Cinque artisti per l’Ace Hotel London

Scaturisce, non a caso, dal quartiere di Shoreditch una delle proposte più intriganti di contaminazione tra arte e design che il London Design Festival abbraccia. Siamo al civico 100 della Shoreditch High Street, nel cuore del quartiere londinese per antonomasia immolato alla creatività, anticonformista per sua natura, aperto a contaminazioni e culture per storia e tradizione.

Qui, di nuovo, non per casualità, si spalancano le porte dell’Ace Hotel London, la catena americana che ha ampliato i confini dell’hospitality senza reinventare il concetto di hotel, ma reindirizzando “its conventions to keep them fresh, energized, human”.

Sinergie e affinità tra la struttura e il distretto che la ospita hanno dato vita a un progetto, giunto quest’anno alla terza edizione, che è divenuto nel tempo appuntamento imprescindibile della Design Week settembrina: Ready Made Go è l’esposizione curata da Laura Houseley (di Modern Design Review magazine) che mette in scena (dal 19 al 24 settembre) una serie di prodotti specificatamente commissionati e realizzati da designer londinesi. Cinque i creativi coinvolti quest’anno per la realizzazione di sei nuove opere: Ian McIntyre, James Shaw, Michael Marriott, Oscar Diaz, Soft Baroque.

Dalle ceramiche ai mobili, quindi dalla decorazione all’interior design, il concept dei prodotti – destinati all’uso permanente all’interno dell’hotel – trova un denominatore comune nella tematica guida di questa edizione, legata alla sostenibilità e all’uso di materiali riciclati.

Michael Marriott ha realizzato con Smile Plastic (‘a sheet material created from recycled plastic) un progetto per sgabelli alti da caffè. James Shaw firma i display per le torte e gli accessori per il bancone dell’Ace Hotel’s Bulldog Edition Cafè utilizzando la ‘plastic baroque’, una ‘ extruded recycled plastic technique’ che l’artista stesso ha sviluppato all’interno del suo studio a South London. Porta la sua firma anche l’installazione che accoglie gli ospiti all’ingresso dell’hotel, quale preludio al percorso artistico che si sviluppa all’interno.

Una serie di coffee table, realizzata dal duo Soft Baroque, è destinata infine a costellare la lobby dell’hotel con la sua innovativa matericità, frutto di un nuovo materiale, Silicastone by Alusid, derivato dagli scarti di ceramiche e vetro.

L’atmosfera carica di energia che pervade Shoreditch sembra così penetrare dalle vetrate e pervadere gli spazi dell’Ace Hotel, plasmando una nuova forma di creatività che ha a che fare con l’espressione più pragmatica del design quanto la rivelazione più effimera e riflessiva dell’arte.

E proprio nelle grandi vetrine dell’hotel, prende vita un progetto parallelo, di cui l’Ace Hotel si rende nuovamente fautore, dal titolo 70 x 40 x 50. In mostra – a cura sempre di Laura Houseley – le opere di otto giovani laureati nel campo del design: Bettina Boehm, Callum Partridge, Laura Stevens, Nicholas Marschnel, Mo Tizro, Sylvain Bellis, Victoria Andrew, Will Drye.

Si compie così la mission, acclamata nel ‘manifesto’ dell’Ace Hotel, che intravede nel suo progetto di ospitalità il potenziale per la creazione di una comunità fluida e reale.