziano (e non solo) e nella realizzazione di tavoli luminosi dove il vetro risulta essere sempre il materiale principe. Una fornace propria e maestri soffiatori di riconosciuta abilità non bastano però a questo livello per determinare il successo: la capacità di lavorare i metalli e la loro integrazione con il vetro rappresentano una expertise esclusiva che posiziona iDogi nella fascia alta di un mercato abituato a lavorare sotto traccia. Le referenze de iDogi, importanti e mai strillate (anche per ovvi motivi di privacy legati all’esclusività delle committenze) sono ormai in tutto il mondo.