Alla Task Force per la Ripresa: “Ritornare a produrre dal 20 Aprile”

Questo l’appello delle aziende dell’arredo e design italiane a Vittorio Colao e al Ministro Patuanelli, attraverso il rinnovato Design Manifesto, ampliato nei punti chiave e nelle partecipazioni. Si mira alla ripresa produttiva il 20 Aprile

Si rinnova l’accorato appello delle aziende della design industry italiana, insieme a FederlegnoArredo, dopo la recente pubblicazione del Design Manifesto firmato da un gruppo di esponenti del settore, oggi rinnovato nei punti salienti e ampliato nelle partecipazioni. Un appello direttamente rivolto a Vittorio Colao, Responsabile della nuova Task Force per la Ripresa, e al Ministro per lo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli.
Riaprire le aziende, tornare a produrre, rimettere in moto il sistema per generare una reale progettualità per il futuro. A partire dal 20 Aprile. E senza lasciare a Regioni o ai singoli prefetti la possibilità di deroghe al decreto, quanto invece agire unilateralmente. 

Chiara e decisa la posizione delle 10 aziende firmatarie del documento, Bisazza, B&B Italia, Boffi, Cappellini, Cassina, Flexform, Giorgetti, Minotti (aggiuntasi al gruppo originario), Molteni Group, Poltrona Frau, che non intendono aspettare il 4 Maggio – come attualmente previsto dal decreto ministeriale – per riaprire i battenti delle loro fabbriche. A rischio, infatti, “il 20-30% del nostro patrimonio industriale con gravissimi danni della filiera di sistema. Tutto ciò si tradurrà inesorabilmente nella perdita di posti di lavoro. Per molte aziende del settore, già fortemente penalizzato dalla cancellazione del Salone del Mobile 2020, ciò significherà non riuscire più a ripartire”, sottolineano le aziende.

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I firmatari del Design Manifesto

Il Design Manifesto, pubblicato in prima battuta giovedì 9 aprile e oggi ampliato nei contenuti e nelle richieste, diventa quindi specchio delle esigenze dell’intero comparto, che teme non solo di perdere fatturato con ordini persi o cancellati, ma anche importanti commesse, oltre che accumulare ritardi nelle consegne e incorrere – paradossalmente – in penali. “Molti nostri competitori, ad esempio in Germania e Scandinavia, oppure nella tanto devastata Spagna, continuano infatti a operare regolarmente in queste settimane. Sollecitati da grandi developer o clienti internazionali garantiscono produzione e tempi di consegna certi accaparrandosi commesse e ordini altrimenti nostri”.

La priorità è quindi riattivare le attività il 20 Aprile, e parallelamente i negozi di arredo, che essendo caratterizzati da una superficie media molto ampia, possono beneficare di un afflusso di persone diluito e poco concentrato.

Il tema della sicurezza infatti torna preponderante nel Manifesto, che nero su bianco ribadisce l’attivazione all’interno delle aziende di tutti i protocolli necessari per garantire il massimo livello di sicurezza degli ambienti di lavoro.
Si guarda quindi al futuro prossimo e alla fase successiva al lockdown, “per poter ripartire più forti di prima, nella consapevolezza che solo uniti potremo continuare a prosperare nel tempo che verrà”.

 

Qui il Manifesto completo:

IL DESIGN CHE NON SI ARRENDE

Il diffondersi a livello mondiale del COVID-19 costringe oggi l’economia globale ad affrontare un fenomeno grave quanto inatteso che impatta profondamente sul sistema industriale del Paese. Un gruppo di aziende del settore Arredo e Design ha unito le proprie forze e collabora da settimane per fronteggiare insieme questa crisi: Bisazza, B&B Italia, Boffi, Cappellini, Cassina, Flexform, Giorgetti, Minotti, Molteni Group, Poltrona Frau.
Il principale obiettivo oggi di questo gruppo, insieme all’intero settore, è quello di consentire la ripresa produttiva il 20 Aprile anziché il 4 Maggio come attualmente previsto.

PERCHÈ È IMPORTANTE RITORNARE A PRODURRE AL PIÙ PRESTO

L’andamento dei contagi sta finalmente dando segnali positivi e incoraggianti. È venuto il momento di iniziare a pensare a una nuova fase che consenta agli Italiani di ritornare alla loro vita, sociale e produttiva, sempre nel massimo rispetto di tutte le contromisure necessarie per proteggersi dal virus. Le imprese del settore Arredo e Design, insieme a Federlegno, richiamano l’importanza di tornare presto a produrre e chiedono di poterlo fare non oltre il 20 Aprile.
E’ una scelta importante e decisiva che inciderà profondamente sul futuro industriale, economico e sociale del nostro Paese.
Continuiamo a sostenere la centralità del settore manifatturiero ma giova ricordare che nel 2017 abbiamo perso la seconda posizione nella classifica Europea, a lungo mantenuta dall’Italia, seconda solo alla Germania, a favore della Francia.
È bene quindi che tutti insieme si affronti il tema del ritorno al lavoro con l’importanza che tale decisione impone, per evitare che una grandissima tragedia umana e sociale si trasformi in una conseguente tragedia industriale ed economica, falcidiando sul campo migliaia di imprese e cancellando centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Il settore Arredo e Design costituisce uno dei 3 settori strategici della produzione italiana. Con la forza delle sue 20.000 imprese attive e 130.000 addetti primari, il settore sviluppa 23 MLD di fatturato con un export che supera il 60%. Se volessimo considerare l’intera filiera Legno-Arredo allora avremmo 75.000 imprese attive con 315.000 addetti per un fatturato di 43 MLD.
I motivi alla base della richiesta degli imprenditori di riaprire gli impianti già dal 20 aprile:

La salute al primo posto. Le fabbriche sono luoghi sicuri, occorre ribadirlo. Seguendo, e spesso superando, i protocolli di sicurezza i nostri impianti sono oggi luoghi sicuri: layout produttivi che rispettano il distanziamento sociale, misurazione della temperatura attraverso moderni termo scanner, consumo di pasti distribuiti individualmente evitando la frequentazione delle mense, utilizzo di mascherine delle classi idonee e di camici e guanti dove previsto, regolare sanificazione degli ambienti attraverso i più moderni sistemi.
Le aziende del settore dialogano costantemente con le autorità e sono attente e disponibili a valutare l’introduzione di norme e presidi che vadano anche oltre quanto previsto per legge.
Quando un operario si reca in fabbrica oggi sa che sta entrando in un luogo controllato e sicuro come la propria abitazione, forse addirittura di più, o il supermercato dove si reca regolarmente a fare la spesa.
E’ opportuno anche ricordare che i nostri stabilimenti sono ubicati in zone suburbane che consentono alle maestranze di poter raggiungere il luogo di lavoro in maniera autonoma, spesso addirittura a piedi oppure in bicicletta, senza quindi dover utilizzare i mezzi di trasporto pubblico.

La necessità del lavoro. Le nostre imprese competono ormai da decenni in un mercato globale, popolato da competitori globali. Questo mese di necessaria chiusura ha comportato l’impossibilità di rispettare commesse siglate e onorare termini di consegna dei prodotti previsti negli ordini e nei progetti.
Possiamo ancora recuperare questo ritardo riaprendo il 20 Aprile e lavorando con grande impegno nei prossimi mesi. I nostri clienti ci preferiscono per la bellezza e la qualità dei nostri prodotti, saranno comprensivi e sapranno attenderci.
Ma se la chiusura dovesse protrarsi ulteriormente allora la tenuta del sistema industriale sarà messa davvero a dura prova. Molti nostri competitori, ad esempio in Germania e Scandinavia, oppure nella tanto devastata Spagna, continuano infatti a operare regolarmente in queste settimane. Sollecitati da grandi developer o clienti internazionali garantiscono produzione e tempi di consegna certi accaparrandosi commesse e ordini altrimenti nostri.
I loro prodotti prenderanno in primis il nostro posto in progetti indifferibili nel tempo, poi anche nei negozi multimarca nel mondo. Migliaia di ordini stanno andando persi o cancellati.
La ripresa, quando avverrà, sarà caratterizzata da un monte ordini (backlog) molto basso e da una situazione finanziaria gravemente deteriorata.
Per molte aziende del settore, già fortemente penalizzato dalla cancellazione del Salone del Mobile 2020, ciò significherà non riuscire più a ripartire. Potremmo perdere il 20-30% del nostro patrimonio industriale ed assistere a gravissimi danni della filiera di sistema.
Tutto ciò si tradurrà inesorabilmente nella perdita di posti di lavoro.
Occorreranno 10-20 anni per recuperare ciò che potremmo perdere in poche settimane.

COSA CHIEDIAMO AL PAESE

Le aziende dell’Arredo e Design chiedono oggi a gran voce di poter iniziare un percorso di progressiva e sicura riapertura già dal 20 Aprile.
Sono i nostri lavoratori stessi a chiedercelo, insieme ai clienti di tutto il mondo con i quali siamo in costante contatto ogni giorno.
Gli stabilimenti sono pronti e sicuri, le regole chiare e perfettamente attuabili.
Misure di aiuto sul fronte finanziario e del credito sono certo importanti ma se non riparte la produzione non avremo più le aziende a cui questi provvedimenti sono destinati.
Unitamente alla produzione è inoltre importante riuscire a riaprire presto i negozi di arredo che, avendo una superficie media molto ampia, possono beneficare di un afflusso di persone diluito e poco concentrato. Il rischio di sovraffollamento è praticamente inesistente e comunque si potrebbe implementare con facilità un accesso regolato o su appuntamento.

COME ABBIAMO PREPARATO LA RIAPERTURA

Innanzitutto abbiamo attivato una Task Force interna creata e allenata per gestire eventi emergenziali di questa natura.
Nel giro di pochi giorni abbiamo trasferito l’intera operatività delle aziende presso le abitazioni dei nostri dipendenti che da remoto hanno continuato a garantirne il funzionamento con un elevatissimo standard di efficienza grazie alle moderne tecnologie e in virtù di uno straordinario impegno e di un grande spirito di abnegazione.
Con loro abbiamo subito iniziato a pensare alla riapertura lavorando sugli impianti per garantire il massimo livello di sicurezza a cui ogni nostra risorsa ha diritto e che si attende sempre da noi.
Un grande sforzo è dispiegato ogni giorno per farci sentire vicini alle nostre risorse sparse nel mondo, spesso in modalità Smart Working, ai nostri clienti, alla grande comunità degli Architetti e Designer. Tenere insieme con il giusto calore questa grande famiglia è la miglior garanzia per assicurare una pronta ripresa appena potremo ripartire.
Molte aziende hanno volontariamente deciso di ridurre la retribuzione dei manager in questo momento di crisi per compensare parte della riduzione di stipendio che le nostre maestranze stanno sperimentando a causa della cassa integrazione. Siamo davvero molto orgogliosi di questo gesto che incarna uno dei segreti delle grandi aziende italiane: nelle grandi sfide si cammina tutti insieme.

LA NOSTRA STORIA. IL NOSTRO FUTURO

Alcune nostre aziende sono ormai centenarie. Durante questo lungo tempo il mondo si è significativamente trasformato. Nuovi prodotti, nuovi mercati, nuovi consumatori.
Tutta questa impressionante evoluzione è stata possibile solo grazie alle nostre straordinarie persone che ci hanno onorato e supportato con il loro prezioso lavoro di tutti i giorni.
Ed è ai nostri artigiani, operai, impiegati, dirigenti che dedichiamo il nostro massimo sforzo per poter ripartire più forti di prima, nella consapevolezza che solo uniti potremo continuare a prosperare nel tempo che verrà.
Il principale obiettivo oggi è quello di poter avviare la ripresa produttiva il 20 Aprile anziché il 4 Maggio come attualmente previsto.