Epidemic Sound: work space 2.0

«Volevamo che il nostro ufficio ci sembrasse una seconda casa o il nostro bar preferito, un posto dove avere voglia di restare più a lungo, socializzare con i nostri colleghi, ascoltare musica. Sono convinto che l’ufficio abbia un ruolo importante nella capacità della nostra azienda di attrarre talento», spiega Felix Edwards Mannheimer di Epidemic Sound. Talento nella musica, visto che la Epidemic Sound si occupa di produzione e condivisione di quest’ultima, ma anche nel progetto di architettura.

Per l’estensione del loro ufficio di Stoccolma infatti hanno commissionato il progetto a White Arkitekter, uno dei maggiori studi di architettura svedesi, la cui filosofia si basa principalmente sul rapporto empatico fra persone e spazi, oltre che sui principi della sostenibilità. ‘Recupero’ è parola chiave alla base del concept per la realizzazione degli interni nell’ampliamento su un intero piano aggiuntivo nella sede dell’azienda: un ex birrificio di cui sono stati ristrutturati i grandi spazi (825 metri quadrati) conservando alcuni caratteri e l’atmosfera di un luogo di lavoro artigianale.

Di recupero anche gli arredi, siano essi marcati Ikea o pezzi vintage acquistati alle aste. Come i divani in pelle o le poltrone in tessuto, le cassapanche e i tavolini, le sedie e le lampade utilizzati sia per creare piccole zone informali di lavoro, incontro o pausa, sia per gli spazi allineati e attrezzati con scrivanie e sedute per un ufficio più tradizionale. L’arredo quasi domestico e quello più ‘tecnico’ convivono con ordine e armonia in un ambiente di lavoro non convenzionale, un grande open space che in una porzione ben delimitata mantiene comunque al suo interno piccoli uffici chiusi ma vetrati, che consentono privacy e tranquillità per incontri, interviste o ascolto della musica. Il versatile layout del piano prevede anche spazio extra per uno staff in crescita o la possibilità di riconfigurazione nel caso di una futura espansione trasformazione.

Punti fermi all’interno della pianta sono la scala di collegamento fra i due piani, connessi anche visivamente da una grande apertura nel solaio, e l’infilata di colonne conservate dalla struttura originale. Per aumentare lo spazio in altezza è stato eliminato il soffitto, mettendo così a vista anche i condotti degli impianti di servizio. Il tutto per dare risalto alla natura industriale del luogo.

L’ufficio Epidemic Sound è presente all’interno della collezione Contract&Hospitality – Spring/Summer Book 2016 de IFDM disponibile anche nella versione digitale.

Credits:
Client: Epidemic Sound
Project start/end: 2014 – 2015
Team: Karolina Nyström, Rebecca Edwards
Mannheimer, Märta Friman, Mikaela Åström Forsgren
Photographer: Emil Fagander