SI DEFINISCE UN’ÉDITEUR, PRIMA CHE DESIGNER. IL SUO STUDIO, UNA MAISON D’ÉDITION. CHRISTOPHE DELCOURT SCONFINA DA OGNI DELIMITANTE CATEGORIA PER FONDERE CREATIVITÀ, MANUALITÀ, CONCEPT CHE SONO PROPRI DI DIFFERENTI DIMENSIONI, QUELLO DELL’ARTIGIANALITÀ AUTENTICA E DEL PROGETTO INDUSTRIALE. NE DERIVA UN’INTERPRETAZIONE LIBERA DELL’INTERIOR DESIGN, ESPRESSIONE PURA DELLA MATERIA E DELLE TECNICHE DI LAVORAZIONE. CLASSE ’66, AUTODIDATTA, DELCOURT ENTRA NELLA SCENA DEL DESIGN FRANCESE NEGLI ANNI ’90 APRENDO LA SUA GALLERIA NEL MARAIS, A PARIGI. LA SUA COLLEZIONE, LA DELCOURT COLLECTION, È “PRIMA DI TUTTO L’AFFERMAZIONE DI QUESTA ESTENSIONE TRA LA MANO DEL PROGETTISTA E QUELLA DELL’ARTIGIANO, CHE PREFERISCE LA DISCREZIONE ALL’ECCESSO E TRAE ISPIRAZIONE DA UN ELEMENTO ARCHITETTONICO, UN’OPERA D’ARTE, UN MATERIALE O UNA TECNICA”. DAGLI ARTIGIANI HA APPRESO IL MESTIERE E QUESTO BRULICANTE MONDO – DI FABBRI, EBANISTI, TAPPEZZIERI, CERAMISTI – È CIÒ CHE LO ACCOMPAGNA NELLE SUE CREAZIONI. NUMEROSE POI LE COLLABORAZIONI – BAXTERROCHE BOBOISHC 28, E ANCORA, MINOTTITECTONAWALL&DECÒCOLLECTION PARTICULIÈRECC-TAPIS – CHE LO SPINGONO A INDAGARE FIN DOVE IL DESIGN PIÙ SPINGERSI: SARÀ LA MATERIA A TRACCIARE LA ROTTA.

Da dove nasce questa manifesta passione per l’artigianalità?
Ho imparato la mia manualità grazie a un artigiano; non ho seguito alcuno studio in progettazione o interior design. Perciò è solo attraverso il contatto con l’industria manifatturiera che ho appreso come assemblare gli elementi, il legno, il metallo, come si lavora con i materiali in generale. Ed è merito dell’uomo che ho incontrato se sono stato in grado di appassionarmi al design e conoscerne i meccanismi.

Quanto spazio essa conserva nel design di oggi e nel processo produttivo?
Credo sia il nucleo del nostro DNA, la nostra definizione. Ma è anche un modo per differenziarsi. Penso che la forza dell’artigianalità in Francia stia nel fatto che abbiamo piccole strutture (più flessibili quindi rispetto alle grandi industrie), come quelle che si possono trovare in Italia. Si tratta poi di una questione di cultura locale. Ritengo che tale attività artigianale è oggi adattata ai bisogni di una specifica clientela di alto livello che preferisce avere prodotti fatti su misura che si adattano ai loro progetti.

Christophe Delcourt Showroom

Forma, materiale, emozione: quale di questi aspetti è la componente primaria delle sue creazioni?
Partiamo sempre con un materiale: è principalmente la materia che va a definire un oggetto. Anche perché iniziamo sempre tale progetto con un produttore. Un produttore, un materiale, un disegno: questa è la formula. Spesso penso che se anche avessi un buon disegno ma non il giusto produttore a svilupparlo, non otterremmo un gran risultato. Ed è sempre il materiale che induce una sensazione, un’emozione, che mi ispira già nella fase iniziale.

È l’oggetto a influenzare lo spazio o vice versa?
È quasi una domanda metafisica! Ma considero me stesso come un progettista prima di un interior designer, quindi spero sempre che alcuni dei nostri oggetti potranno essere di ispirazione agli architetti.

Declourt Collection - Design Christophe Delcourt
Declourt Collection - Design Christophe Delcourt

Delcourt Collection

Declourt Collection - Design Christophe Delcourt

Delcourt Collection

Cosa c’è alla base della Delcourt Collection?
Un know-how di altissimo livello che coinvolge primariamente i materiali, e soprattutto il legno. Il legno perché è un materiale grezzo, naturale, nobile, ideale per costruire. Perfino i nostri divani sono realizzati con una struttura in legno: è davvero l’elemento primario. Ma alla base della collezione c’è anche un network di artigiani francesi, che nel tempo son diventati una grande famiglia che gravita attorno al brand per creare meravigliosi prodotti, puri e senza tempo.

Lei è sia un editore che un designer per altri brand: due aspetti della sua identità professionale che mantiene distinti o ci sono punti di contatto?
Ciò che mi interessa è avere differenti esperienze che non siano simili alla metodologia della Delcourt Collection. Mi piace disegnare per altre aziende perché ho così occasione di imparare, scoprire, capire i molti aspetti di questo sistema.

Collection Particulière - Design Christophe Delcourt
Collection Particulière - Design Christophe Delcourt

Collection Particulière

Collection Particulière - Design Christophe Delcourt

Collection Particulière

Considerando la sua esperienza con numerose aziende francesi e internazionali, quale direzione ha intrapreso il mondo dell’arredo? E voi dove vi ponete in questo percorso?
Credo che, prima di tutto, occorra avere punti di vista ben definiti e credere nelle proprie idee; cerchiamo – più che guardare cosa gli altri fanno – di sviluppare la nostra propria storia, iniziata ormai 25 anni fa. Questo è il filo con cui, io e il mio studio, lavoriamo. All’interno di questa cornice, facciamo emergere nuove idee, nuovi desideri. Ma se devo indicare una cosa che è cambiata, penso sia la categoria delle sedute, un ambito che ora approcciamo differentemente, forse perché gli spazi sono “de-compartimentati”, le are in cui lavoriamo sono molto più grandi, molto più open. Perciò penso che le sedute possano offrire nuovi modi di vivere. La nostra maison d’édition ci permette anche di capire il mercato con i suoi key-players, che siano clienti o interiore designer. È sempre un delicato equilibrio tra funzioni e nuove forme.

Lei lavora con Minotti da molto tempo: si può parlare di sinergia?
Minotti è un’azienda indipendente e familiare. Mi rapporto direttamente con i figli del fondatore, che hanno sviluppato e fatto crescere questo brand direttamente dal cuore. Per me, si tratta di un’intesa con un gruppo di perone con le quali c’è una questione di affinità.

Christophe Delcourt Showroom

Qualche preferenza tra i prodotti che ha disegnato?
È sempre l’ultima creazione! È la più fragile, la più piccola, quella che si cerca di spingere con amore e convinzione, rassicurandola che è la più bella, così che cresca e a sua volta possa dar vita ad altre creazioni.