Tra natura e storia, il nutrimento per l’anima

Il più recente resort Aman in Cina, Amanyangyun, è l’esito di un eccezionale sforzo di conservazione del patrimonio culturale e un magnifico tributo alla storia umana e naturale della regione dello Jiangxi. Anche nel nome

Amanyangyun, Shanghai, ovvero quando un progetto di ospitalità nasce da una missione di salvaguardia del patrimonio culturale e naturale, oltre che da un’incredibile impresa umana. L’impresa è stata quella di Ma Dadong, Presidente di Shanghai Gu Shan e di Shanghai Gu Yin Real Estate, che nel 2002 prese la titanica decisione di salvare una foresta di canfora millenaria e un antico villaggio dalla distruzione causata dai piani del governo per la realizzazione del bacino idrico Liao Fang Reservoir nell’area di Jiangxi, sua regione natale.

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Antique Exterior Amanyangyun, Dining area in villa

Con il lavoro, durato più di dieci anni, di una squadra di botanici, ingegneri, architetti e artigiani sono stati rimossi e preservati migliaia di alberi di canfora, ma anche disassemblate pezzo per pezzo abitazioni tradizionali risalenti alle epoche Ming e Qing.
Una certosina opera di salvataggio e tutela che si è conclusa con il complicato trasferimento degli alberi e delle architetture storiche per oltre 700 chilometri fino a Maqiao Town nella prima periferia di Shanghai dove, grazie a un accordo stretto nel 2011 con l’allora Presidente del gruppo Adrian Zecha, sono diventate il cuore fisico e concettuale del progetto per la quarta destinazione Aman in Cina – dopo Aman Summer Palace, Amandayan e Amanfayun – aperta per gli ospiti all’inizio del 2018.

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Antique Exterior Amanyangyun, Suite Courtyard

Oltre la cortina boschiva creata con 1.000 degli alberi di canfora salvati e reinterrati, il resort accosta le architetture antiche qui ricomposte a volumi dalla forma più contemporanea. I materiali e gli elementi costruttivi ricavati dalle dimore antiche sono stati filologicamente reimpiegati nella realizzazione di 26 abitazioni, restaurate per ospitare gli appartamenti del nuovo resort. Oltre a 13 Antique Villas con 4 camere da letto, giardino e piscina privata, Amanyangyun offre 24 Club Suites di nuova costruzione con corte privata e bagno esterno, mentre le restanti ville storiche sono in vendita come Aman Residences insieme ad altre nuove abitazioni.

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Amanyangyun lobby

Vincitore del premio di architettura Prix Versailles 2018, il progetto di Kerry Hills Architects fonde parti e atmosfere contemporanee in totale armonia con le strutture antiche. Le imperturbabili facciate in severa pietra grigia sono ravvivate negli ambienti e nei cortili interni dalla calda tonalità dei legni diffusi ovunque, nelle colonne e negli alti soffitti restaurati come nei pavimenti, nelle boiserie o negli arredi dalle linee moderne ed essenziali. Le grandi vetrate aperte sui giardini e sulla natura illuminano le superfici minerali dai colori più neutri utilizzati nei rivestimenti a terra o nelle stanze da bagno. L’ordine e la precisa geometria dell’insieme contribuiscono a creare un’atmosfera di serenità, introspezione e silenzio.

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Amanyangyun Villa Four Bedrooms – bathroom
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Antique Exterior Amanyangyun, outdoor swimming poo

Il tutto diffuso in un parco di alberi millenari, specchi d’acqua ornamentali e giardini integrati in un progetto di landscaping curato dal londinese Dan Pearson Studio. Oltre alle ville, si nascondono nel verde l’Aman Spa and Wellness Centre con palestra, piscina interna ed esterna e gli spazi collettivi.
Ricca e cosmopolita la proposta nei ristoranti con la cucina cinese della Jiangxi Province servita da ben sei chef da Lazhu, quella italiana da Arva, e quella giapponese Washoku da Nama, a cui si aggiungono The Bar, specializzato in tè e cocktail, e un Cigar Lounge.

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Amanyangyun Villa Four Bedrooms – guest bedroom

Nel cuore del nuovo insediamento si trova la più preziosa fra le architetture ricostruite, Nan Shufang, così chiamata in onore del padiglione di lettura reale della Città Proibita e trasformata in spazio culturale. Nell’ottica di divulgare la conoscenza delle arti dell’antica Cina, qui gli ospiti trovano uno spazio per la contemplazione, per assistere alle performance di Kungu Opera, per assistere alla cerimonia del te o dell’incenso, o per fare corsi di calligrafia, di intaglio del sigillo e di Guqin, tradizionale strumento a corda.

Anche il nome del resort è un segno di riappropriazione della storia antica cinese. Le parole “Yang Yun” furono affisse 300 anni fa nel padiglione Yang Xing Zhai della Città Proibita dall’imperatore Qianlong, una frase enigmatica, che in italiano significa “nutrimento delle nuvole”, e che fa riferimento al nutrimento del cuore umano, all’amore per il mondo naturale e al rispetto per i ritmi dell’universo.

Photo credit: Courtesy of Aman