Nanda Vigo a Palazzo Reale

Milano ospita la mostra Nanda Vigo. Light Project curata da Marco Meneguzzo. 80 opere raccontano il percorso di ricerca dell'artista e architetto milanese su luce, trasparenza e immaterialità

A Milano si respira arte anche d’estate. Per il quarto anno consecutivo Palazzo Reale porta alla luce il lavoro dei maestri dell’arte italiana dal secondo dopoguerra e il rapporto che hanno avuto con la città.
Fino al 29 settembre è possibile visitare Light Project, mostra curata da Marco Meneguzzo che ha come protagonista il percorso di ricerca di Nanda Vigo.

Mostra Light Project, Palazzo Reale
Global Chronotopic Experience, Spazio San Celso,Milano. ©Marco Poma

Promossa dal Comune di Milano | Cultura, Palazzo Reale, in collaborazione con l’Archivio Nanda Vigo, Light Project è composta da 80 opere (tra progetti, sculture e installazioni) esposte al primo piano dello storico edificio.
In particolare evidenza nel percorso espositivo un affascinante ambiente cronotopico, che occuperà l’intera stanza degli specchi. La sua personalissima Teoria della Cronotopia che analizza la percezione spazio-temporale nelle tre dimensioni. Da ciò derivano spazi immersivi e abitabili in cui vivere l’esperienza di un ambiente totale caratterizzato da una luce pura e assoluta.

Arch arcology dedicato a Paolo Soleri, in collaborazione con Alcantara Museo MAXXI, Roma
Arch arcology dedicato a Paolo Soleri, in collaborazione con Alcantara Museo MAXXI, Roma

Oggetto di studio sono quindi luce, trasparenza, immaterialità, che devono costituire l’opera e lo stesso ambiente abitato dall’essere umano. Da ciò l’artista crea vere e proprie ambientazioni, spesso realizzate in collaborazione con Lucio Fontana, caratterizzati da specchi inclinati e tagliati con lo scopo di proporre una diversa visione della realtà.

Mostra Light Project, Palazzo Reale
Mostra Light Project, Palazzo Reale

La mostra accoglie, appunto, un ambiente che consente di vivere esperienze trascendenti, andando oltre la materialità del quotidiano per riuscire a percepire fisicamente una realtà più alta attraverso la contemplazione, la smaterializzazione, la comunione con il “tutto”.
Uno chassis metallico racchiude vetri industriali, talvolta illuminati da neon, attraverso i quali la luce penetra e si manifesta allo sguardo, metafora della leggerezza, della mutazione, dell’immaterialità spirituale dell’arte e della sua percezione.

Mostra “Sky tracks”, Trigger of the Space, installation view, Galleria San Fedele Milano, © Marco Poma
Mostra “Sky tracks”, Trigger of the Space, installation view, Galleria San Fedele Milano, © Marco Poma

Tra le sue esperienze ci sono anche importanti collaborazioni che hanno portato progettazioni di design e di architettura di successo, come quella con Gio Ponti che ha prodotto la Casa sotto la foglia, a Malo, del 1965, e la realizzazione del Museo Remo Brindisi a Lido di Spina del 1967.

In occasione della mostra sarà pubblicata una monografia sull’opera di Nanda Vigo, a cura di Marco Meneguzzo, edita da Silvana Editoriale.