Riaprire per non retrocedere. A rischio c’è un’intero comparto che da solo costituisce e uno dei tre settori strategici della produzione italiana, con un fatturato di 23 miliardi di euro. Il settore Legno Arredo richiama a gran voce la necessità della ripresa produttiva, non dal 3 Maggio – come stabilito dall’ultimo decreto ministeriale reso noto ieri in serata – bensì dal 14 Aprile, con una riattivazione delle aziende e delle fabbriche graduale e controllata, tale da garantire l’adempimento di tutte le contromisure sanitarie per il coronavirus, ma al contempo di rimettere in moto un sistema che conta 20mila imprese attive e 130mila addetti.

Questa necessaria presa di coscienza è diventata una vera e propria “Call to Action” da parte di un gruppo di aziende del settore che hanno stilato un Design Manifesto a sostegno dell’iniziativa.

B&B Italia, Bisazza, Boffi, Cappellini, Cassina, Flexform, Giorgetti, Molteni Group, Poltrona Frau hanno trasformato una chat tra pochi soggetti, non svincolati dalle associazioni di settore di cui fanno parte, in un più alto e ampio livello di dialogo in nome di una comune esigenza a cui far fronte.

Roberto Gavazzi, CEO di Boffi

“In prima fase, abbiamo aperto un tavolo del design dove confrontarsi tra colleghi (più che concorrenti) e condividere le prime impressioni, i risultati dei giorni di inattività produttiva e le conseguenze avvertite dai mercati internazionali, con l’obiettivo di stare vicini e mantenere un filo diretto anche per le visioni del futuro”, specifica Roberto Gavazzi, CEO di Boffi. 

Con grande compiacimento afferma Marco Piscitelli, Managing Director di Molteni Group: “Trovo che questa occasione di confronto abbia fatto emergere un micro ecosistema non inquinato dalla competizione, ma ossigenato dalla volontà di mettere in campo azioni a sostegno del settore”. 

Una sinergia fortemente incentivata da Dario Rinero, CEO di Lifestyle Design, per evidenziare maggiormente le esigenze di un intero comparto e della sua salvaguardia, che sia fisica, morale o economica. 

“Il Manifesto vuole richiamare l’attenzione delle autorità a un settore che è tra quelli trainanti dell’export e che con la sua filiera conta davvero molti addetti, i quali insieme a noi imprenditori, non vedono l’ora di poter tornare a fare il proprio lavoro, con la passione e l’impegno di sempre – dichiara Matteo Galimberti, CEO di Flexform – L’obiettivo non è solo far ripartire le produzioni, ma dare continuità a tutta la filiera che va dai produttori, i piccoli e grossi artigiani fino ai nostri rivenditori e negozi in Italia e all’Estero”.

Matteo Galimberti, CEO di Flexform

Marco Piscitelli, Managing Director di Molteni Group

Un ulteriore prolungamento del lockdown fino al 3 Maggio potrebbe infatti comportare una perdita del 20-30% del patrimonio industriale italiano, con danni alla filiera di sistema e una consequenziale perdita di decine di migliaia di posti di lavoro. “I nostri competitor tedeschi e del Nord Europa sono aperti, anzi ancora più attivi, andando a colmare il vuoto temporaneo generato dalla nostra assenza sui mercati cruciali del mondo del progetto – prosegue Marco Piscitelli – Il protrarsi della situazione attuale pone in svantaggiato i brand italiani nelle grandi commesse e così anche il valore del Made in Italy rischia di essere messo in ombra dai player stranieri. Il contract ha gestazioni lunghe e questo potrebbe mettere in discussione commesse intraprese negli ultimi 6/12 mesi da Molteni e dalle altre aziende a cui da anni viene accordata una particolare fiducia dai progettisti internazionali”. “A cui si aggiunge la beffa delle penali”, sottolinea Nicola Coropulis, AD di Poltrona Frau. “Rispetto alle altre aziende di design e arredo firmatarie del Manifesto, noi siamo quasi degli ‘outsider’ – esordisce Rossella Bisazza, Direttore della Comunicazione di Bisazza – ma abbiamo le stesse esigenze, ci rivolgiamo agli stessi mercati, clienti e professionisti: siamo nell’impossibilità di rispettare le consegne in cantieri già avviati, e questo provoca ricadute non solo sul fatturato, ma anche un danno di immagine importante”.

Opinione condivisa anche da Kurt Wallner, CEO di Cappellini: “Stiamo rischiando di perdere una porzione significativa del nostro business. Cappellini, come molte altre realtà, lavora molto nel contract e se continueremo a non garantire la produzione, perderemo clienti, a vantaggio di altri Paesi. La priorità è ridare avvio alla produzione, poi toccherà ai negozi”. 

E proprio il tema della rete retail è un altro asset del Manifesto, da cui emerge la proposta di moratoria sul prezzo degli affitti per tutti gli immobili commerciali attualmente chiusi; le aziende hanno proposto di giungere ad un accordo che riducesse il costo degli affitti da Aprile a Dicembre 2020. “Abbiamo adottato una politica comune che sensibilizzi i landlord dei nostri negozi nel mondo, posizionati nei principali design district. Boffi, come gli altri brand, ha negozi monomarca diretti e in partnership con i clienti a livello internazionale. Da qui la richiesta di riduzione del canone degli affitti commerciali per i prossimi mesi”, specifica Roberto Gavazzi, CEO di Boffi. 

Ma che si tratti dei negozi (solitamente caratterizzati da una superficie media molto ampia, con un afflusso di persone diluito ed assai poco concentrato, e dove quindi il rischio di sovraffollamento è praticamente inesistente) o delle fabbriche, non viene meno il tema comune e imprescindibile della sicurezza degli ambienti lavorativi. “Ci siamo mossi per tempo all’emergere dell’epidemia e oggi siamo perfettamente attrezzati da un punto di vista di protocolli di sicurezza, dotazione di dispositivi di protezione e misurazione della temperatura, sanificazione degli ambienti di lavoro e distanziamento delle postazioni per riprendere le attività in tutta sicurezza – prosegue Nicola Coropulis – Anche le nostre maestranze, protette da un’assicurazione accesa per tutti i lavoratori di Lifestyle Design Group, sostengono questa posizione”. 

“Sempre avendo in mente il rispetto per la salute e la sicurezza dei nostri dipendenti, abbiamo messo in sicurezza le nostre fabbriche e attivato tutte le misure per poter riprendere a produrre immediatamente – sostiene concorde Luca Fuso, CEO di Cassina – Ripartire è fondamentale per poter mantenere la leadership nel mercato; anche poche settimane di ulteriore chiusura possono provocare danni enormi.” 

Nicola Coropulis, AD di Poltrona Frau

Giovanni del Vecchio, CEO di Giorgetti

Accanto alle questioni prettamente operative ed economiche, il Manifesto lascia emergere un altro aspetto, più astratto, ma non meno rilevante: quello della collaborazione, del fare sistema, dell’unità, anche tra soggetti che normalmente si troverebbero in una posizione di sana competizione, ora riuniti in nome della salvaguardia di un intero comparto e di coloro che ne fanno parte. “Siamo imprenditori che credono nella forza dell’unione (al di là di mantenerci concorrenti), che cercano di trovare in questa capacità di collaborazione la modalità di superare ostacoli che ci accomunano. Il progetto è nato in modo del tutto casuale, ma efficace – spiega Giovanni del Vecchio, CEO di Giorgetti.
“Ognuno di noi è membro di varie associazioni di settore, come FederlegnoArredo, Assarredo o Altagamma, e non intendiamo sostituirci a loro dal momento che sono enti nati per accogliere e promuovere gli interessi dei loro associati”. L’intento infatti è stato di “aiutare le nostre associazioni creando un ulteriore elemento di comunicazione”.
E aggiunge Roberto Gavazzi: “Anche in questo caso vale il lavoro di squadra oggi più che mai”.

“Voglio fare i complimenti ai colleghi che, sebbene competitor nei settore, in questo momento sono stati così bravi e intelligenti da accordarsi su un documento unitario, senza risparmiare le energie per creare una voce corale: ora più che mai è importante fare squadra, unica via per salvaguardare il settore”, conclude Rossella Bisazza, che già guarda al futuro e alla ripresa: “Noi potremo già essere operativi al 70-80% non appena avremo il via libera per ripartire. Dobbiamo però essere consapevoli che approcci e sistemi tradizionali dovranno essere rivisti, si testeranno modalità diverse di lavoro (oltre allo smart working che ormai è diventato imprescindibile per tutti). Ma siamo un Paese abituato a lavorare in emergenza e abbiamo una capacità straordinaria di reagire, essere flessibili e adattarci: so che anche questa volta ce la faremo”.

Rossella Bizazza, Direttore della Comunicazione di Bisazza

E proprio FederlegnoArredo ha reso quest’oggi noto il Manifesto dell’associazione che, non a caso, prevede nei suoi punti programmatici la riapertura delle aziende e dei punti vendita, la riattivazione delle attività dei magazzini e della logistica, la riapertura i cantieri edili, il tutto con la conferma dell’attivazione di tutti i protocolli di sicurezza. Una sintonia di intenti e obiettivi che scaturiscono da esigenze di tutti gli associati.

“Confidiamo – conclude Roberto Gavazzi – che si arrivi a delle intese che validino la ripresa, segmentando le categorie della filiera senza soffrire di una regola comune per la macrocategoria”.