SCHEDA TECNICA

Team: Piero Lissoni with Tania Zaneboni, Mattia Susani, Roberto Berticelli, Rodrigo Tellez Acosta, Sara Orrù, Sara Cerboneschi, David Pouliot, Pino Caliandro, Lorenza Marenco, Giorgio Pappas
Furniture Designer: Roberto Berticelli, Rodrigo Tellez, Pino Caliandro, Marco Gottardi
Rendering: Alberto Massi Mauri, Alessandro Massi Mauri, Matteo Sponza
Photo: Edmond Leong, Enrico de Conti (Piero Lissoni portrait)

Scommette su un equilibrio cadenzato tra gli opposti Piero Lissoni, che insieme a Lissoni Architettura lavora sulla base del progetto degli architetti Wong & Ouyang e firma The Middle House, quarta struttura del pluripremiato The House Collective di Swire Hotels. Situato nel cuore di Jing’an, quartiere trendy di Shanghai, e nelle immediate vicinanze dell’elegante Nanjing Road, il progetto viaggia sui binari della dicotomia a partire dalla sua essenza. Due torri ospitano distintamente due funzioni diverse. La prima accoglie l’hotel con 111 camere, ristorante, bar, terrazze, spazio eventi e suite presidenziale; la seconda abbraccia invece 102 appartamenti suddivisi in monolocali, bi e trilocali, con anche 2 ristoranti. L’intervento di Lissoni, che comprende anche la facciata con schermature verticali in alluminio a sezione circolare, miscela negli interni linguaggi e forme espressive differenti con l’obiettivo di realizzare ambienti ricercati ed eleganti dove respirare l’atmosfera accogliente di un luogo privato. Elementi della storia e della cultura dell’artigianato cinese – come le pareti con ceramiche realizzate a mano che reinterpretano, astraendolo, il bambù – messi in relazione con richiami contemporanei generano un sofisticato bilanciamento all’interno degli spazi.

“L’intero progetto, l’albergo come la parte residenziale, è stato pensato per avere un sapore domestico, nonostante il suo ‘sguardo’ verso l’esterno.”

Piero Lissoni

Un ritmo, originale e unico, dato anche dalle numerose opere d’arte collocate in nicchie di legno come fossero pezzi da museo. Un’astuta danza di contrasti che ci racconta lo stesso Lissoni, riuscito egregiamente a conciliare due elementi in antitesi: la funzione di aggregazione e di apertura verso la città della struttura ricettiva con la necessità di privacy delle residenze private. “L’intero progetto, l’albergo come la parte residenziale, è stato pensato per avere un sapore domestico, nonostante il suo ‘sguardo’ verso l’esterno. Un aspetto che, oltre ad essere un’esplicita richiesta del cliente, incontra perfettamente la mia cifra stilistica: delineare anche per gli hotel atmosfere intime, quasi informali. Vorremmo infatti che gli ospiti si sentissero accolti come nel salotto di casa di un amico. In questo caso, ci siamo ispirati alle tradizionali architetture domestiche cinesi in cui prevale l’ombra sulla luce, con una miscela di materiali lucidi e opachi in cui risaltano le qualità formali”.

Un’operazione tutt’altro che facile per l’architetto e il suo team, dovendo intervenire su un progetto degli architetti Wong e Ouyang. “Abbiamo inizialmente collaborato con gli architetti per la definizione delle strutture e degli impianti, per poi disegnare in autonomia le facciate, la distribuzione degli spazi interni e il progetto di interior. Una delle difficoltà è stata quella di doverci adattare alle planimetrie a pianta radiale che abbiamo ereditato per le camere”.

Altro gioco tra gli opposti è l’abbinamento di componenti tipiche della storia e della cultura dell’artigianato locale con elementi contemporanei. “Da sempre, fa parte del mio linguaggio inserire nei progetti oggetti e riferimenti provenienti da diverse culture, che amo mettere insieme a pezzi di design moderno e contemporaneo. Oggetti d’arredo e d’antiquariato, porcellane, vasi, oggetti etnici… sono quelli che chiamo objet trouvè. Quasi degli archetipi che sembrano essere stati raccolti durante un viaggio, che hanno la capacità di farti sentire un po’ come a casa. Per questo, abbiamo fatto una ricerca meticolosa. Un lavoro che ci ha consentito di scoprire maestranze cinesi di raffinata qualità. Ogni nostro progetto si è sviluppato, arricchito e concluso grazie anche alle competenze locali: dall’impiego di ceramiche per le grandi partizioni interne, alle ebanisterie delle consolle e delle testate dei letti, dai rivestimenti murari dei corpi scale, alle lanterne per esterni disegnate su misura, dalle specifiche mattonelle per le pavimentazioni, alle lavorazioni del bambù usate per grandi paraventi e bris soleil”. La maggior parte degli arredi è stata creata infatti su misura, fatta eccezione per pochi pezzi come il divano Extrasoft di Living Divani, gli apparecchi a incasso e quelli decorativi di Flos, sanitari e rubinetti Cotto.

“Per scelta del cliente – continua Piero Lissoni – tutti i pezzi d’arredo sono stati realizzati in Cina, per questo motivo la grande sfida è stata quella di concepire e disegnare tutto in Italia e svilupparli poi in loco attingendo ai patrimoni artigianali del luogo. Abbiamo avuto il piacere di lavorare con un mastro soffiatore veneziano con una produzione anche in Cina. Con lui abbiamo realizzato, sempre su nostro disegno, il grande chandelier dell’ingresso, come in una sorta di gioco delle parti e di rimandi con il viaggio che il veneziano Marco Polo fece più di settecento anni fa in Cina”. Anche i materiali utilizzati sono in tutto ciò un collante con la storia. “Sia nell’albergo che negli appartamenti dominano la ceramica e la terracotta, materiali che hanno un forte legame con la cultura cinese e, allo stesso tempo, il legno e il bambù per la realizzazione di arredi, pavimenti e divisori”.

A fare da connettore, tra i punti di arrivo di hotel e residence, la vasta area benessere di 2400 m², situata al piano seminterrato e concepita come uno spazio unico modellato per generare grandi prospettive con gli elementi architettonici: lucernari, volumi organici retroilluminati, giochi d’acqua e schermature verticali in ceramica a tutta altezza.