At Six Hotel, dove l’arte è la regola

Radicato al territorio svedese, ma con un’esplicita vocazione internazionale, At Six risponde all’ambizioso obiettivo di ridefinire il concetto di art hotel, trovando nell’ossimoro “rifugio e palcoscenico” la chiave di un’accoglienza allargata che apre le porte a turisti e residenti

Nella storica piazza di Brunkebergstorg, un tempo ritrovo favorito dall’alta società di Stoccolma del XIX secolo, At Six occupa un edificio che negli anni Settanta si impose sulle geometrie fluide della Belle Époque con rigore modernista, progettato per ospitare un albergo ma di fatto utilizzato come quartier generale della Swedbank.
Torna solo di recente ad adempiere alla sua funzione originaria – candidandosi a diventare un nuovo punto di riferimento per gli appassionati di arte e design – nel progetto di Universal Design Studio, che ha reinterpretato l’estetica brutalista della struttura e il paesaggio architettonico della piazza attraverso un rinnovamento interno completo e la creazione di un nuovo ingresso.

At Six_Exterior
At Six, Esterno @ Lasse Olsson Photo
At Six_Lobby
At Six, Lobby @ Andy Liffner

Il reticolo strutturale ‘manifesto’ della facciata si riflette internamente, ma se da una parte la palette scura dell’acciaio annerito e delle pietre nei toni dell’antracite e del nero ne sottolineano il senso di permanenza e autenticità, i legni nobili e i graniti lucidi, abbinati a pareti interamente specchianti e a finiture luxury, fanno da contrappunto e stemperano con leggerezza e luminosità il disegno e le masse brutaliste.

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At Six, Listening Lounge @ Andrew Meredith

L’hotel dispone di 342 camere, tra cui 40 suite e una presidenziale di 85 metri quadrati con terrazza panoramica privata. In comune l’impronta minimalista e lo stile contemporaneo in una combinazione di arredi di produzione svedese, dai letti di Hilding Anders con le luci Rubn incorporate nelle testate alle sedie e i divani di velluto custom made, e superfici marmoree che correndo lungo le pareti diventano piani d’appoggio per tavoli, scrivanie e credenze.

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At Six, Junior Suite @ Andy Liffner
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At Six, Masterpiece Suite @ Andy Liffner

Ciò che lo studio londinese intende trasferire alla clientela è l’immagine di una struttura di lusso multifunzionale e dinamica in cui il legame autentico con l’arte sia percepibile in tutti i suoi spazi. Wine bar, cocktail bar, brasserie, palestra, ristorante panoramico e 2000 metri quadrati di spazi complementari e operativi sono stati modulati in base alla collocazione delle opere d’arte selezionate dal curatore Sune Nordgren, già responsabile del Baltic Centre for Contemporary Art di Gateshead e del Museo Nazionale di Arte, Architettura e Design di Oslo.

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At Six, Dining Room @ Andy Liffner

Lavori originali di Olafur Eliasson, Julian Opie, Sol Le Witt, Spencer Finch, Richard Long, Marijke van Warmerdam e Kristina Matousch si susseguono in una disposizione ben ragionata includendo corridoi e suite, anticipati dall’imponente scultura in marmo bianco Man Whispering del catalano Jaume Plensa, che domina la scalinata della lobby, e dalla fotoincisione Quaternary di Tacita Dean posta in prossimità del front desk.

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At Six, Lobby, opera Man Whispering by Jaume Plensa @ Andrew Meredith
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At Six, Front desk, Quaternary by Tacita Dean @ Andy Liffner