Incontri spaziali nella XYZ Lounge

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Incontri spaziali nella XYZ Lounge
SCHEDA PROGETTO

Owner: Fondation Liedts-Meesen
Architecture & Interior design: Didier Fiúza Faustino
Furnishings: custom-made based on designs by Didier Fiúza Faustino
Photo credits: Felipe Ribon

Sebbene una prima visione d’insieme agganci inevitabilmente memorie retrofuturiste e immaginari filmici legati alla Space Age, XYZ Lounge insegue invece l’idea di “un futuro di fantasia” che lo rende semplicemente un luogo diversamente interpretabile e atemporale. Perché per l’architetto franco portoghese Didier Fiúza Faustino l’ambiguità del tempo favorisce anche inattesi scenari spaziali in cui la relazione è condizionata dalla materia costruttiva e dai suoi significati.

L’incarico è arrivato da Zebrastraat, centro culturale di Ghent situato al piano terra di un grande complesso di forma ovale ideato nei primissimi anni del ‘900 dall’architetto belga Charles Van Rysselberghe. Faustino è intervenuto su una superficie di 360 metri quadrati progettando il bar principale, quello adiacente più piccolo, sale laterali predisposte per proiezioni, aperitivi e DJ set e mezzanini collegati da una scala chiocciola in cui sono state ricavate aree per riunioni e una terrazza. Un ambiente dedicato all’incontro e alla convivialità che favorisce le traiettorie fisiche e la prossimità ribadendo un’intenzionalità autoriale volta a intrecciare architettura, corpi e identità per svincolarsi, in questo caso, dagli stereotipi culturali, sociali e di genere. E se il nome è un non nome, ammettendo tutte le generazioni – x y e z – esso annuncia tuttavia uno spazio senza età che si consacra alla neutralità. Complici i colori dominanti: rosa ‘gender free’ lanciato dai Millennials e ormai in grado di sedurre trasversalmente l’universo creativo più aggiornato, e verde oliva, un tono militare che perde la sua connotazione di genere per richiamare, anziché le armi, la natura.

Entrando sembra di percorrere la navata centrale di una cattedrale in cui la disposizione grafica delle modanature in stucco e dei pannelli in marmo di Carrara rosa sulle pareti enfatizzano il punto di fuga guidando lo sguardo verso la scultura/installazione sopraelevata dell’artista Panamarenko, un aviatore ‘atterrato’ prima dell’intervento di Faustino con uno dei suoi improbabili velivoli. Lateralmente le altezze si riducono ma l’applicazione di doghe aperte (rosa) molto sottili su significative porzioni di soffitto e pareti permette alla luce di entrare. L’arredamento è stato realizzato ad hoc e comprende elementi in marmo rosa, come i banconi a forma di Y, le isole e i corpi illuminanti a sospensione; pannelli fonoassorbenti dello stesso verde di tavoli e sgabelli con struttura tubolare verniciata, e comune anche all’esercito di sedute Delete Yourself che, intenzionalmente anonime e dall’aspetto di dubbia comodità, obbligano il corpo a un atto sociale quasi performativo, comunitario.

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