L’eredità di Alessandro

La parola alchimia – il nome del gruppo degli anni 70 di cui è stato uno dei membri più autorevoli – è quella che forse meglio rappresenta la magnifica curva che in 87 anni Alessandro Mendini ha tracciato in nome e per conto del design

Quando Alessandro Mendini ha disegnato la poltrona Proust, IFDM non esisteva ancora: veramente difficile per noi parlare di un Maestro che ci ha lasciato e, al tempo stesso e senza retorica, c’è ancora. Possiamo dire che lo abbiamo conosciuto a debita distanza, lo abbiamo seguito, abbiamo sbirciato nel buco della serratura del suo atelier, ogni tanto abbiamo cercato di collegare e scollegare tutti i progetti e gli oggetti che il sito web consiglia di leggere come “frammenti dove… il senso si trova in questa dinamica espansa, centrifuga e senza fine”.

È inevitabilmente riduttivo parlare dei progetti, dei Compassi d’Oro e degli oggetti di Alessandro Mendini, uomo dal carattere sempre cordiale ma un po’ schivo: Alessandro tornerà spontaneamente e con naturalezza sulle nostre scrivanie, nelle conversazioni di tutti coloro che vivono nel mondo del design, nelle vetrine dei negozi e nella Metropolitana di Napoli o a Gibellina dove Mendini, con la Torre dell’Orologio, ha regalato al cemento un’insospettabile e inaspettata leggerezza.

Alessandro Mendini è stato anche un collega, ha fondato e diretto Modo, una delle storiche riviste di design, che ha puntato sulla cultura e sui contenuti andando oltre le forme: caro collega, questa è un’eredità che comprendiamo bene e che ci teniamo veramente stretta. Grazie.