È un percorso univoco e ben definito quello intrapreso da Opera Contemporary negli ultimi mesi. L’imperativo è rafforzare la brand awareness e a questo fine si rivolgono le recenti politiche intraprese dall’azienda. «Dalla nuova strategia di marketing all’inserimento di un nuovo Art Director, e mirando fortemente all’apertura di showroom e punti vendita nelle maggiori città europee e internazionali, intendiamo innalzare la percezione del brand». 

Doris by Opera Contemporary

Barry by Opera Contemporary

Oliver by Opera Contemporary

Le parole del Brand & Marketing Manager di Opera Contemporary, Stefano Zecca, nonché quarta generazione in campo, riassumono efficacemente la ‘rivoluzione’ interna all’azienda che sta dando nuova linfa vitale e rinnovata energia a un marchio dalle immense potenzialità. Sebbene ‘giovane’, Opera Contemporary può contare sull’heritage storico dell’azienda madre Angelo Cappellini, fondata nel 1886, e sul suo patrimonio di conoscenze artigianali; solo nel 2010 ad essa si affianca il nuovo marchio di inclinazione più contemporanea che va quindi a completarne l’offerta in stile.

Hilary by Opera Contemporary

Oliver by Opera Contemporary

Ampliare la rete distributiva è quindi il primo passo di un percorso di crescita a livello internazionale, «per far conoscere il marchio anche in mercati tradizionalmente non affini all’azienda Angelo Cappellini, dare così la possibilità di toccare con mano la qualità dei nostri prodotti e indirizzare le diverse richieste da parte di professionisti e consumatori», continua Stefano Zecca. Così l’Europa e Paesi affini al design moderno come la Germania, «un’area praticamente per noi nuova, quindi dove potenzialmente possiamo trovare ampi margini di sviluppo». 

Punto di riferimento sul mercato è lo showroom monobrand Opera Contemporary di Francoforte, inaugurato nel 2011 e tuttora vetrina di primo piano, attraverso il quale l’azienda ha firmato numerosi progetti contract in ambito residenziale. Sono i suoi prodotti icona a incontrare il favore maggiore del pubblico tedesco: primo fra tutti il letto Butterfly (design Castello Lagravinese) che dall’omonimo divano prende in prestito anche i sinuosi profili e la lavorazione capitonné che ne arricchisce la testata; o i divani della collezione Mavra (design Castello Lagravinese) i cui geometrici profili sono compensati dalle morbide imbottiture. Non da meno, i tavolini Ludmilla, con la loro peculiare base in metallo a creare giochi di archi e curve.