Intervista a Anna e Paola Lenti

Dopo tanti anni avete traslocato dagli spazi dell’Umanitaria a via Orobia. Quali altre novità dobbiamo aspettarci per questa edizione del FuoriSalone?
Abbiamo affrontato in modo più sistematico l’ambiente interno, pertanto avevamo bisogno di uno spazio espositivo che potesse ricevere i nostri prodotti. Questo il motivo per cui abbiamo cambiato sede, seppur con molto dispiacere perché all’Umanitaria ci siamo sempre trovati molto bene.
Quest’anno ci siamo dedicati in larga parte all’indoor lavorando su divani, tavoli, sedie nuove, su tessuti e finiture. Infatti, se la collezione per l’esterno si è evoluta nel corso degli anni, nell’arredo per l’interno ci sono aspetti ai quali non ci siamo mai dedicati e che quindi vogliamo approfondire, mantenendo però l’approccio che ci ha sempre contraddistinto: non ci guida solo il pensiero di fare un divano, un salotto, un insieme, ma vogliamo vedere i nostri pezzi all’interno di architetture che siano confacenti e coerenti ai nostri ideali.
Da questo concept nasce ad esempio Build, il sistema di pannelli modulari che generano vere strutture architettoniche.

Quanto il contesto, naturale e non, influenza le vostre creazioni?
Lavoriamo moltissimo sul contesto. Attraverso la vasta gamma in collezione, sia in termini cromatici sia di prodotto, cerchiamo di interpretare il luogo che ci ospita e di seguire quello che lo spazio offre, che si tratti di un giardino, una terrazza, uno spazio al mare o in montagna. Ci lasciamo guidare dall’ambiente circostante. Per questo i colori degli arredi non devono mai prevaricare: è talmente un privilegio stare nella natura che non è opportuno essere invadenti.

Da questo rapporto simbiotico con la natura nasce “Appunti di viaggio”, che richiama più un libro fotografico che un catalogo…
Quelli che una volta chiamavamo cataloghi oggi sempre più sono diventati oggetti diversi, veri strumenti di ispirazione: crediamo che chi sfoglia un volume – nel quale ci siamo impegnati a ricreare un ambiente vero – possa trovare idee e suggerimenti. Così è nato “Appunti di viaggio”. Per ogni ambientazione non abbiamo semplicemente posizionato i prodotti, ma abbiamo fatto un progetto, come se stessimo arredando una casa o un hotel: facciamo il sopralluogo, decidiamo cosa sta bene, realizziamo i prodotti ad hoc, li inseriamo nell’ambiente e per questo le nostre creazioni sembrano naturalmente integrate nel contesto. Inoltre ci piace non avere un taglio troppo commerciale, aspetto che non abbiamo neppure nei nostri eventi o nel modo di porci.
Cerchiamo di ricreare una situazione piacevole, coerente, funzionale perché non dimentichiamo che – come diciamo sempre – l’arredo è un servizio, non è fine a se stesso. Stiamo realizzando sedie, divani, tavoli: devono per prima cosa servire allo scopo per cui sono stati pensati.

Il colore è uno dei punti di forza delle vostre collezioni. Preferite seguire le tendenze o andare controcorrente?
Pensare di essere nella scia della tendenza è sempre importante, anche se ci accorgiamo che purtroppo o per fortuna anticipiamo un po’ i tempi e usciamo spesso con colori che sono più facilmente compresi dopo un anno o due.
Anche le tonalità dipendono dall’ambiente che ci ospita, poi ci sono le variazioni: sui verdi, gli azzurri, i turchesi quelle più apprezzate. Abbiamo una collezione così ampia anche per questo: affinchè ognuno possa trovare la soluzione giusta da inserire al posto giusto. Poter soddisfare le esigenze di personalizzazione di un ambiente è uno dei nostri punti di forza.

Come è cambiato il settore outdoor negli anni e come siete approdate invece all’indoor?
Quando abbiamo iniziato a pensare all’outdoor, nel 2000, il mercato proponeva prodotti molto più spogli e rigidi, realizzati in metallo e plastica. Noi siamo stati i primi a introdurre il tessile e un maggior comfort; una trasformazione che all’inizio non è stata ben capita. Oggi forse si sente maggiormente l’esigenza di vivere all’aria aperta, è aumentata la propensione a investire di più non solo sull’interior della casa, ma le aree esterne vengono considerate con maggiore attenzione come parte integrante del panorama abitativo, non solo come elemento accessorio o temporaneo.
Per noi invece, l’arredo indoor è stato una naturale evoluzione considerando che l’azienda è nata producendo tappeti e piccole sedute da interno. È stato quindi un ritorno alle origini.

Oggigiorno numerose aziende dell’interior design si stanno dedicando all’outdoor. Data la vostra ultradecennale esperienza nel settore, cosa ne pensate?
Il nostro pensiero, che abbiamo iniziato a formulare fin da subito, è sempre stato legato al fatto che il tessile doveva uscire dall’ambiente; siamo stati i primi realizzare concretamente questa evoluzione.
Tra avere un pensiero ed essere veramente performanti in un contesto severo come quello dell’esterno, c’è di mezzo un grande lavoro di ricerca e perfezionamento delle materie prime che non si può fare proprio in breve tempo.
Noi ci siamo costruiti il nostro percorso di ricerca ed esperienza, sbagliando talvolta, ma abbiamo anche imparato molto di più di quello che si sa in generale su questo mondo. Portare il comfort all’esterno è ora patrimonio di tutti, ma l’errore è pensare di poter prendere un prodotto da interno e portarlo all’esterno semplicemente cambiandone il tessuto.
Occorre un progetto. Per questo noi abbiamo due collezioni ben distinte che scaturiscono da approcci produttivi diversi.