La sacralità del posto

«Data l’importanza della creazione 10 anni fa della rivista specialistica IFDM, che si occupa di design ed elementi di arredo quali mobili, tavoli e soprattutto sedie e poltrone, eventi focali e preziosi delle abitazioni, ho deciso di lavorare sul fondamentale tema della Sacralità del Posto». Così l’artista introduce la sua opera, tra le protagoniste dell’esposizione “A decade of evolution in desgin” , allestita presso la Fondazione Stelline per la celebrazione dei 10 anni del Magazine fondato da Paolo Bleve, con la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Brera e dei suoi giovani artisti.

Lucrezia Zaffarano indaga con straordinaria delicatezza e profondità d’animo il tema della “Sacralità del Posto” inteso nella duplice accezione di luogo fisico e spirituale: quel posto che riserviamo alle persone dentro i nostri cuori, in quella parte più recondita dell’animo che sono i ricordi. O, più genericamente, ma non meno importante, la definizione del proprio posto nella società.
Ecco dunque, creata una sedia emblema di questi valori. Il lavoro nasce dall’esigenza di mettere in luce e porre l’accento sull’usanza di sacralizzare lo spazio di chi non vi è più. Da qui la seduta come un “reliquiario”, a occupare materialmente e concretamente il posto della piccola Anastasia mai potuta diventare Zarina. Così avviene la magia: quella dell’assenza in cui il ricordo permea una presenza.
I mobili non sono semplici complementi d’arredo, sono oggetti che portano inscritti in sé idee, metafore di civiltà e tradizioni. Si pensi al nostro disporci attorno alla tavola, spesso così ben definito e prescelto. Perfino in questo uso così umano si può definire una sacra ritualità, dove ogni “stanza” ha il suo posto, e ogni “posto” ha la sua persona.
Ecco cos’è la Sacralità del posto, il proprio.

 

Text © IFDM
Photo credits: Andrea Sartori