NELLA COMPLEMENTARIETÀ HANNO FONDATO IL LORO MODUS OPERANDI, MA ANCHE – COME NELLE MIGLIORI RELAZIONI – LA LORO VITA PERSONALE. DRAGA OBRADOVIC E AUREL K. BASEDOW, IN ARTE DRAGA&AUREL, SONO UNA DELLE BEN NOTE COPPIE DELLA SCENA PROGETTUALE INTERNAZIONALE CHE STANNO RIDEFINENDO IL CONCETTO DI ART DESIGN, ATTINGENDO E MISCELANDO QUESTI DUE MONDI CREATIVI – ALTRETTANTO COMPLEMENTARI. IL RISULTATO È UN’ARMONIA D’INSIEME, UN INCONTRO DI ANIME E MONDI SOLO APPARENTEMENTE OPPOSTI CHE RICERCANO UN UNICO OBIETTIVO: LA BELLEZZA DELL’EMOZIONE. DRAGA OBRADOVIC CI RACCONTA IL LORO PASSATO, PRESENTE E FUTURO.

Thea by Baxter – Design Draga&Aurel

Vi definite uno studio multidisciplinare: quali sono le differenti anime che compongono la vostra realtà? Ce n’è una predominante?
Abbiamo cominciato reinventando pezzi d’arredo vintage e vestendo sedie scovate nei mercatini con tessuti creati da noi. Aurel ha iniziato a usare la resina per reinventare oggetti o arredi. L’unione di questi ha attirato diverse collaborazioni; le aziende come Baxter e Anthropologie ci hanno spinto verso nuovi orizzonti e i progetti residenziali e di hospitality ci hanno dato la possibilità di esprimere la nostra creatività nell’interior design. Dopo 10 anni abbiamo creato la capsule collection “Transparency Matters” con cui abbiamo espresso la nostra esperienza come designer, progettisti e artisti e in cui abbiamo sintetizzato tutte le nostre anime: un perfetto connubio di materia, arte, design e artigianato.

Marilyn by Baxter – Design Draga&Aurel

Come invece le vostre due personalità e professionalità si compensano?
Lui visionario, io avventuriera. Lui musicista e pittore, io stilista e textile designer. Lui tedesco, io serba. Entrambi abbiamo frequentato la laurea in “Belle Arti” a Firenze e dopo varie esperienze in campi differenti è nata la nostra partnership: una perfetta combinazione di arte e design che spazia dal design alla moda, ai tessuti, alla lavorazione del legno e alle arti grafiche contemporanee. Complementari l’uno all’altro, sia nella vita sia nel lavoro, condividiamo una forte passione per l’arte contemporanea, che ci porta a un continuo percorso di ricerca, di approfondimento e di confronto.

Dimora delle Balze by Draga&Aurel

Dimora delle Balze by Draga&Aurel

Su quale o su quali focus si indirizza la vostra ricerca personale?
Da sempre ci piace lasciarci inspirare da qualsiasi cosa passando dall’arte alla musica, dall’architettura alla fotografia, dalla letteratura al cinema, dalla moda al viaggio. Durante il processo di ricerca, per noi è importante scoprire “cosa c’è dietro”, la filosofia, il concetto, per creare pezzi che non sono solo da usare ma anche un modo per influenzare e cambiare la cultura e le abitudini. Il design è anche un veicolo per far riflettere e ha il grande potere di creare dei cambiamenti. Basti pensare a Memphis o al Radical design.

Transparency Matters è il risultato della vostra ultima ricerca in campo materico: quali terreni avete sondato? Quali le ispirazioni e le finalità?
La collezione “Transparency matters” rappresenta, al momento, il risultato più grande della nostra partnership: una perfetta combinazione di arte e design. Per realizzarla ci siamo ispirati ai volumi semplificati del minimalismo, alla sperimentazione retro-futuristica del design della Space Age e ai modelli strabilianti dell’Artic Optical. Lavorando con resina colorata, bronzo, ottone, vetro fuso e mobili vintage in una tavolozza minerale, abbiamo progettato arredi e illuminazioni interpretando il potere della trasparenza di illuminare, trasformare e distorcere. Questa collezione è il simbolo della nostra evoluzione come designer e artisti e un’occasione per esprimere la nostra gioia e pensare fuori dagli schemi dopo un decennio di collaborazioni.

Transparency Matters by Draga&Aurel – Photo © Riccardo Gasperoni

Quali sono le aree su cui vorreste ora concentrarvi? O c’è un campo su cui non avete mai sperimentato ma vorreste mettervi alla prova?
Lavorando alla collezione “Transparency Matters” e alle installazioni per Nomad Circle abbiamo scoperto una nuova passione: creare progetti site-specific. Con questi è possibile raccontare una storia e creare una forte connessione tra gli oggetti e il contesto che li ospita. Sarebbe molto entusiasmante per noi proseguire con questo tipo di progetti, sviluppandoli anche in nuovi ambiti come mostre, hotel e gallerie.

Dai vostri progetti e prodotti scaturisce il concetto di quanto il design possa trovare contaminazione con l’arte. Come giudicate questo rapporto? E a quali esiti conduce?
Il designer deve darsi delle regole e sfidarle, l’artista, al contrario, ha il compito di trovare arte dove prima non si cercava e di far guardare le cose con altri occhi. Crediamo che questa sia la più grande differenza ma, alla fine, per noi la radice è la stessa: la ricerca della bellezza dell’emozione e il rapporto con il proprio tempo.

A che punto storico si trova il design a vostro parere?
Abbiamo un’eredità meravigliosa. Tanto è già stato fatto ma sembra che il mondo ci stia chiedendo di rivedere le nostre abitudini e di pensare a una nuova rivoluzione culturale. Il tema è complesso e profondo e non è facile dare una risposta immediata ma, in questo momento, la riflessione è obbligatoria. La volontà troverà la strada giusta.

Nomad Circle – Venice Ormeggi by Draga&Aurel – Photo © Fillippo Bamberghi